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Il sindaco Ghergo alla Regione: “Fabriano sia inserito nel cratere dell’alluvione”

Dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio molti comuni delle Marche è tempo di muoversi. Il sindaco di Fabriano, Daniela Ghergo, annuncia: «Abbiamo inoltrato richiesta alla Regione affinché il nostro Comune sia inserito formalmente nel cratere dell’alluvione». Il consigliere di minoranza, Lorenzo Armezzani, Associazione Fabriano Progressista, nel frattempo, è riuscito a far inserire nel Consiglio Comunale di martedì, un ordine del giorno per discutere della fragilità del territorio e della sua messa in sicurezza. La conta dei danni è ancora lunga. A Fabriano la nota dolente è il cratere che si è aperto ad Albacina. «Dopo l’emergenza dei primi giorni, in cui siamo intervenuti su diversi punti critici che si sono creati – dice il sindaco Ghergo – ora è necessario progettare gli interventi di ripristino. Le criticità maggiori sono relative alle strade e agli smottamenti, ma anche alcuni edifici comunali sono risultati danneggiati». L’elenco, potrebbe ancora allungarsi vista la presenza anche di tante piccole strade che necessitano di manutenzione straordinaria. «Venerdì abbiamo inoltrato richiesta alla Regione affinché il nostro Comune sia inserito formalmente nel cratere dell’alluvione, dato che il nostro territorio – prosegue il primo cittadino – ha avuto danni ingenti che le casse comunali non sono in grado di gestire. Nel frattempo stiamo già lavorando sui dissesti già noti, per valutare il grado di aggravamento, e stiamo costruendo le interlocuzioni con gli enti di riferimento per gli interventi di prevenzione». Dall’opposizione prende posizione Lorenzo Armezzani, Associazione Fabriano Progressista. Depositato un ordine del giorno. «Abbiamo scelto questa forma per privarlo il più possibile di una connotazione politica con l’obiettivo di creare l’occasione di una profonda discussione sul problema e prendere fin da oggi decisioni per il futuro. Confido sinceramente – dichiara – in un confronto franco in Consiglio e che si adotti un atto concreto che impegni la Giunta a fare qualcosa». Nel dettaglio Armezzani propone un piano in tre passaggi. Primo la mappatura del territorio e la tematizzazione delle aree a rischio. «Abbiamo un poderoso strumento che è “Mapgentile2”: tantissimi dati rischiano però di essere inutili se non estratti e analizzati da chi è competente». Secondo la questione del personale comunale. «Serve prevedere in pianta organica del Comune almeno tecnici informatici con competenze di database – dice – e un geologo che dica quali dati ricercare e che poi quei dati li analizzi. Serve poi rafforzare una squadra di operai che continuamente si occupi della manutenzione e della riparazione ordinaria del territorio: sfalci, liberazione di fossati e torrenti, pulizia di caditoie e sottopassi, ripristino di frane e piccoli smottamenti». Terzo punto la formazione della cittadinanza. «Come ci siamo “abituati” all’idea di un territorio sismico così dobbiamo farlo per un territorio fragile. Formare la popolazione – conclude – significa non solo ricordarci di non scendere in garage, ma anche di imparare a predisporre in anticipo strumenti di protezione delle cose e leggere i segni, segnalarle e maturare in consapevolezza e cittadinanza».

Marco Antonini