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Fondazione Carifac: Rosa Rita Silva, la prima donna presidente del CDA

Cambio al vertice della Fondazione Carifac con la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, in carica per il quadriennio 2025-2029. Presidente la dottoressa Rosa Rita Silva, prima donna a ricoprire questo incarico, affiancata dal Vice Presidente Lucio Pierangeli e dai Consiglieri Antonio Balsamo, Marco Cimarelli, Marco Ottaviani e Geremia Ruggeri. Tanti progetti ed idee ben chiare per la neo eletta presidente che abbiamo raggiunto per qualche anticipazione.

Dottoressa, un nuovo prestigioso incarico in Fondazione. Come sta vivendo questa nuova sfida e con quali obiettivi?

Credo che il termine sfida descriva perfettamente il sentimento che provo dopo l’elezione a questo prestigioso incarico. Da tre anni sono membro dell’Organo di Indirizzo (ODI) della Fondazione Carifac ed ho quindi avuto modo di conoscere da vicino le molteplici attività che la Fondazione svolge nel territorio di competenza. Pur non avendo un background di tipo economico o giuridico ritengo che l’avere operato per molti anni con le persone e per le persone rappresenti un ulteriore stimolo ad impegnarmi nell’ascolto delle istanze, nella verifica delle compatibilità economiche e soprattutto nell’agire sempre nell’interesse della collettività.

La Fondazione Carifac da sempre è un punto di riferimento per l’associazionismo e per tutte le iniziative volte alla promozione del territorio in cui insiste la Fondazione stessa. A quali progetti rivolgerà maggior attenzione e darà la priorità nel suo mandato?

Le difficoltà socio economiche di questo periodo e in particolare nel territorio di riferimento della Fondazione impongono una valutazione molto attenta dei progetti presentati. Le modalità operative della Fondazione sono ormai cambiante, nel senso che esistono bandi tematici su ambiti di particolare rilevanza come Educazione, Istruzione e Formazione, Volontariato, Filantropia Arte, Attività e Beni Culturali, Attività Sportiva, all’interno dei quali le associazioni possono presentare i propri progetti per ottenere un finanziamento. Per quel che riguarda i contenuti non ritengo che debba prevalere un tema su un altro: delle aree individuate saranno selezionate le proposte che esprimono il maggiore interesse e soprattutto la maggiore ricaduta sulle persone e sui territori. Allo stesso tempo non verranno tralasciate alcune iniziative legate ad esempio alle feste popolari che caratterizzano le diverse comunità e che contribuiscono a mantenere vive le tradizioni locali. Ritengo infatti che queste manifestazioni rappresentino un prezioso patrimonio culturale da preservare soprattutto per le giovani generazioni perché il futuro si costruisce con uno sguardo al passato e con piena consapevolezze del presente.

La ricerca, la prevenzione ed il supporto all’operato di medici e ricercatori sono da anni argomenti che le stanno molto a cuore. Troveranno nella Fondazione a guida Rosa Rita Silva spazio e supporto i progetti legati a questi ambiti?

Certamente. La Fondazione ha da sempre nel proprio DNA la capacità di rispondere con attenzione alle esigenze del sistema sanitario del territorio di riferimento, e accoglieremo quindi con grande interesse gli eventuali progetti di natura sanitaria. Posso dire che il nostro obiettivo sarà quello di applicare la stessa metodologia rigorosa che guida la valutazione della ricerca nell’esame dei progetti che verranno presentati, introducendo criteri di valutazione oggettivi, affinchè il giudizio sia imparziale e strettamente legato al valore intrinseco del progetto. La mia lunga esperienza all’interno del Comitato Etico della Regione Marche che attualmente presiedo, mi ha abituato a valutare la ricerca nazionale e internazionale con grande rigore metodologico. Desidero quindi mettere questa esperienza a servizio della Fondazione affinchè ogni progetto venga analizzato con la stessa serietà e attenzione che contraddistinguono la valutazione scientifica.

Ritiene necessario potenziare l’aspetto comunicativo al fine di far meglio comprendere dall’esterno le attività svolte ed i progetti realizzati, o realizzabili, attraverso i contributi della Fondazione Carifac?

Credo che la comunicazione esterna rappresenti un aspetto fondamentale per far conoscere in modo chiaro e trasparente le attività della Fondazione. Troppo spesso in passato la Fondazione è stata percepita come distante dai territori, e vorrei che questo divario venisse colmato. Fare, fare bene e far sapere, sono a mio avviso tre elementi di grande rilevanza nell’operato della Fondazione. Per questo motivo intendiamo potenziare la comunicazione, utilizzando sia le nuove tecnologie e i canali digitali e social, sia gli strumenti della stampa tradizionale così da raggiungere tutte le generazioni e le diverse fasce di pubblico. Solo attraverso una comunicazione efficace la Fondazione potrà essere percepita non solo come un ente erogatore di finanziamenti ma come un autentico punto di riferimento per il territorio e per le comunità che rappresenta.

Come riuscirà a coniugare questo nuovo ruolo con il suo essere da anni voce e anima dell’oncologia medica e dell’Associazione Oncologica Fabrianese?

Siamo partiti da una sfida e anche questa lo è. L’oncologia, insieme a tutte le attività cliniche e di volontariato nell’ambito della Associazione Oncologica Fabrianese, continuerà a rappresentare una parte fondamentale della mia vita professionale. In ambito di Fondazione la presenza del Consiglio di Amministrazione (CDA) con il quale abbiamo iniziato a lavorare, e dello staff della Fondazione stessa, che si sono dimostrati fin da subito disponibili e collaborativi, costituiscono per me un importante sostegno in questo nuovo percorso. Nessuno lavora da solo e io sento di far parte di una squadra che opera nell’interesse della collettività e dei territori di nostra competenza. Anche in questa nuova avventura metterò tutto il mio impegno, la mia passione, il mio entusiasmo con la certezza di poter contare sul supporto di chi mi affianca in questa missione, tanto impegnativa quanto possibile, se affrontata con spirito di squadra.

Gigliola Marinelli