QUADRILATERO, LICENZIAMENTO COLLETTIVO PER 59 LAVORATORI. RISCHIO INCOMPIUTA?

Fabriano – Il raddoppio della Quadrilatero tra Serra San Quirico e Cancelli e la Pedemontana Fabriano-Muccia a rischio incompiuta? Il termine del lavori, infatti, è stato posticipato di volta in volta e ora rimandato all’anno prossimo. A peggiorare la situazione, però, è arrivata la doccia fredda dell’esubero del personale: 59 lavoratori su 147. Il punto è stato fatto a Borgo Tufico da parte dei sindacati Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, rappresentati dai segretari provinciali Daniele Boccetti, Luca Tassi e Andrea Casini. L’allarme: “Il 40% della forza lavoro dichiarata esubero dalla Astaldi. Rischio altissimo di incompiuta per la Pedemontana Fabriano-Muccia. Più probabilità per il raddoppio della 76”. I rappresentanti sindacali hanno proclamato due giorni di mobilitazione e un incontro urgente con la Astaldi. Chiesto anche un intervento da parte della Regione Marche. “Respingiamo con determinazione – riferiscono – la procedura di licenziamento collettivo per 59 lavoratori su 147 occupati presentata dalla Astaldi il 18 giugno scorso. L’azienda, esecutrice dei lavori di raddoppio della SS76 e della Pedomontana Fabriano-Muccia, ha dichiarato un esubero strutturale di 14 impiegati e 45 operai che lavorano nei cantieri di Cancelli e Borgo Tufico”. Una decisione, motivata dalla Astaldi con l’impossibilità di andare avanti nelle lavorazioni con i tempi ipotizzati, dopo che nelle sedute del Cipe del 26 aprile scorso e successive, non sono entrati in discussione i finanziamenti del terzo/quarto lotto della Pedemontana delle Marche e la perizia 6 del lotto 1.1. Rabbia e polemiche. “Una notizia inaspettata quella del licenziamento collettivo. Un numero sproporzionato, una provocazione. Per questo, dopo le assemblee mercoledì, abbiamo proclamato due giorni di sciopero. La prossima settimana, avremo il primo incontro con l’Astaldi per l’avvio del percorso sindacale, giovedì prossimo con ogni probabilità. Ingiusti e immotivati, questi licenziamenti – dichiara Daniele Boccetti – perché il piano di esuberi non tiene conto delle situazioni personali dei lavoratori. Tanto più che in questi cantieri fino alla scorsa settimana si è effettuato straordinario. Si sta riflettendo sul ricorso agli ammortizzatori sociali, nello specifico la cassa integrazione. Rimane il fatto che la procedura di licenziamento collettivo è irricevibile e porteremo la vertenza ai più alti livelli possibili”. “Ci sono lavorazioni ferme a causa di problemi fra Quadrilatero e Astaldi. La prima, nel marzo scorso durante un incontro, ci aveva rassicurati sui finanziamenti per la Pedemontana attraverso il Cipe, ma ciò non è successo. Fino alla seconda metà del 2019, ammesso che il Cipe finanzia il tutto, non potrà essere cantierizzata. Dopo il 75esimo giorno, la Astaldi, dal primo settembre, può licenziare. La Quadrilatero ha le sue responsabilità, il primo lotto della Pedemontana – che sta per terminare – è stato oggetto di discussione per due anni, non è concepibile. Il problema è per tutti i 147 lavoratori, non solo per i 59 dichiarati oggi esubero. Vogliamo chiedere un incontro congiunto con Quadrilatero e Astaldi” conclude Andrea Casini. Le ricadute occupazionali spaventano tutti. Per i sindacati è inaccettabile che si apra il licenziamento collettivo quando l’opera deve essere completata per il 40 per cento circa per la SS76: entro fine luglio si dovrebbe aprire il tratto Cancelli-Fossato di Vico, mentre il completamento riguarda essenzialmente il vecchio tracciato per allargamento gallerie e rifacimento dei viadotti. Per la Pedemontana Fabriano-Muccia partita solo per un lotto: vale a dire circa nove chilometri su 40. A disposizione ci sono 174milioni di euro di opera da realizzare, 10milioni circa per la SS. 76 e il resto sulla Pedemontana. “Ad Anas e Quadrilatero chiederemo che si sblocchino gli atti di loro competenza – rimarca Luca Tassi – con pressing sul Governo affinché si convochi una riunione del Cipe e si sblocchi questa situazione. Tutti devono fare la propria parte, non c’è un problema economico”.

