CRESCERE INSIEME: A FABRIANO IL SECONDO APPUNTAMENTO DEDICATO ALLE GIOVANI FAMIGLIE
Domani, domenica 18 settembre, nei locali del complesso di San Benedetto a Fabriano, si terrà l’evento “Crescere insieme”, una giornata per tutte le mamme in dolce attesa, le neomamme e le giovani famiglie. L’evento è organizzato da due giovani donne, mamme e professioniste: Claudia Mazzoni, imprenditrice alla guida di mammeinforma.it e Giorgia Tiz, ostetrica domiciliare.
E’ con quest’ultima che abbiamo avuto il piacere di fare una splendida chiacchierata su alcune tematiche portate più o meno recentemente alla ribalta da diverse notizie di attualità.
Innanzitutto, approfondiamo la conoscenza di Giorgia. Diventata ostetrica nel 2008 laureandosi alla facoltà di Modena e Reggio Emilia, decide ben presto di intraprendere la libera professione tornando nella sua regione: le Marche. Una scelta coraggiosa, sia dal punto di vista lavorativo, sia per la tipologia di approccio al parto che Giorgia ha iniziato a promuovere e proporre: un approccio diverso da quello prettamente “medicalizzato”, derivato da un percorso formativo incentrato sulla naturalità e sulla fisiologia della nascita.
Cara Giorgia, iniziamo subito con una domanda su un tema di grande interesse per la nostra città e per la nostra regione. Il tema è quello della crisi delle nascite: esiste, dal tuo punto di vista, questa crisi? Quali sono le cause e i possibili rimedi?
Certamente questa crisi esiste e le cause sono molteplici. Bisogna sicuramente tener conto che lo stile di vita nell’ultimo secolo è radicalmente cambiato: oggi è già difficile riuscire ad essere una coppia e quindi i figli arrivano sempre più ad un’età avanzata e sempre meno numerosi. E’ difficile riuscire ad essere una coppia perché manca un supporto adeguato ai tempi di vita attuali: il lavoro è difficile da trovare e se lo si trova non è stabile, non esiste una rete che sostiene la famiglia in caso di difficoltà di reimpiego e la necessità di percorsi formativi sempre più lunghi per poter rimanere competitivi nel mercato del lavoro fa sì che tutto sia molto più complicato rispetto al passato.
Si diventa coppia e si diventa genitori sempre più tardi e questo sicuramente incide sulla fertilità. Secondo te oggi come è affrontato questo tema? C’è un altro approccio oltre quello strettamente “medicalizzato”?
Partiamo da un presupposto: secondo me la donna è per sua natura fertile sempre, fertile di idee, di concetti, di passioni, di obiettivi, di progetti. Quindi, più la donna riesce ad alimentare questa sua natura a 360 gradi, più riesce ad aumentare la consapevolezza che ha di se stessa e del proprio corpo, tanto più riuscirà ad agire sulla sua fertilità. Intraprendere un percorso che tenda ad eliminare lo stress, a conoscere e saper ascoltare la naturalità del proprio corpo e a capire i suoi segnali, può essere l’inizio di un approccio corretto.
Conoscere se stesse e il proprio corpo, sapersi ascoltare e valorizzare: per una donna si tratta di un problema annoso, per questioni culturali e di tabù tutt’oggi persistenti in Italia…
Sì, ma è un bisogno che non è possibile ignorare: lo dimostrano i gruppi di donne, sempre più numerosi, che nascono spontaneamente proprio con questo scopo, come ad esempio le tende rosse. Ed è proprio su quest’onda di auto-consapevolezza che sempre più donne acquisiscono sicurezza e scelgono anche di non delegare ad altri la nascita del proprio figlio e di partorire in casa.
Ed ecco quindi che entra in gioco la figura dell’ostetrica domiciliare. Che ruolo ha precisamente?
