Fabriano – Progetto Janus, due anni di lavoro: primo bilancio
Fabriano – Presentati i risultati di 2 anni di lavoro tra Ambito 10 e associazioni; dal digitale agli sportelli di ascolto, tutti i modi in cui i servizi sociali sono diventati più vicini alla persona. Un pubblico attento e partecipe ha preso parte, nei giorni scorsi, alla presentazione dei risultati di 2 anni del Progetto Janus, l’innovativa rete di welfare territoriale promossa dall’Ambito Territoriale Sociale 10 insieme al Terzo Settore, con il contributo di Fondazione Cariverona.
Un percorso nato tra 2020 e 2021, per dare una risposta creativa al senso di isolamento crescente nella nostra società e esacerbato dalla tempesta del Covid, partendo dal dare un significato concreto al termine resilienza, creando e rafforzando reti tra chi sul territorio sosteneva le persone piu’ fragili: “spesso si parla troppo superficialmente di resilienza- spiega Giancarlo Sagramola, presidente dell’Unione Montana Esino-Frasassi – il progetto ha dimostrato che attraverso la relazione tra tante associazioni possiamo costruire una comunità resiliente, una società in grado di sostenere la voglia di futuro delle giovani generazioni e di chi ancora crede nel vivere insieme”.
Intercettare un bando Cariverona ha permesso di dare corpo al progetto insieme all’Ambito Territoriale Sociale 10 sono state inizialmente coinvolte le associazioni 4 maggio 2008, AVULSS Fabriano, Associazione Alzheimer Marche Onlus, Associazione Un Battito di Ali Onlus, Associazione Attivamente Alzheimer Fabriano, AUSER Fabriano, Caritas Fabriano
Matelica e Associazione Quadrifoglio, che hanno partecipato all’evento di rendicontazione portando le loro voci e esperienze sul campo.
Si sono messi a sistema progetti e capacità, per migliorare la presa in carico delle fragilità e offrire servizi sociali a misura di cittadino, più efficaci ed efficienti, anche grazie al confronto con 332 testimoni privilegiati del mondo economico, sociale e culturale locale. I servizi che si e’ scelto di offrire o potenziare attraverso il progetto sono stati l’assistenza domiciliare, il trasporto sociale, sportelli di ascolto e informazione su Alzheimer e patologie neurodegenerative e sulle patologie cardiache infantili, l’ascolto telefonico e il supporto alla spesa alimentare. Modalità innovativa per l’accesso, la realizzazione di un app che in pochi semplici passi permette di entrare in contatto con gli operatori.
Il progetto è stato supportato anche con la periodica raccolta dei dati e con numerose attività formative, per verificare passo passo la funzionalità delle scelte fatte e lasciare sul territorio operatori esperti, in grado di dare risposte e assicurare continuità alle attività. Il costante contatto con Fondazione Cariverona, con monitoraggi semestrali, ha assicurato di migliorare costantemente il funzionamento del progetto e mantenere la rete sempre coesa.
Il radicamento sul territorio delle associazioni, unito a una capillare campagna di comunicazione online e offline, ha permesso di raggiungere risultati importanti: il 63% dell’ampio territorio dell’Ambito e’ servito da Janus, e i servizi hanno visto incrementi importanti degli accessi, come il +40% segnato dal sostegno ai generi alimentari della Caritas o il numero di operazioni di trasporto sociale effettuate, che ha raggiunto quota 700; oltre 10.000 persone hanno hanno interagito costantemente coi contenuti informativi del progetto pubblicati sui social.
Ai servizi si sono affiancati anche numerosi eventi intergenerazionali, che hanno permesso non solo di diffondere la consapevolezza sulle opportunità di Janus, ma piu’ in generale di creare momenti di aggregazione e inclusione attiva tra le comunità e i soggetti fragili (giovani a rischio, anziani e soggetti affetti da patologie, comunità straniere), rompendo l’isolamento.
La volontà di rendere ancor più attive e coinvolta le comunità ha spinto nel corso del 2023 anche a lanciare un bando per il sostegno a eventi sul territorio, che con un piccolo stanziamento ha permesso di estendere ancora di più’ la portata del progetto, mobilitando 11 reti composte da 70 tra enti e soggetti no profit, che hanno realizzato oltre 60 eventi in pochi mesi.
Un’ulteriore prova dell’efficacia del metodo Janus, fatto di ascolto, co-progettazione e creazione di connessioni che lasciano il territorio piu’ forte, come ha sottolineato intervenendo al convegno il sociologo Stefano Ricci, già referente dell’integrazione socio-sanitaria nelle Marche “La resilienza e’ un concetto che si adatta al sociale e alle persone, perche’ abbiamo una grande capacità di reagire agli urti, ma non si tratta di una dote individuale. La resilienza, infatti, si costruisce se si incontrano relazioni significative, relazioni personali con chi ti da qualcosa, la resilienza deriva dall’incontro con la comunità”.
Commenta soddisfatto Roberto Fiorini, Staff Area Valutazione:“il progetto ha ottenuto risultati concreti per la cittadinanza, ha aumentato i servizi sia domiciliari che non, ha creato nuovi servizi, come gli sportelli Alzheimer e con le azioni e gli eventi si e riattivato quell’essere comunità che contiene le radici della resilienza”.
Terminata la fase di “incubazione” con il contributo di Fondazione Cariverona, il progetto ora proseguirà, grazie all’ormai rodata rete di collaborazione, come conferma il coordinatore d’Ambito Lamberto Pellegrini “Il consolidamento della rete territoriale tra soggetti del Terzo Settore ed Enti Pubblici ha permesso di conoscere, condividere e attivare servizi, sulla base dei reali bisogni delle persone. Abbiamo capito i bisogni reali del territorio e realizzato interventi che sono andati anche al di là dell’assistenza e al di là del partenariato originale. Insieme, abbiamo lavorato per una comunità più coesa”. (cs)