Rubriche

LE ORIGINI DELLA DANZA E DEL BALLETTO

Cari lettori, con piacere mi sono lanciata in questa nuova esperienza, idea che è venuta chiacchierando con Gigliola Marinelli, tra l’altro persona molto piacevole che vuole realmente aiutare e dare spazio ai giovani. Come vi accennavo voglio iniziare questa avventura non per pavoneggiarmi del mio sapere (anche perché c’è sempre da imparare), ma per condividere con voi questo meraviglioso mondo che è la danza, sono qua anche per confrontarmi e accetto volentieri consigli da tutti voi. Allora siete pronti? Iniziamo con un po’ di storia… La danza è una disciplina vastissima, trae le sue origini dalle espressioni etniche e popolari, dai balli di società fino ad evolversi come arte dello spettacolo, fino al XX secolo riguardava solo il teatro e successivamente anche il cinema e la televisione. Quando oggi sentiamo di danza Classica, Neo Classica, Moderna e Contemporanea parliamo di tipologie di danza nate dalla cultura occidentale-europea, con stili e terminologie poi diffuse in tutto il mondo. La Danza occidentale è strettamente collegata allo sviluppo culturale derivante dall’Antica Grecia, dal Medioevo ed in seguito dal Rinascimento italiano. Quindi possiamo affermare che l’attuale Danza occidentale ebbe origine culturale proprio qui in Italia. Nelle corti italiane rinascimentali si sviluppò una forma ricercata di ballo che prevedeva norme da seguire e un certo studio di passi e movimenti. Nel Quattrocento la figura del maestro di ballo era molto richiesta per istruire i signori e i cortigiani. La danza infatti era ritenuta una vera e propria forma di educazione per la compostezza, l’atteggiamento nobile, le convenzioni sociali della cavalleria e della galanteria.

Anche se la danza occidentale ebbe origine culturale in Italia, il suo sviluppo artistico fu in Francia. Nel 1581 presso la corte di Francia nacque il primo balletto della storia, il Ballet Comique de la Reine, composto di brani recitati, danzati e cantati. Dobbiamo a Re Luigi XIV, che amava molto danzare ed esibirsi in prima persona negli spettacoli di corte, la nascita nel 1661 dell’Académie Royale de Danse, istituzione per la definizione delle regole inerenti a quest’arte. E’ proprio per questo motivo che la terminologia del balletto classico è universalmente in lingua francese.

Nel 700 ci fu un’ulteriore passo avanti importante a livello stilistico: la danza non venne più ideata per la messa in scena all’interno delle corti, ma fu ripensata per la visione su un palcoscenico teatrale. Le scenografie si caratterizzarano per usare linee diagonali mentre per gli atteggiamenti dei ballerini che dovevano mostrare una cura eccessiva della forma, a scapito dell’espressione. Del resto ricordiamo il Settecento come “il Secolo delle riforme”. Il pensiero illuministico spingeva verso la natura, la ricerca degli aspetti più genuini, il ritorno dell’umanità alla sua essenza.

Durante l’800, inizia la diffusione del Balletto Romantico, basato su una nuova sensibilità, una nuova visione del mondo più libera ed appassionata, che rompe le vecchie certezze per recuperare una realtà inesplorata legata ai sentimenti. È del 1832 la messa in scena all’Opéra di Parigi di La Sylphide, il primo esempio di balletto romantico, dove venne introdotto anche l’uso delle punte e del tutù e la ballerina che ebbe il ruolo principale fu Maria Taglioni. Da qui in avanti nacquero tutti i più famosi balletti classici chiamati di “repertorio” proprio perché verranno tramandati nel tempo fino ad arrivare ai giorni d’oggi. Per ora mi fermo, è talmente vasto questo mondo che starei qui a scrivere per ore, spero di non avervi annoiato con questo piccolo accenno alla storia della danza e del balletto. A presto!

Marinella Mazzoni