SOLIDARIETÀ A LEILA BEN SALAH

Che i social network siano diventati molto pericolosi è sotto gli occhi di tutti da tempo, ma quando dal pettegolezzo e dai sentimenti in piazza virtuale a tutte le ore si passa alle offese gratuite, è segno che il clima si è deteriorato e serve un’inversione di rotta. Come spesso accade il problema principale, dove tutti hanno una ricetta per tutto, è quello dell’ integrazione. A rimetterci, stavolta, è stata la giornalista Leila Ben Salah, attualmente in forza in una testata giornalistica medico scientifica, Nurse24. In uno dei tanti gruppi dedicati la città della carta, il dibattito è uscito dal binario. ”Vai in un altro paese dove ti senti a tuo agio, nessuno ti ha invitato qui” è la sintesi dell’attacco subìto dalla donna in realtà fabrianese a tutti gli effetti. Leila, sposata, con figli, padre arabo, madre italiana, ha reagito con classe senza perdere la sua abituale classe, ma la ferita brucia e anche tanto. È proprio lei a confidarci come sia difficile vivere in certi contesti. ”Sono rimasta molto male da quelle parole. Ne ho sentite tante da anni, da quando sono piccola. Io e mia sorella – ha detto al Corriere Adriatico – scrivevamo il cognome senza H finale e tutto attaccato per evitare rogne. Ogni volta che qualcuno ti invita a tornare nel tuo paese (che non si sa quale dovrebbe essere visto che sono nata qui) ti piange il cuore. Mi spiace per una città come Fabriano, città dell’Unesco. Mi spiace – ha spiegato – che questa gente continui a rappresentare un numero crescente nella società Fabrianese. Però devo dire che mi ha fatto molto piacere che il sindaco abbia preso le mie difese e che lo abbiano fatto molti amici e colleghi che mi conoscono da una vita. Loro sono la dimostrazione che nonostante tutto non c’è altro posto al mondo dove vorrei e dovrei essere ora”. Tantissimi, infatti, hanno preso posizione a partire dal sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli. ”Saremo più forti e più numerosi – ha ribadito il primo cittadino – di quelli che hanno, in maniera ignobile e vergognosa, insultato e attaccato Leila Ben Salah. Saremo anche più forti e numerosi di quelli che stanno strumentalmente, e per meri interessi politici, gettando fango sull’attività del centro culturale Islamico della Misericordia guidato da Kader Mekri senza nemmeno conoscerli. Fabriano – ha concluso – è migliore di queste cose qua e l’Amministrazione comunale è con forza al loro fianco”. Il riferimento è anche alle tante polemiche nate a seguito dell’apertura a gennaio del centro culturale islamico di via Cavallotti e, recentemente, del centro di via Buozzi. ”In città c’è un clima pericoloso – sussurrano molti fabrianesi – e anche ciò che andrebbe valorizzato finisce nel tritacarne”. Un esempio è proprio il centro culturale situato a due passi da piazzale Matteotti che effettua corsi di formazione, laboratori e investe sul volontariato come strumento di integrazione. Lo stesso presidente ha rivolto un appello a tutti: ”Prima di criticare – ha detto Mekri – venire a trovarci”.
Ecco il viaggio al centro culturale islamico di via Cavallotti: https://www.radiogold.tv/?p=29669
Marco Antonini