FABRIANO E L’INDUSTRIA 4.0
Si è tenuto il 31 marzo presso l’Oratorio della Carità il Convegno sull’industria 4.0 promosso dalla Fondazione Carifac a Fabriano. Tema cardine dell’evento l’evoluzione del mondo dell’industria verso tecnologie avanzate ed automatizzanti, nonché i loro ipotetici risvolti, positivi e negativi, nel mondo del lavoro. “I tempi ci stanno travolgendo con le loro tecnologie, quindi è importante riflettere su questa evoluzione e su ciò che sarà, per rapportarsi al mondo nel modo più giusto”. Così il Vescovo Stefano Russo, presente al Convegno. In rappresentanza del Comune l’Assessore, candidato Sindaco per le prossime elezioni, Giovanni Balducci: “Questi sono incontri che focalizzando l’attenzione su ciò che sarà il nostro futuro ci aiutano a capirne il significato profondo per migliorarci e per essere pronti ad affacciarci all’era 4.0. Abbiamo bisogno di questa informatizzazione e di esempi concreti per metterla in atto”.
Poi gli interventi dei relatori, primo fra tutti quello del Presidente della Fondazione Aristide Merloni, l’Ingegner Francesco Merloni: “Il cambiamento ormai in atto è continuo ed è sempre più veloce. È una sfida. L’industria 4.0 non è certo un’invenzione di oggi, ma un percorso di automatizzazione in corso già da tempo, che cela aspetti positivi e negativi, ma nel complesso la situazione non potrà che migliorare. Certo, apparentemente potrebbe risultare difficile connettere la robotizzazione e l’evoluzione tecnologica con la salvaguardia dei posti di lavoro, anche visti i numeri, poiché è già stimato che entro il 2020, a causa di questo fenomeno, andremo incontro ad una perdita di oltre 5 milioni di occupazioni. Ma quello che bisogna apprendere è che le nuove tecnologie, insieme alla distruzione dei vecchi posti di lavoro, ne genereranno di altri nuovi. Mai come in questo caso quindi saranno strategiche l’istruzione scolastica, la conoscenza, la specializzazione e la creatività consapevole, poiché le culture artigianali si fonderanno benissimo con questo processo tecnologico-cognitivo. Sarebbe necessario un programma nazionale per il reindirizzamento lavorativo. Fabriano, città creativa per eccellenza, è d’altronde sempre stata capace di reinventarsi, quindi anche stavolta dovremo tutti insieme pensare a ripensarci. Cambiare creando il nuovo, changing minds!”
A seguire il Presidente della Fondazione Carifac, Marco Ottaviani: “Parlerei più di rivoluzione 4.0 che di industria 4.0. La ciclicità è caratteristica della rivoluzione, il movimento evolutivo, ed oggi è necessario ripartire dalla memoria per fare della memoria stessa un progetto per il futuro. Ristrutturare le nostre realtà sulla base del 4.0 è una responsabilità che dobbiamo assumerci, considerando l’informazione come logica consecutio temporum. La conoscenza è la base della buona gestione di questo cambiamento: ora più che mai serve massima flessibilità nel lavoro, accettandone i cambiamenti di natura senza focalizzarsi sulle perdite che ne conseguiranno, ma sui guadagni che se ne avranno grazie alla necessità di creatività. Per noi, certamente, vale ancora di più l’istruzione che le prestazioni sul campo di calcetto.” Conclude così Ottaviani, con questo per nulla velato riferimento alle recenti esternazioni del Ministro del lavoro Giuliano Poletti. A rispondere poi alle domande del moderatore dell’incontro Alessandro Moscè “Come contrapporre il deficit a questa situazione in divenire? Si può essere ottimisti?” è Mario Becchetti, componente della Fondazione Carifac ed ispiratore di questo Convegno: “Aristotele affermava che non possiamo cambiare il vento, ma possiamo direzionare le vele nella giusta direzione. Ecco, noi dobbiamo saper governare questa evoluzione con criterio. È una nuova opportunità, da cogliere mantenendo la centralità dell’uomo. Serve quindi una sorta di Rinascimento culturale, una nuova consapevolezza. Personalmente sono un tecno-ottimista e credo che i vantaggi saranno di più degli aspetti negativi. Dobbiamo però saper sfruttare il Made in Italy ed agire, non basterà meravigliarci!”
Sulla stessa linea di pensiero anche gli altri relatori del convegno, tutti a rappresentanza di quella che è stata e che è ancora l’evoluzione delle dinamiche professionali verso la tecnologia: il Direttore generale della Baldi Carni s.r.l. Emiliano Baldi, il rettore dell’Unicam Flavio Corradini, il presidente di Veneto Banca Massimo Lanza, il rettore dell’Univpm di Ancona Sauro Longhi, il Presidente della Piccola industria Confindustria Marche Diego Mingarelli, il noto maestro cartaio Sandro Tiberi e l’Amministratore delegato della Sida Group Giulio Guidi, che ha spiegato come “I nuovi pilastri di questa evoluzione sono tutti da costruire. Nel dettaglio, ci sono 3 gap da colmare quanto prima: l’ambito informatico-tecnologico, la formazione tecnica e quella manageriale. Questa è la grande sfida che ci pone l’industria 4.0”. Perfetta conclusione pare una citazione del filosofo Karl Popper: “La storia dell’evoluzione insegna che l’universo non ha mai smesso di essere creativo o inventivo.”, perché mai come ora è necessario continuare ad esserlo.
Paola Rotolo – Foto Marco e Giorgio Angelini