SS76, LA STRADA MALEDETTA CHE ATTENDE IL RADDOPPIO

La 76, la strada maledetta che collega Marche e Umbria, ha lasciato tra le gallerie un’altra persona. Enrico è solo l’ultima vittima di una via di comunicazione che doveva essere potenziata già 30 anni fa. La storia è sempre la stessa. Anche sabato, dopo il terribile incidente che ha strappato il papà a sua figlia miracolosamente illesa, si sono formate code per 7 chilometri a dimostrazione dell’urgenza del raddoppio del tratto. Il traffico si è riversato a Genga in un tratto non in grado di sopportare un flusso continuo di auto e mezzi pesanti. Da Fabriano a Serra San Quirico, in 16 chilometri di SS76, ci sono 11 gallerie monotubo a doppio senso di marcia che si bloccano continuamente a causa di incidenti. Sette quelli mortali negli ultimi anni. Da luglio ad oggi ci sono state 51 interruzioni e rallentamenti. A breve, poi, per il raddoppio del tratto incriminato arriveranno ulteriori interruzioni e disagi a causa del piano di lavorazione per la messa in sicurezza della strada. I sindaci dell’Ambito 10 hanno già scritto al Prefetto per chiedere la convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per fermare la delibera dell’Asur che prevede la chiusura del punto nascita dell’Ospedale di rete Profili. “In caso di emergenza – denunciano gli automobilisti – questa strada diventa una trappola anche per i malati trasferiti d’urgenza all’ospedale di Jesi o Ancona che non possono rimanere bloccati tra le gallerie o passare a Poggio San Romualdo, sulle montagne, per scavalcare la Gola della Rossa”. Ancora una volta la SS76 è rimasta chiusa al traffico per più di 3 ore. Tanti anche i mezzi pesanti rimasti bloccati. “Il raddoppio – hanno scritto alcuni – è fondamentale. I lavori, ultimamente, provocano rallentamenti continui. Non è più possibile aspettare”. Ieri, intanto, è stata effettuata l’ispezione cadaverica sul corpo di Enrico e oggi la salma dovrebbe essere consegnata alla famiglia per la celebrazione delle esequie.

m.a.