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In viaggio sulla SS76. La partenza, da Fossato di Vico, alle 11,30. L’arrivo a Serra San Quirico, superando la SS76 tra Umbria e Marche, alle 12,15. Non è uno scherzo. 35 chilometri in 45 minuti nonostante l’apertura, un mese fa, del tratto provvisorio al confine tra le due regioni e di una piccola porzione ad Albacina. Chi pensava che l’avanzamento dei lavori per il raddoppio della tratta avrebbe portato delle agevolazioni al traffico si sbaglia. E il viaggio fatto conferma l’esigenza di completare l’opera quanto prima. Sul banco degli imputati salgono tre fattori: nuovi tratti aperti provvisoriamente senza doppia corsia; limite di velocità fisso a 40 chilometri orari, un numero che non si riesce a rispettare nemmeno se il guidatore si concentra e spegne la musica; svincoli chiusi, come nel caso degli automobilisti che devono andare a Cerreto d’Esi o Matelica e provengono dalla Vallesina o il curvone a gomito a Cancelli che manda in tilt le auto, figuriamoci i mezzi pesanti. D’accordo: è una limitazione momentanea in attesa della fine dei lavori, ma così risulta difficile percorrere la tratta. Leggi anche: https://www.radiogold.tv/?p=28558.

A Fossato di Vico, alle 11,30 ci sono poche auto e molti camion. Entriamo nell’area di servizio. Davanti a noi gli operai del cantiere lavorano. Con il transito dei tir l’aria diventa pesante. Per rientrare sulla 76 facciamo la prima curva scomoda: con un po’ di agilità tutto si supera. Il cartello dei 40 km/h ci ricorda di andare piano. Poco dopo ecco l’avviso del controllo elettronico della velocità tramite dispositivo posizionato a lato della carreggiata. Subito si forma una lunga fila. Tutti rallentano. Nessuno vuole prendere la multa. Sorpassare è vietato. Iniziamo la serie delle nuove gallerie. La più lunga, misura 2,8 chilometri. Non è facile vedere la luce alla fine del tunnel perché la velocità si è ridotta a 30 e i sistemi di areazione all’interno non funzionano perfettamente. Ci mettiamo 11 minuti per arrivare all’uscita di Sassoferrato e percorrere pochi chilometri. Lo svincolo di Cancelli-Campodiegoli è enorme, sembra di arrivare in una grande città. Metti la freccia dopo più di anno (prima, causa lavori, bisognava andare a Fabriano Ovest e tornare indietro per raggiungere le zone servite da questa uscita) e ti trovi improvvisamente, lungo la rampa di uscita, una curva a gomito. Se non la prendi bene devi fare due manovre. Ci fermiamo da una parte, attendiamo il passaggio, con doppia manovra, di qualche auto e un camion e andiamo a prendere la rotatoria per rientrare sulla 76. Ti rimetti alla guida con calma e ti trovi davanti a te la galleria Campodiegoli, ma hai lo stop: per entrare in carreggiata devi dare la precedenza a chi già viaggia, come è giusto che sia. Peccato perché lo stop proprio davanti alla galleria non è il massimo e alcuni tamponamenti sono stati già segnalati.

Sono le 11,45. Partiamo dal nuovo svincolo. Con quattro minuti, sempre a velocità sostenuta, arriviamo a Fabriano Ovest. Qui inizia il tratto con doppia corsia. Ci sono pochi cartelli che indicano la velocità e, per precauzione, procediamo piano. Finalmente, alle 11,56, dopo 11 minuti, vediamo davanti a noi Fabriano Est. Stiamo raggiungendo le gallerie che ci porteranno lungo la costa. Il limite dei 70 chilometri orari scende a 50. E’ il segno che il cantiere riparte. E dalla quinta marcia bisognerà iniziare a scalare!

Alle 12 siamo verso Borgo Tufico. La nuova galleria “Albacina Sud” è annunciata dai cartelli che segnalano il terzo rilevatore della velocità che abbiamo incontrato da Fossato. Facciamo una bella curva-deviazione ed entriamo in galleria. E’ ben arieggiata e la visibilità è ottima. Ci posizioniamo sui 40 Km/h, i camion dietro a noi iniziano a suonare… C’è una lunga coda. Sorpassato il gabbiotto che ti manda la multa a casa acceleri, percorri un pezzo di strada nuova, curvi nuovamente a sinistra e via. Pochi chilometri e trovi lo svincolo di Valtreara chiuso. Bisogna arrivare a Genga. Sono le 12,07: ultime gallerie monotubo. Siamo “fuori dalle gallerie dove si respira un’altra aria!” per usare un detto fabrianese. Serra San Quirico, finalmente! L’orologio segna le 12,15. Ora è un altro mondo: per raggiungere Jesi, Ancona o altre località, si percorre una 76 diversa, tutta a doppia corsia. Con mezz’ora circa arrivi al casello A14 di Chiaravalle percorrendo una quarantina di chilometri. Il confronto con l’altra tratta prima percorsa è presto fatto: percorri 10 chilometri in più in Vallesina, ma con 10 minuti in meno!

Marco Antonini