CERRETO D’ESI – TESTIMONE DI GUERRA DIMENTICATO? INTERVIENE IL SINDACO

Cerreto d’Esi – Un testimone della storia del ‘900 dimenticato? Riflettori accesi su Porfirio Carlucci, 96enne, reduce di guerra, nato a Cerreto D’Esi, dove ancora vive. I familiari chiedono una cerimonia in suo onore. “Ritengo legittimo – dice la nipote, Silvana Carlucci – omaggiare il lato umano, quello del migrante in Svizzera negli anni ’56/’57 e quello del reduce di guerra”. La donna si rivolge anche all’Associazione Bersaglieri. Appena ventenni lui, suo fratello Ampelio, i suoi cugini ed amici sono stati chiamati alla guerra. “Mio zio Porfirio – spiega Silvana – entra nel corpo bersaglieri di Siena, 5° reggimento, il 6 gennaio 1943. Lascia tutto per andare a combattere per un’Italia migliore. Con la compagnia autonoma auto blindi parte per la Grecia. E’ stato fatto prigioniero ed internato. Nonostante indescrivibili sevizie, stenti e il duro lavoro nella fabbrica di armamenti, per due anni, riesce a sopravvivere grazie alla sua corporatura forte e robusta. Il 2 giugno 1945 viene liberato e rimpatriato dagli americani. Il giorno della partenza – conclude – pesava 84 kg, al rientro 48: neanche il cane di casa lo riconobbe”.

Il sindaco Porcarelli

Sulla vicenda interviene il sindaco, Giovanni Porcarelli: “L’Amministrazione comunale di Cerreto d’Esi non si dimentica di nessuno”. Non ci sono problemi, quindi, nell’organizzare una cerimonia per omaggiare Porfirio Carlucci, magari con altre realtà locali del comprensorio. Il primo cittadino ricorda anche l’impegno della Giunta nell’organizzare, ogni anno, “la cerimonia del 4 novembre, Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze armate che vede Cerreto d’Esi impegnata nel commemorare tutti i caduti in guerra”. Per la Giunta Porcarelli, quindi, non c’è nessuna chiusura nel partecipare ad una cerimonia in onore di Porfirio Carlucci che ha tanti aneddoti da raccontare su una pagina di storia da non dimenticare. In tanti hanno chiesto un riconoscimento ufficiale per il suo impegno durante la seconda guerra mondiale e perché no, un invito nelle scuole medie e superiori a raccontare, con la sua voce, quella terribile esperienza alle nuove generazioni.

Marco Antonini