Ecco la stagione di prosa del Teatro del Sentino. Cartellone con undici spettacoli
Sassoferrato – Tutto pronto per la nuova stagione di prosa del Teatro del Sentino, edizione 2024/25, che si aprirà l’11 dicembre. Ai tradizionali cinque prestigiosi appuntamenti in abbonamento, questa nuova edizione presenta, fuori abbonamento, un’ulteriore rappresentazione, originalissima, coinvolgente e particolarmente gustosa, per la gioia dei “palati raffinati”. Completano il cartellone ben quattro appuntamenti destinati ai ragazzi ed un concerto musicale. Dunque, un cartellone corposo i cui spettacoli in abbonamento vedranno in scena artisti di primo piano del panorama teatrale italiano e non solo: da Maddalena Crippa ad Alessandro Benvenuti, da Carlo Buccirosso a Maximilian Nisi, da Paolo Triestino ad Antonio Grosso, da Lucia Vasini a Lorenzo Lavia, da Mario Incudine ad Antonello Pascale, soltanto per citare i più noti. E’ una stagione di alta drammaturgia, impreziosita dalla presenza di autori di rango, che alterna esilaranti momenti comici ad altri intensi e drammatici. Non mancano riferimenti a temi di attualità: dalla fecondazione eterologa alle conseguenze negative provocate dal covid e a quelle ancor più nefaste causate da guerre e malavita. Tematiche che talvolta vengono trattate con ironia e leggerezza. Oltre a queste, in “scena”, anche valori universali come l’amore, quello con la “A” maiuscola, la solidarietà e la ricerca del senso gioioso della vita. Insomma, si ride e si riflette, ma, soprattutto, ci si emoziona. Ed è proprio quest’ultimo aspetto il tratto distintivo della nuova stagione di prosa del Teatro del Sentino. Giunto alla sedicesima edizione, l’evento artistico è organizzato dall’Amministrazione comunale con la collaborazione della Pro Loco, dell’impresa sociale Teatro Giovani/Teatro Pirata, dell’Ufficio di distribuzione teatrale Teatro 88, e con il sostegno di aziende e di soggetti di natura socio-economica, il cui “main partner” è la Banca di credito cooperativo di Pergola e Corinaldo.
Il sindaco
«Il supporto degli sponsor – osserva al riguardo il sindaco Maurizio Greci – è quanto mai prezioso soprattutto in un momento, come quello attuale, di difficoltà economiche e sociali, ingigantite dalla critica situazione internazionale, ma è anche la dimostrazione di quanto la nostra proposta culturale sia di ampio respiro, con una risonanza ed un appeal che vanno ben oltre i confini locali. Anche quest’anno, desiderando soddisfare le aspettative dei tanti appassionati di teatro, siamo riusciti ad allestire un cartellone di qualità, in linea con quelli delle ultime stagioni che tanti consensi hanno riscosso, potenziando addirittura l’offerta artistica. Tutto ciò è anche frutto sia dell’opera di un gruppo di lavoro – tra personale interno e professionisti esterni – coeso, preparato e motivato, sia dell’eccellente rapporto di collaborazione instaurato negli anni con produzioni artistiche, operatori teatrali e agenzie di distribuzione di spettacoli che considerano il Comune di Sassoferrato un interlocutore serio e affidabile. Il nostro progetto culturale – conclude il sindaco – contempla inoltre un’attenzione particolare alle giovani generazioni grazie all’attività della Scuola comunale di teatro che registra ogni anno un alto numero di adesioni e che è finalizzata a valorizzare le potenzialità espressive e comunicative dei ragazzi e ad aiutarli nella crescita attraverso la promozione di valori non solo culturali, ma anche etici e morali».
