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“Un tavolo nazionale per discutere la vertenza Giano 1264”

Fabriano – Al termine della seduta odierna, il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità un documento condiviso, indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Presidente della Regione Marche. Il documento chiede con forza l’apertura immediata di un tavolo nazionale per discutere la vertenza Giano 1264, coinvolgendo tutte le parti interessate.
In particolare, il Consiglio chiede al Gruppo Fedrigoni di procrastinare la chiusura dello stabilimento e di presentare un piano industriale dettagliato che garantisca investimenti e una prospettiva produttiva per il futuro di Fabriano. Inoltre, viene richiesto al Governo di considerare la crisi del distretto industriale fabrianese come una questione nazionale, estendendo strumenti di sostegno come la ZES unica o le misure di decontribuzione previste per il Sud e incentivando gli investimenti nelle aree interne.

Il documento

– Al Presidente del Consiglio dei Ministri
On. Giorgia Meloni

– Al Ministro delle Imprese e del Made in Italy
Sen. Adolfo Urso

– Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Marina Elvira Calderone

– Al Ministro dell’Economia e delle Finanze
On. Giancarlo Giorgetti

– Al Presidente della Giunta Regione Marche
Francesco Acquaroli

– All’Assessore al Lavoro e alla Formazione Regione Marche
Stefano Aguzzi

– All’Assessore allo Sviluppo Economico Regione Marche
Andrea Maria Antonini

– Al Presidente del Consiglio Regione Marche
Dino Latini

– All’Amministratore delegato di Fedrigoni Group
Marco Nespolo

– Ai Segretari nazionali delle Organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, UGL
Maurizio Landini, Luigi Sbarra, Pierluigi Bombardieri, Paolo Capone

– Ai Segretari regionali delle Organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL, UGL
Giuseppe Santarelli, Marco Ferracuti, Claudia Mazzucchelli, Gianluca Giuliano

 

Ordine del Giorno

Il Consiglio comunale di Fabriano, riunito in data 12 ottobre 2024, presso la Sala consiliare di Palazzo del Podestà:

Esaminata la situazione economica, produttiva, occupazionale e sociale, a livello locale e territoriale, a seguito della volontà del Gruppo Fedrigoni di chiudere la società Giano 1264 che produce carta per ufficio e di licenziare 195 lavoratori, addetti alla produzione cartaria, alla manutenzione, gestione di materiali e spedizioni dello stabilimento di Fabriano, all’unità di taglio dello stabilimento di Rocchetta e gli impiegati;

Considerata la gravità della decisione e l’impatto che essa determina su un territorio montano già provato da crisi industriali, dal sisma del 2016/2017 e dalle incertezze che aleggiano sul comparto dell’elettrodomestico, a cui ora si aggiunge anche quello cartario;

Valutati i riflessi che la chiusura ha sui lavoratori, sulle famiglie, sulle comunità interessate, sulle imprese dell’indotto e più in generale sulla produzione cartaria che è simbolo della città di Fabriano, a cui il suo nome è indissolubilmente legato fin dal XIII secolo e che dalla fine del 1700 ad oggi ha connotato industrialmente la sua identità di Città della Carta e della Filigrana;

Consapevole che produzioni non remunerative e in crisi di mercato non possano essere continuate, ma consapevole altresì delle numerose acquisizioni di imprese, inclusi centri di ricerca, che su scala globale il Gruppo ha effettuato in questi anni e delle performances realizzate in termini di ricavi e profitti, a cui hanno contribuito anche le produzioni e il brand Fabriano;

Ritenuta la decisione del Gruppo Fedrigoni irrituale nelle forme di rapporto istituzionale, precipitosa nei tempi e nelle modalità previste per la dismissione, pesante nelle conseguenze sociali prodotte e carente nel delineare implementazioni e prospettive alternative di sviluppo che suffraghino le dichiarazioni pubbliche rilasciate dal management di: “voler mitigare l’impatto dei licenziamenti, rimanere nelle Marche, e di voler investire nei siti produttivi e di trasformazione e nel brand Fabriano e sviluppare prodotti come le carte per l’arte e il disegno, i prodotti per la scuola e la cartoleria e le carte per la sicurezza”, in assenza di precisi impegni, piano industriale e programmi di investimento;

