“UNA CHIESA CAPACE DI LASCIARE IL SEGNO” – IL PONTIFICALE DI MONS. RUSSO

Fabriano celebra oggi il suo patrono, San Giovanni Battista. Festa in Cattedrale, poco fa, con clero e fedeli, per la celebrazione eucaristica a cui è seguita la processione per le vie del centro. Pubblichiamo integralmente l’omelia del vescovo Russo a San Venanzio pronunciata nel corso del pontificale delle ore 18

di Monsignor Stefano Russo, vescovo di Fabriano-Matelica

Il trovarci in Cattedrale, per celebrare la festa di San Giovanni Battista, patrono della nostra Diocesi, ritengo sia un fatto molto importante per ognuno di noi e più in generale per la nostra comunità. Non stiamo qui a ricordare la storia di un grande uomo vissuto molti secoli fa. Sappiamo bene che la memoria che ci lega alle persone, in Cristo, rende vivo il rapporto con queste, al di là dello spazio e del tempo. Lo sguardo che siamo chiamati ad avere nei confronti di certe figure di santità, è significativo per la nostra vita OGGI. Tanto più se pensiamo che San Giovanni è il “precursore”. Lui sta alle origini della Chiesa nascente, anzi la precede. San Giovanni Battista ha dei tratti caratteristici che lo rendono, potremmo dire, un “tipo originale”. Non so se confrontandoci con questo uomo, ritroviamo in lui qualche cosa che ci assomiglia. Sicuramente di lui possiamo dire che è un uomo forte; anticonvenzionale; deciso nelle scelte di vita e coerente con esse; capace di vivere da solo e in povertà ma allo stesso tempo di attrarre a se le folle; egli esercita certamente un fascino nei confronti di tanti che arrivano a farsi battezzare da lui; uno che non ha paura di essere giudicato dagli altri. Appartiene a quella specie di uomini che non ti lasciano indifferente, con un coraggio così grande da non temere di mettersi contro i potenti del suo tempo; potremmo definirlo anche un leader: i primi discepoli di Gesù sono stati, ancora prima, suoi discepoli. La “cifra” che però più di tutte contraddistingue San Giovanni Battista è che lui è UOMO DI DIO, il cui interesse è unicamente quello di rispondere in pienezza alla chiamata particolare che il Signore gli ha fatto, in OBBEDIENZA assoluta alla SUA VOLONTA’. La sua vicenda è una di quelle che ti rimangono impresse. E’ da rilevare che la storia di San Giovanni Battista, condita da eventi straordinari, così come ci viene riportata dalle sacre scritture, fin dai momenti che precedono la sua nascita, vede il coinvolgimento di DIVERSI PERSONAGGI. Maria di Nazareth, Giuseppe il suo sposo, la cugina Elisabetta, madre di Giovanni, Zaccaria, gli stessi discepoli di Giovanni che poi seguiranno Gesù… Anche di questi potremmo rintracciare dei dati caratteristici originali e anche di questi non possiamo non mettere in evidenza che il dato fondamentale che li contraddistingue è quello di essere UOMINI E DONNE di DIO, interessati unicamente a fare la Sua volontà, in una risposta fiduciale e obbediente alla Sua chiamata. Ciò che accomuna la vicenda di Maria di Nazareth, con quella di Elisabetta e di Zaccaria non è tanto l’essere  parenti ma l’aver attivato con il Signore un rapporto di fiducia. All’annuncio dell’angelo la risposta di Maria è chiara: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me secondo la tua Parola” (cfr. Lc 1,38). La sua OBBEDIENZA alla volontà di Dio non è fondata su una COMPRENSIONE piena del percorso al quale il Signore la chiama ma su un ADESIONE PIENA, incondizionata, fiduciale. E’ principalmente una storia di SALVEZZA, che ci arriva come eredità, attraverso tanti SI, pronunciati da uomini e donne come noi. Lo stesso Zaccaria, vede accadere cose inimmaginabili per lui, che ormai, rispetto alle prospettive della sua vita, molto probabilmente, si era messo, come suol dirsi, “l’anima in pace”. Avrebbe avuto tutte le ragioni di affermare con forza le sue convinzioni, nessuno avrebbe potuto rimproverarlo. Eppure, anche grazie al SI di quelle due donne a lui vicine, comprende che viene chiamato a partecipare, ad una STORIA NUOVA, che non è solo la SUA STORIA, che supera i confini dello spazio e del tempo. Forse in quel momento non se ne rende conto fino in fondo, ma anche il suo SI è necessario.

OBBEDISCE alla volontà di DIO: Giovanni è il suo nome, dice. Gli si apre la bocca e gli si scioglie la lingua e parla benedicendo Dio. E’ una storia nuova alla quale Zaccaria, non assiste passivamente, prende posizione, da quel momento non potrà fare a meno di annunciare, le grandi cose che il Signore sta compiendo. Di ognuna di queste persone, a partire da Giovanni Battista, possiamo rintracciare dei tratti caratteristici che ce ne fanno vedere la particolarità. Tanto più un anima si dona totalmente al Signore, in un rapporto di fiducia obbediente, tanto più emergono di quella persona dei tratti originali che la caratterizzano e che ce ne fanno vedere, come una luce e un contributo particolare. Lo possiamo verificare costantemente nella storia, dove il Signore suscita nel cuore di alcuni uomini e donne dei “talenti” che messi in gioco per il Regno di Dio, non raramente aprono STRADE NUOVE per la Chiesa e per l’umanità. Sant’Agostino, San Francesco, Sant’Ignazio di Loyola, Santa Teresa di Calcutta, … ce lo stanno a dire con la loro vita e con tutto quello che il Signore ha suscitato attraverso di loro. Anche la storia della nostra Chiesa particolare e del nostro territorio è fortemente segnata dalle vicende di uomini e donne che hanno obbedito a Dio e alla Chiesa: San Silvestro, di cui ricorre il 750° anniversario della morte, San Romualdo, la venerabile Madre Costanza Panas solo per citare qualcuno dei tanti personaggi che in questa terra continuano a portare frutti di vita eterna. Non soltanto la persona non viene alienata da questa sottomissione obbediente, conseguenza della relazione fiduciale con il Signore, ma al contrario ne viene esaltato, come mai sarebbe stato possibile diversamente, il carattere particolare. Si verifica allora quello che Gesù più volte dice ai suoi discepoli: Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà (cfr Lc 9,23). Capisci che la libertà è molto più della possibilità di scegliere fra il bene ed il male, ma che NELL’ADESIONE AL BENE, CHE È CRISTO, sperimenti la VERA LIBERTÀ, l’essere uomo nuovo. Anche il gesto compiuto recentemente da Papa Francesco, in visita ai luoghi di don Primo Mazzolari e di don Lorenzo Milani, ha messo in evidenza fondamentalmente la figura di due uomini che hanno lasciato il segno, due uomini liberi, due uomini di DIO. Nel loro itinerario hanno avuto non poche difficoltà, anche all’interno della Chiesa. Per loro, soprattutto in certi momenti, sarebbe stato più comodo percorrere altre strade, eppure sono rimasti fedeli a Dio e alla Chiesa. Se oggi il loro messaggio ci arriva positivamente è anche per questa fedeltà. Chiediamo al Signore che la nostra bella Chiesa di Fabriano-Matelica, diventi sempre più capace di lasciare il segno e che nella fiducia obbediente al Signore possa continuare ad annunciare in modo efficace e tangibile, l’amore che Dio ha per gli uomini e le donne del nostro tempo.