Allora, usciamo da uno stereotipo: l’ostetrica non è semplicemente “colei che fa nascere i bambini”. Anzi, sarebbe meglio che la donna, la coppia, si rivolgesse all’ostetrica prima ancora di essere in attesa. La nascita non è che la fine di un percorso: il lavoro reale è quello che c’è prima, quello che prepara le persone a diventare genitori e li accompagna nell’attesa, non solo della nascita, ma anche del concepimento. E li supporta anche nel post-nascita, perché da lì per la coppia nulla sarà come prima, si apre un mondo completamente nuovo e sconosciuto, tutto da esplorare e conoscere, meglio se non da soli.
Cosa succederà domenica 18 settembre durante l’evento “Crescere insieme”?
“Crescere insieme” è stato pensato sia per le famiglie, sia per coloro che si approcciano a diventarlo. E’ chiaro che i temi trattati ruoteranno prevalentemente intorno alla nascita alla cura del bambino, ma sicuramente la partecipazione è consigliabile a tutti i gli attori, protagonisti e non, di un nuovo arrivo: zie, nonne, ecc. Il programma è consultabile on-line su Facebook, alla pagina dedicata all’evento e l’obiettivo è quello di dare un piccolo “assaggio” di quello che è il mondo che ruota attorno la mia professione.
Un “assaggio”… so, infatti, che ci sarà un bell’investimento nel tuo futuro lavorativo. Sicura di radicarti professionalmente proprio a Fabriano, dove è incerta anche l’esistenza futura del punto nascita ospedaliero?
Beh, io amo la mia “conca”, per questo sto per aprire un mio studio proprio a Fabriano. Qui ho scelto di diventare mamma ed è qui che ci sono le persone a me care. Ed è proprio quando vedi che ciò che ami è in depressione che non puoi fare a meno di impegnarti per portare il tuo contributo e migliorare le cose. Forse le donne fabrianesi, che tanto si sono impegnate nella causa del punto nascita e che hanno sostenuto con forza una lotta importante affinché esso potesse continuare a rimanere aperto nella nostra città, hanno dimostrato un bisogno importante di ascolto, di considerazione. Il punto nascita a Fabriano ha tante potenzialità, pensiamo, ad esempio, alla sala del parto dolce purtroppo fin’ora poco utilizzata. Le donne che acquisiscono consapevolezza delle loro possibilità possono rivendicare il diritto ad avere ciò spetta loro, a partire dalla possibilità di scelta. Ed è proprio su questa scia che vedo il mio studio come un un luogo di condivisione e di approfondimento di un ulteriore punto di vista sul benessere della donna e sul senso e l’importanza della nascita.
Concludo con una piccola provocazione: tra qualche giorno sarà il #fertilityday. Questa campagna lanciata dal Ministro Lorenzin ha suscitato un enorme vespaio di critiche. Secondo te, la crisi di alcuni punti nascita può essere dovuta anche al fatto che le coppie con problemi di infertilità hanno grandissime difficoltà a trovare professionisti in grado di seguirle adeguatamente e quindi sono costrette a rivolgersi fuori?
Onestamente credo che se i punti nascita in crisi venissero valorizzati per quello che già possono riuscire ad offrire sarebbe un ottimo risultato, puntando al sostegno delle nascite fisiologiche e promuovendo la cultura della fisiologia, specie in questo momento in cui Fabriano può contare anche sull’aiuto di nuove osteriche. Inoltre mi sentirei di ricordare a quelle coppie che per vari motivi devono farsi seguire altrove, che – al di là dei medici che possono aver seguito il loro percorso di cura dall’infertilità – la figura deputata alla nascita il più delle volte, quando tutto va bene, è l’ostetrica, non altre. Quindi, ciò che è veramente importante al momento del parto, piuttosto, è avere una struttura che già hai conosciuto prima, di cui conosci il personale e che sei certa saprà accoglierti e accompagnarti nel modo che vuoi tu. In fondo, stiamo parlando di qualcosa di talmente intimo che non può non essere così: checché se ne dica la fertilità non è un bene comune, è un bene che va salvaguardato, protetto e sostenuto, ma non è comune.
Giorgia Tiz vi aspetta domani 18 settembre a partire dalle 9:30 all’evento “Crescere insieme” presso il Complesso di San Benedetto e prestissimo nel suo studio “La stanza di Giò” presso la palestra Le Ninfee.