Considerato, anzi, che l’intenzione di vendere l’intero perimetro degli stabilimenti Marche (Fabriano, Pioraco, Castelraimondo), escluso Sassoferrato, è stata esplicitamente dichiarata dal management e non perseguita per assenza di soggetti interessati all’acquisto, il che lascia pensare che la decisione attuale su Giano 1264 possa essere il primo passo di un effetto domino che riguarda tutti gli stabilimenti e sia funzionale alla più appetibile dismissione e vendita dell’intero “pacchetto Marche”;

Valutato che questa opzione, così come l’impoverimento del sito produttivo di Fabriano, metterebbe a repentaglio anche il brand Fabriano e può essere smentita soltanto da impegni e atti concreti:

Chiede alla proprietà e al Gruppo Fedrigoni:

– di procrastinare le decisioni assunte in merito alla chiusura della società Giano 1264 e al licenziamento dei 195 lavoratori;
– di farlo in relazione alla presentazione di un programma d’investimenti che delinei una prospettiva produttiva e occupazionale chiara sui settori su cui s’intende puntare per il rilancio del sito fabrianese, attivando se necessario anche gli ammortizzatori sociali del caso;
– di condividere questi passaggi con le istituzioni locali, regionali e nazionali e con le forze sindacali.

Chiede, altresì, alla Regione Marche:

– di dare continuità e costanza al tavolo regionale per il lavoro quale sede deputata al confronto e alla concertazione, oltreché finalizzato all’individuazione di tutti gli strumenti attivabili per accompagnare la vertenza in atto verso il miglior esito;
– di assumere la questione del distretto industriale fabrianese e del suo sviluppo come centrale per l’intera regione e fondamentale per la tenuta delle Aree interne e montane delle Marche;
– di concorrere insieme alle Istituzioni locali alla programmazione di interventi finalizzati al rilancio del distretto industriale e dei servizi essenziali ai cittadini.

Chiede al Governo nazionale e al Ministero del Made in Italy:

– di aprire quanto prima, possibilmente prima del prossimo incontro tra azienda e sindacati previsto per il 24 ottobre, il tavolo nazionale sulla vertenza Giano 1264 al quale siano chiamati a far parte tutti i soggetti coinvolti e il Comune di Fabriano;
– di proporre alla proprietà e al Gruppo di procrastinare le decisioni assunte, vincolandole alla definizione di impegni precisi per il rilancio produttivo e occupazionale della carta Fabriano, quale emblema del Made in Italy e brand di valenza internazionale nel mondo e che ha radici nella città che le ha dato il nome;
– di esperire tutte le opzioni che, vista l’importante storia cartaria di Fabriano, possono salvaguardare gli stabilimenti fabrianesi di cui viene minacciata la chiusura tramite l’interessamento di nuovi acquirenti, a partire dall’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato, e il coinvolgimento della Banca d’Italia;
– di assumere la questione del distretto industriale fabrianese come una questione nazionale, per la lunga storia che hanno le produzioni della carta e dell’elettrodomestico che, nonostante le crisi, continuano a rappresentare settori resilienti e giacimenti di saper fare artigiano e industriale;
– di supportare un territorio profondamente ferito prima dalla crisi del 2008-2009, poi dal sisma del 2016-2017, del cui cratere sismico Fabriano fa parte, e da una crisi industriale perdurante, a cui oggi si aggiunge un ulteriore colpo, con l’inserimento del territorio del cratere sismico nella ZES unica o con l’estensione del meccanismo della decontribuzione valida per il Mezzogiorno, data anche la contiguità territoriale;
– di fare in modo che il distretto industriale fabrianese sia destinatario di investimenti innovativi nell’ambito della strategia nazionale di attrazione degli investimenti esteri.

Infine, il Sindaco, la Giunta comunale ed il Consiglio Comunale esprimono profonda solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti e alle loro famiglie, impegnandosi con tutte le iniziative necessarie a supporto del diritto al lavoro e ad una vita libera e dignitosa.