IL programma
L’apertura, l’11 dicembre, appunto, è con Un sogno a Istanbul, splendida opera teatrale firmata da Alberto Bassetti, tratta dal libro La cotogna di Istanbul di Paolo Rumiz, per la regia di Alessio Pizzech. Protagonista centrale dello spettacolo un’artista di spessore internazionale, straordinariamente versatile, autentica “Signora del palcoscenico”: Maddalena Crippa. Con lei in scena un attore intenso, raffinato, carismatico, Maximilian Nisi, il cantante, attore e autore musicale Mario Incudine, e un artista poliedrico, Adriano Giraldi. Dal best seller di Rumiz Alberto Bassetti trae un testo teatrale di grande forza e suggestione, «avvolgente come una storia narrata intorno al fuoco». Un sogno a Istanbul racconta la storia d’amore di Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, inviato a Sarajevo per un sopralluogo nell’inverno del ’97, e la misteriosa Maša Dizdarević, «occhio tartaro e femori lunghi», austera e selvaggia, splendida e inaccessibile. Una grande storia d’amore ambientata nella ex Jugoslavia durante la guerra dei Balcani, che “attraversa” luoghi avvelenati da conflitti bellici e da lacerazioni provocate da una terribile malattia, ma che cerca di essere più forte di tutto ciò. Una rappresentazione poetica, magica, di straordinaria intensità emotiva, accompagnata da musiche (eseguite dal vivo), canti struggenti e coinvolgenti. Magistrale l’interpretazione della coppia Crippa-Nisi, in perfetta “simbiosi recitativa”, non da meno quella degli altri due attori del cast. L’11 gennaio 2025 sarà la volta della divertente commedia, Falstaff a Windsor, liberamente tratta da Le allegre comari di Windsor di William Shakespeare. Adattamento e regia della rappresentazione sono a cura di Ugo Chiti, apprezzato autore e regista, destinatario di numerosi riconoscimenti tra cui sei “David di Donatello”. A portare in scena la commedia un cast di nove eccellenti interpreti, guidati da un personaggio dalla straordinaria presenza scenica e dalla forte personalità artistica: Alessandro Benvenuti. Icona della comicità, quella intelligente, mai banale, superficiale o volgare, l’artista toscano eccelle inoltre per la capacità di calarsi con grande naturalezza e abilità sia in ruoli drammatici, sia in quelli umoristici. «In questo adattamento de Le allegre comari di Windsor – si legge nelle note di presentazione della Produzione – l’eroe e antieroe “resuscita” a Windsor esprimendo, gigione e irridente, la natura del suo personaggio: un’arroganza aristocratica, con un sangue plebeo, popolaresco, che muta dalla rabbia al sarcasmo, ma rimane disarmante, quasi patetico, perché non conosce, o non sa darsi, le regole e la consapevolezza dell’età che “indossa”. Questo Falstaff, per molti aspetti, resta fedele al testo originale e ne rispetta gli appuntamenti farseschi». Stupenda l’interpretazione di Benvenuti, capace di rappresentare magnificamente le diverse “anime” del personaggio da lui rappresentato. Ma tutto il cast risulta particolarmente affiatato. Ciascun attore, attraverso la propria eccellente cifra artistica, contribuisce infatti a conferire equilibrio e armonia a tutto l’insieme.
