ROBERTO BRODA, L’ENTUSIASMO DELLA RIAPERTURA

di Marco Antonini

Fabriano – “Mi raccomando, voglio essere la prima”. Le clienti fabrianesi di Roberto Broda, titolare dell’attività commerciale in Piazza dei Partigiani 3, non lontano dai Giardini pubblici della città della carta, hanno le idee chiare. Da quando si è diffusa la notizia che dal 18 maggio i parrucchieri potranno sistemare le acconciature di uomini e donne che da troppi mesi hanno i capelli che vanno per conto loro, tutte vogliono prendere l’appuntamento… il prima possibile! “Roberto Hair Stylist” è il nome dell’attività commerciale che “Robertino”, tutti lo chiamano così da una vita, porta avanti con successo a Fabriano. Lui lavora nel settore da 35 anni e per 10 è stato anche presidente regionale del gruppo parrucchieri di Confartigianato. “Dobbiamo portare ottimismo – dice – e il taglio e la messa in piega vanno in questa direzione. C’è tensione, ci sono difficoltà di natura economica, ma non ci possiamo arrendere. Il protocollo è preciso, dobbiamo sopravvivere e guardare in lontananza”. Broda evidenzia come “bollette e canone di affitto sono stati pagati regolarmente anche se i negozi sono stati chiusi”. Con le nuove regole cambia la musica. Si entra solo su appuntamento e nel caso ci fossero in negozio due clienti bisognerà mantenere sempre una distanza minima di 1 metro e 80 centimetri. Chi ha più postazioni per lavare i capelli potrà usare il primo e il quarto lavandino; in casi diverso bisognerà installare una barriera in plexiglass. “Se prima un operatore riusciva a fare, in una giornata, anche 18-20 clienti, in base alla complessità del lavoro richiesto dalla cliente – spiega Robertino – adesso riuscirà a farne la metà, non più di 9-10. Ne risentiranno anche gli incassi. Ma noi – evidenzia – portiamo avanti un servizio fondamentale per la collettività. A rimetterci saranno i guadagni molto contenuti, se non azzerati viste le tante spese”. Mentre il telefono squilla in continuo per cercare di prendere appuntamento per le prossime settimane, Roberto Broda approfitta anche per ringraziare la Giunta regionale “che sta permettendo di farci tornare al lavoro da lunedì”. L’auspicio? “Se dovessero arrivare contributi a fondo perduto per le attività commerciali potremmo tirare un sospiro di sollievo. Sono stati mesi duri – racconta – e tornare a usare forbici e pettine, rigorosamente sterilizzati, è un segnale che, piano piano, torniamo a una presunta normalità”. L’entusiasmo di Robertino si avverte anche al telefono e le clienti che stanno chiamando sperando di poter essere la prima a sedersi in postazione sono la conferma dell’essenzialità del servizio. Un tessuto produttivo che non può essere lasciato solo, né adesso, né i prossimi mesi, quando arriveranno le scadenze da pagare.

Regioni

Le Regioni ottengono il via libera ‘formale’ dal governo: il 18 maggio potranno aprire negozi, bar e ristoranti. Ci saranno linee guida e regole generali uguali per tutti e differenziazioni territoriali a seconda dell’andamento della curva del contagio: in caso di risalita, il governo potrà intervenire per disporre nuove chiusure. Dunque, sarà possibile tornare al bar per prendere un caffè, tagliarsi i capelli, andare a cena fuori. Ma con regole ben definite.  Nell’ultima videoconferenza il governo ha sottolineato che saranno pronte tra giovedì e venerdì. Probabile che saranno diffuse in concomitanza con l’uscita dei primi dati ufficiali sul monitoraggio di questi primi 10 giorni di allentamento delle misure. In ogni caso si tratta di distinguo che non cambiano la sostanza dell’intesa: le Regioni presenteranno un programma delle riaperture a partire dal 18 e potranno agire in autonomia ma il governo avrà sempre la possibilità di intervenire nel caso in cui, in base all’andamento dei dati sulla curva del contagio e dei criteri definiti dalla circolare del ministero della Salute, fosse necessario bloccare una nuova diffusione del virus. Nel caso dovessero esserci nuovi focolai, in sostanza, si attiveranno immediatamente le zone rosse dove varranno le regole già sperimentate durante il lockdown. Interventi che, spiegano fonti di governo, saranno tempestivi e attuati in stretto contatto tra l’esecutivo e le Regioni. “Inizia la fase della responsabilità per le Regioni” ha ribadito ai governatori il ministro per le Autonomie Francesco Boccia che già da giorni aveva aperto alla possibilità di procedere ad aperture differenziate a seconda della condizione in cui si trovano i diversi territori e aveva puntato sulla ‘responsabilizzazione’ delle Regioni. “Se i contagi andranno giù, potranno riaprire anche altre cose, se i contagi saliranno su, dovranno restringere” ha poi ribadito.