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CONFINDUSTRIA: ‘NO ALLE NORME CHE TOLGONO LIQUIDITA’ ALLE IMPRESE’

Esprime soddisfazione il Presidente di Confindustria Ancona Claudio Schiavoni per la bocciatura da parte dell’Unione Europea della norma sul “reverse charge” (ovvero inversione contabile) nelle forniture alla grande distribuzione. In una lettera inviata al Commissario Europeo Pierre Moscovici, Schiavoni ringrazia il Commissario per aver accolto le istanze di Confindustria che si è battuta per non far approvare la norma che avrebbe certamente prodotto un’ulteriore riduzione della liquidità delle imprese fornitrici del settore, già in grande difficoltà, senza peraltro ottenere risultati dal lato dell’evasione fiscale. Schiavoni chiede ora al Commissario anche la bocciatura della norma sulla scissione dei pagamenti (c.d. “split payment”), nuovo meccanismo di versamento dell’IVA che produce effetti molto simili a quelli del reverse charge, introdotto dalla Finanziaria 2015 e applicabile già  dal 1° gennaio scorso alle cessioni di beni o prestazioni di servizi nei confronti della Pubblica Amministrazione.

“Il problema – ricorda Schiavoni – non è tanto lo strumento in sé, ma il contesto in cui opera. E’ evidente che il reverse charge (o lo split payment) applicato in un Paese in cui lo Stato rimborsa i crediti IVA entro 15 giorni (come avviene sovente in Europa) non crea nessun problema alle imprese fornitrici; ma lo stesso strumento applicato in un paese “malato” come l’Italia, dove per ottenere un rimborso IVA occorre attendere molti mesi, se non anni, significa trasformare un credito “a breve” nei confronti del proprio cliente con un credito a lungo termine nei confronti dello Stato. Ed è del tutto evidente che un Paese alla continua ricerca di risorse finanziarie non si lascia sfuggire la possibilità di applicare un qualsiasi meccanismo di inversione contabile, perché comunque costituirebbe una discreta fonte di finanziamento”. L’invito che Schiavoni fa al Commissario europeo è quello di tenere nel giusto conto il contesto in cui gli strumenti “autorizzati” devono operare, vincolandoli a norme che tutelino di più le imprese ed impediscano abusi da parte dello Stato.

E’ per questo che Schiavoni chiede anche di intervenire sulle recenti misure di reverse charge applicate al settore edile che tanti problemi hanno creato soprattutto al settore degli impiantisti: un settore già in sofferenza che viene ulteriormente penalizzato da una norma di questo tipo. Continua Schiavoni “ .. e se a questo aggiungiamo il problema, anch’esso strutturale, dei ritardi di pagamento da parte della Pubblica Amministrazione italiana nei confronti dei suoi fornitori ed un paio di condizioni congiunturali come il credit crunch e la difficoltà ad incassare i crediti anche nei confronti dei clienti privati, abbiamo un quadro piuttosto desolante che frena inesorabilmente la crescita economica”.

“Il contrasto a ogni tipo di evasione fiscale deve essere perseguito con fermezza – conclude Schiavoni – l’evasione mina alla radice la corretta competizione tra imprese, con effetti deleteri sia per il bilancio del nostro Stato sia, con riferimento all’IVA, per quello comunitario. Ecco perché i meccanismi di inversione contabile (o analoghi) dovrebbero essere consentiti solo a condizione che lo Stato intenzionato ad implementarli garantisca al soggetto che li subisce il recupero immediato dei crediti IVA figli di tali misure. Solo a queste condizioni norme di questo tipo possono produrre effetti positivi per l’economia degli Stati e ottenere anche l’approvazione degli imprenditori onesti che, a questo punto, non essendo penalizzati, vedrebbero con favore il tentativo di combattere le frodi e i concorrenti “disonesti”.

cs