Il 19 febbraio l’appuntamento è con Il vedovo allegro, esilarante commedia scritta, diretta e interpretata da Carlo Buccirosso, personaggio di grande talento, professionalità e rigore, dalla straordinaria vena comica, ma anche artista intenso, raffinato e versatile. Con lui in scena un cast di sette attori di ottimo livello. Il vedovo allegro è un’opera teatrale divertente, che coinvolge ed emoziona, che trascina alla risata e, al tempo stesso, induce alla riflessione per l’importanza e l’attualità dei temi trattati e per la “credibilità” dei personaggi e delle contraddizioni della società contemporanea. Una rappresentazione nella quale Buccirosso esibisce tutta la sua bravura “muovendosi” abilmente tra situazioni comiche e momenti carichi di drammaticità, coadiuvato da un cast di assoluto valore, dove ogni interprete sembra aver perfettamente cucito addosso l’abito del personaggio rappresentato. Tre anni dopo la fine della pandemia, Cosimo Cannavacciuolo, vedovo ipocondriaco, stabilmente affetto da ansie e paure, persa la sua amata moglie a causa del Covid, si ritrova a combattere la solitudine e gli stenti dovuti al fallimento della propria attività di antiquariato. Riuscirà Cosimo ad uscire dal baratro nel quale è sprofondato da anni, senza apparente via di scampo?! Lo si potrà scoprire soltanto venendo a teatro. Un cast di alto livello – composto da Lucia Vasini, Lorenzo Lavia, Paolo Triestino e Carmen Di Marzo – è protagonista il 9 marzo di Le gratitudini, splendida rappresentazione che tocca le corde dei sentimenti, tratta da uno dei romanzi di maggiore successo della celebre scrittrice francese Delphine de Vigan. Non meno riuscita la trasposizione teatrale del testo, il cui adattamento, così come la regia, è curata dall’abile mano di Paolo Triestino. «Vi siete mai chiesti quante volte al giorno dite grazie? Grazie per il sale, per la porta, per l’informazione. Grazie per il resto, per il pane, per il pacchetto di sigarette. Grazie di cortesia, quasi vuoti. Grazie a te. Grazie di tutto. Grazie infinite. Grazie mille. Grazie professionali: grazie per la sua risposta, il suo interessamento, la sua collaborazione. Vi siete mai chiesti quante volte nella vita avete detto grazie sul serio? Un vero grazie. A chi? All’insegnante che vi ha fatto amare i libri? Al ragazzo che è intervenuto il giorno in cui siete stati aggrediti per strada? Al medico che vi ha salvato la vita? Alla vita stessa?» Si apre così il romanzo di Delphine de Vigan. Un dirompente inno alla vita, dove quattro esistenze si intrecciano in un mirabile incrocio di sentimenti, passioni, rimpianti, ma dove tutto è ancora possibile. La storia è incentrata su Michka, un’anziana signora di origini polacche, ex correttrice di bozze, che per anni ha accudito Marie, figlia di una vicina di casa assente e problematica. Adesso è proprio lei, Michka, ad aver bisogno d’aiuto: dimentica le parole, proprio lei che con le parole ci ha giocato per tutta la vita…
Uno spettacolo bellissimo, delicato, carico di poesia e umanità, che invita anche a riflettere.
La stagione degli spettacoli in abbonamento si chiude il 4 aprile con Antonio Grosso, autore, regista e interprete di Due preti di troppo, divertentissima e, al tempo stesso, toccante commedia. Una pièce che conferma il grande talento del giovane artista campano e la sua spiccata capacità di trattare temi drammatici con delicatezza, vivacità ed ironia. Accanto a Grosso, in scena, la sua collaudatissima e validissima “spalla”, Antonello Pascale, e un cast molto coeso, composto da altri tre artisti di alto profilo. Un testo intenso, ironico, di grande fluidità e scorrevolezza narrativa, ma anche di alto valore educativo. Elementi che in scena trovano la loro piena espressione grazie ad un’abile e dinamica regia e alla maestria degli interpreti. In Due preti di troppo, i due protagonisti, Don Ezio e Don Sabatino, riescono a salvare una comunità attraverso la musica che spesso è il collante di pace fra intere popolazioni. «Quella che raccontiamo – spiega Antonio Grosso – è una storia vera, il che implica che non debba esserci per forza happy end, ma nemmeno una tragedia…insomma si racconta la vita, che può essere bella o brutta, ma alla fine sempre vera. Lo spettacolo è un turbinio di comicità, verità, ma soprattutto musica che – grazie alla creazione di un coro – accompagnerà i protagonisti in tutta la storia e potrà salvare le sorti di una chiesa». Infine, da non perdere il 1° febbraio lo spettacolo fuori abbonamento, prodotto dalla Compagnia Umberto Orsini, dal titolo Pasticceri – Io e mio fratello Roberto, con i bravissimi artisti Roberto Abbiati e Leonardo Capuano. Un duo davvero speciale di autori-registi-attori… e pure pasticceri.