“Mozione sui Punti Nascita approvata, al lavoro per partorire in sicurezza”

di Simona Lupini, consigliera regionale M5s

Il Consiglio Regionale, ieri, ha approvato la mozione 5 Stelle, che impegna la Giunta a chiedere al Governo nuovi criteri per l’apertura dei Punti Nascita, derogando ai 500 parti all’anno. Dopo un dibattito molto acceso, il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato la mozione presentata da Simona Lupini e firmata dalla collega Marta Ruggeri, del Movimento 5 Stelle Marche, che impegna la Giunta regionale a chiedere al Ministero della Salute e al Governo una revisione dei criteri per l’organizzazione dei Punti Nascita. Un primo passo importante, verso l’obiettivo di riaprire i Punti Nascita di Fabriano e delle aree interne delle Marche: una richiesta, quella dei 5 Stelle, che la maggioranza di centrodestra ha scelto di condividere, mentre hanno scelto l’astensione il Partito Democratico e Rinasci Marche. “Un Punto Nascita non è soltanto una sala in cui partorire: è un fatto sociale. Senza un Punto Nascita, si hanno delle armi spuntate. Salta la visita alle sale parto, salta la visita subito dopo il parto, si perdono più facilmente quelle situazioni di fragilità che necessitano di una presa in carico tempestiva. Fabriano è un punto strategico per la zona montana, e da anni si cerca di salvarla al di là del colore politico: ma è solo un esempio, dei tanti ospedali di montagna che hanno perso questo punto di riferimento, mentre aumentano i numeri della mobilità passiva, soldi che le Marche devono spendere per far partorire le nostre donne in altre Regioni. Vogliamo che le donne di Fabriano e delle aree interne possano partorire nel loro territorio, in sicurezza”, commenta soddisfatta Simona Lupini, dopo l’intervento in Aula. “Dopo il No che venne opposto ai tempi del Governo Gentiloni dal Comitato Percorso Nascite Nazionale, è il momento di riaprire la battaglia: molto positivo che la Giunta abbia scelto di sostenere questa proposta. L’astensione del PD? Hanno perso un’occasione, ma è comunque un primo passo, rispetto alla loro vecchia posizione contro i piccoli ospedali: spero sia un primo passo verso un ripensamento” sono le considerazioni della capogruppo Marta Ruggeri. “Ora si apre un percorso su due livelli: a livello nazionale, la Giunta si dovrà attivare col Governo per chiedere una deroga al criterio dei 500 parti all’anno. Contemporaneamente, a livello regionale, nella Commissione Sanità, dovremo discutere di come riorganizzare i Punti Nascita nel nuovo Piano Socio-Sanitario, ragionando anche sui necessari investimenti in sicurezza e personale. E’ una bella giornata: l’inizio di un percorso da fare insieme, maggioranza e opposizioni, per rimettere sul tavolo della politica nazionale l’apertura dei nostri Punti Nascita ” conclude Simona Lupini.

di Chiara Biondi, consigliera regionale Lega

“La Regione pronta a sensibilizzare il governo verso quello che la Costituzione, la volontà di rilancio dei territori montani, i dati oggettivi ed il buonsenso ritengono indispensabile: riattivare il punto nascita di Fabriano”. Lo ha dichiarato la consigliera della Lega Chiara Biondi nell’intervento del consiglio regionale in cui si è stabilito di muovere nella direzione correggere gli effetti devastanti della miopia politica che ha determinato la chiusura di punti nascita strategici per le aree montane. “La volontà di garantire la salute della donna e del bambino che ha determinato la scelta di chiudere i punti nascita al di sotto dei 500 parti all’anno non ha portato i risultati sperati, non foss’altro per gli spostamenti a cui sono obbligate le partorienti su tragitti tutt’altro che agevoli. Non c’è stato nemmeno un risparmio di risorse visto l’incremento esponenziale della mobilità passiva verso l’Umbria. Nel 2019 su 171 nuovi fabrianesi, ben 141 sono nati nell’ospedale umbro di Branca con un evidente aggravio di costi per la Regione – ha spiegato nei dettagli la consigliera leghista – Senza contare che non ha senso parlare di lotta allo spopolamento e rilancio delle aree montane quando, nei fatti, le si svuota di servizi sanitari e socio-assistenziali adeguati. Le norme vigenti ci consentirebbero già di lavorare alla riprogrammazione di un sistema di servizi equo, radicato nelle comunità locali e rispettoso delle esigenze della composizione del territorio ed è in questa direzione che vogliamo andare”.

Biondi cita in proposito la Costituzione agli articoli 32 (diritto alla salute) e 44 (provvedimenti a favore delle zone montane), lo statuto regionale che, negli articoli 4.7, e 36.5, persegue l’obiettivo del riequilibrio territoriale riconoscendo come finalità di preminente interesse la tutela, la valorizzazione e lo sviluppo delle aree montane ed interne. “Terremoto, pandemia, crisi economica sono già fattori che possono segnare irrevocabilmente il destino dell’area montana: non ha senso alimentare il disagio e la sfiducia dei giovani che costituiscono la speranza di futuro del territorio – ha concluso la consigliera Biondi – Il punto nascita dell’Ospedale di Fabriano non solo ottimizza le distanze rispetto ad un bacino di utenza di oltre 30 comuni, ma dispone già di una parte essenziale della filiera parto: una UOS di Ginecologia, una UOC di Anestesia e Rianimazione che vanta prestazioni di alto livello e una di Otorinolaringoiatria con specifico interesse per le patologie pediatriche. Il recente stanziamento di 12 mln di euro nel piano triennale delle opere pubbliche per l’ampliamento e la messa in sicurezza dell’ospedale fabrianese consentirà di potenziare la struttura con un nuovo blocco operatorio e di compiere il definitivo passo verso la ridefinizione della sanità in funzione del servizio ai cittadini che è alla base del programma della giunta di centrodestra”.

Il punto del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli

“Il PD in regione si è appena astenuto alla votazione della mozione del Movimento 5 Stelle presentato da Simona Lupini “Iniziative rivolte al Governo per la revisione dei criteri per la riorganizzazione dei Punti Nascita e la valutazione di nuovi protocolli di sicurezza per i Punti Nascita con volumi di attività inferiori ai 500 parti annui”, per rimettere in discussione la chiusura del punto nascita dell’ospedale di Fabriano. Tutti gli altri hanno votato a favore. Ho seguito tutto il dibattito, nei loro interventi sono stati sconcertanti. Ora troveranno sicuramente qualche scusa, per cui vi invito a rivedere la seduta del Consiglio Regionale. Come al solito le chiacchiere stanno a zero” dichiara Gabriele Santarelli, sindaco di Fabriano.

m.a.