AL TEATRO PIERMARINI ANDREA PENNACCHI IN POJANA E I SUOI FRATELLI
Matelica – Venerdì 31 marzo arriva sul palcoscenico del Teatro Piermarini di Matelica Pojana, celebre personaggio/imprenditore inventato dall’artista padovano Andrea Pennacchi, presenza fissa della trasmissione televisiva Propaganda Live, con Pojana e i suoi fratelli, spettacolo scritto e interpretato da Andrea Pennacchi con le musiche di Giorgio Gobbo e Gianluca Segato, proposto nella stagione teatrale promossa dal Comune di Matelica con l’AMAT, realizzata con il contributo della Regione Marche e del Ministero della Cultura. Lo spettacolo è una produzione di Teatro Boxer in collaborazione con People. Informazioni: Città di Matelica 0737 781811, AMAT 071 2072439. Inizio spettacoli ore 21.15.
La storia
I fratelli maggiori di Pojana Edo il security, Tonon il derattizzatore, Alvise il nero e altri, videro la luce all’indomani del primo aprile 2014. In quel giorno, infatti, l’Italia scoprì che in un capannone di Casale di Scodosia (comune del veneziano noto per i mobilifici e per i carri allegorici) veniva costruito un secondo Tanko, una macchina movimento terra blindata, con un ‘cannoncino’ in torretta. “Io e il mio socio, il musicista Giorgio Gobbo – racconta Andrea Pennacchi -, sentimmo subito la necessità di raccontare alla nazione le storie del nordest che fuori dai confini della neonata Padania nessuno conosceva. Il mondo deve sapere – pensavamo – come mai i laboriosi veneti costruiscono nei loro capannoni svuotati dalla crisi delle “tecniche” degne dell’Isis. Va detto che queste storie venivano già raccontate da giornalisti straordinari come Rumiz e Stella, o sociologi come Diamanti, ma a teatro erano ancora poco presenti. C’era un buco, pensavamo. È significativo e terribile che i veneti siano diventati, oggi, i cattivi: evasori, razzisti, ottusi. Di colpo. Da provinciali buoni, gran lavoratori, un po’ mona, che per miseria migravano a Roma a fare le servette o i carabinieri (cliché di molti film in bianco e nero), a avidi padroncini, così, di colpo, con l’ignoranza a fare da denominatore comune agli stereotipi. Un enigma, che per noi si risolve in racconto: siamo passati da maschere più o meno goldoniane a specchio di una società intera. Una promozione praticamente. Quando Francesco Imperato mi propose di collaborare al progetto This is Racism, recitando il testo di Marco Giacosa per il video di Ciao Teroni (c’era un titolo più lungo e articolato, ma la viralità lo ha ridotto a questo), Franco Ford detto “Pojana” era già nato. Era il ricco padroncino di un mio adattamento delle Allegre comari di Windsor ambientato in Veneto, con tutti le sue fisse: le armi, i schei e le tasse, i neri, il nero. In seguito, la banda di Propaganda Live l’ha voluto sul suo palco, e lui si è rivelato appieno per quel che è: un demone, piccolo, non privo di saggezza ma non particolarmente in alto nella gerarchia infernale, che usa la verità per i suoi fini e trova divertenti cose che non lo sono, e che è dentro ognuno di noi. Ed eccolo qui, con tutti i suoi fratelli, a raccontare storie con un po’ di verità e un po’ di falsità mescolate, per guardarsi allo specchio.