È MORTO PADRE STEFANO TROIANI

 

Perseo Troiani, al secolo Padre Stefano, il frate francescano umile e colto e dai modi gentili, si è spento ieri sera presso il presidio ospedaliero di Sassoferrato dov’era ricoverato da tempo.                Avrebbe compiuto novant’anni il prossimo due aprile (aveva programmato di festeggiare l’evento il giorno successivo nel Convento La Pace insieme alla “sua” comunità francescana, ai familiari e agli amici di sempre), ma le precarie condizioni di salute, l’età avanzata e un cuore “ballerino” e ormai stanco, glielo hanno impedito.

Se n’è andato come ha sempre vissuto, in punta di piedi, con la discrezione, la serenità e la sensibilità del suo carattere mite e schietto. E’ uscito di scena alla sua maniera, a “fari spenti”, in compagnia dei suoi pensieri profondi e della sua anima nobile. Schivo, timido, poco amante delle luci della ribalta, Padre Stefano è stato, in realtà, il faro che ha guidato, avvicinato e coinvolto, con le sue intuizioni e i suoi progetti culturali, tanti giovani talenti, soprattutto del mondo delle arti visive, non pochi dei quali si sono poi affermati in ambito nazionale e oltre.

Autentica icona della cultura sassoferratese, Troiani ha legato il suo nome alle più prestigiose iniziative di carattere culturale, artistico, letterario, storico e religioso degli ultimi sessant’anni di storia della Città. La sua opera, condotta con intelligenza, competenza, passione, modestia e umanità, ha contribuito a dare lustro all’immagine di Sassoferrato a livello regionale, nazionale ed internazionale quale luogo di promozione e affermazione dei più alti valori della creatività, dell’intelletto, delle scienze umane e dell’arte. Per questi motivi il Comune lo aveva insignito, nel 2004, della onorificenza di “Cittadino Benemerito”.

Troiani aveva diretto per circa quarant’anni la Rassegna Internazionale d’Arte/Premio “G.B. Salvi” di Sassoferrato ed era stato tra i fondatori dell’Istituto Internazionale di Studi Piceni della città sentinate (di entrambi era attualmente presidente onorario). A lui si deve anche l’istituzione del locale Museo delle arti e tradizioni popolari. Per lunghi anni era stato direttore della Biblioteca comunale e del Museo civico archeologico. Aveva fondato, inoltre, l’Istituto per la religiosità popolare e il folklore nelle Marche, con sede in Serra de’ Conti, il Centro regionale per la storia dei movimenti sociali cattolici e la resistenza nelle Marche e l’Istituto culturale Baldassarre Olimpo (questi ultimi due con sede a Sassoferrato).

Studioso instancabile, Padre Stefano si occupava di critica d’arte contemporanea, di storia, letteratura e tradizioni locali e, per questa sua vasta e qualificata attività, gli furono attribuiti prestigiosi riconoscimenti in ambito regionale e nazionale.

Non meno significative le doti umane di Padre Stefano, tra le quali anche quella, oggi piuttosto rara, di saper ascoltare, ed è per questo motivo che molti si rivolgevano a lui per un aiuto o per consiglio: dallo studente desideroso di approfondire le proprie conoscenze, alla persona semplice, dal giovane intellettuale in cerca di occupazione all’artista affermato e così via. Erano in tanti a stimarlo e ad amarlo e lui sapeva ricambiare con affetto. Non a caso, in occasione del suo 80° compleanno, gli fu dedicato un volume con oltre cento contributi di autori vari dal titolo “Scritti e opere in onore di Padre Stefano Trojani”, a cura di Galliano Crinella.

Di recente Troiani aveva pubblicato una serie di raccolte poetiche, l’ultima delle quali “Tra i sensi e i pensieri”, venne presentata lo scorso diciotto dicembre a Palazzo Oliva. Fu, quella, l’ultima apparizione pubblica di Padre Stefano, alla quale, nonostante le cagionevoli condizioni di salute, volle partecipare. Quel giorno, a rendergli omaggio, c’era anche il sindaco Ugo Pesciarelli. E proprio il primo cittadino oggi lo ricorda così: «La Città di Sassoferrato sarà sempre riconoscente a Padre Stefano Troiani per lo straordinario contributo culturale e umano che ha saputo offrire in un lungo periodo di tempo, anche in momenti storici difficilissimi, caratterizzati da una grave crisi economico-occupazionale, come quelli del dopo guerra e all’indomani della chiusura della miniera di Cabernardi, quando la gente, più che di cultura, aveva bisogno di un lavoro per poter sopravvivere. Nemmeno quelle oggettive difficoltà, riuscirono a frenare l’entusiasmo e l’impegno di Padre Stefano, più che mai convinto, a ragione, che la diffusione dei valori legati alle attività culturali ed artistiche sono elementi determinanti per affinare la sensibilità degli individui e per promuovere quei principi etici e morali che costituiscono le fondamenta di una società civile ed evoluta. La sua perdita – sottolinea il sindaco – lascia un vuoto difficilmente colmabile nel panorama culturale della nostra regione».