RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO PER DIFENDERE I NONNINI

Il Tar delle Marche non sospende gli effetti dell’ordinanza del sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, con la quale si stabilisce la chiusura della struttura protetta per anziani predisposta, senza la dovuta autorizzazione, in un’ala dell’Hotel Gentile. L’avvocato Enrico Carmenati: “Non escludiamo il ricorso al Consiglio di Stato. Nei prossimi giorni incontreremo gli anziani, i loro cari e tutte le persone coinvolte in questo caso e valuteremo come muoverci”. Il pronunciamento è arrivato ieri mattina dopo quasi due mesi da quando c’è stato il blitz notturno dei carabinieri del Nas che ha fatto poi scattare l’ordinanza del sindaco. I 32 anziani potranno rimanere nella struttura sita nel quartiere Santa Maria di Fabriano in virtù del contratto stipulato, ma senza essere assistiti dalla cooperativa per l’assistenza sanitaria. Nel procedimento avviato da un ricorso depositato dai familiari degli anziani, infatti, i giudici del Tar hanno motivato la decisione evidenziando come la struttura alberghiera non fosse provvista di autorizzazione per l’esercizio di attività sociosanitaria per anziani o soggetti non autosufficienti e per mancanza dei requisiti strutturali e igienico-sanitari imposti dalla disciplina di settore. L’attività alberghiera potrà continuare a essere svolta regolarmente. Arrabbiati i familiari degli utenti ospiti al Gentile. “Chiediamo al sindaco – riferiscono – di venire a parlare con i parenti delle persone che sono ospitate presso la struttura: solo così si renderà conto in maniera diretta della situazione, delle condizioni delle persone, dell’ambiente e della soddisfazione dei familiari che in questa sistemazione hanno trovato tranquillità e sicurezza”. Non è chiaro quello che succederà nei prossimi giorni. Spetta all’Amministrazione comunale trovare eventuale sede alternativa per i 32 nonnini che dovrebbero lasciare l’hotel anche se posti liberi, in altre strutture della zona, non ci sono. Gianvito Marinaccio, titolare della Cooperativa Iris, invece, torna a chiedere tempo proprio al Comune: “Stiamo lavorando – dichiara – per avere, entro circa sei mesi, una nuova struttura, con tutti i criteri per essere una residenza protetta. Dateci tempo. Non fateci mandare via gli utenti che hanno sempre apprezzato il nostro lavoro”. Nei prossimi giorni l’avvocato difensore, Enrico Carmenati, scioglierà la riserva e deciderà se ricorrere al Consiglio di Stato contro la richiesta di sospensiva non concessa.

Marco Antonini