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MUSEO DELLE BICICLETTE DA RECORD A FABRIANO

Ottimi risultati in termini di presenze della Mostra Biciclette d’Epoca per Antichi Mestieri del collezionista fabrianese, Luciano Pellegrini.  Nel 2014 il riconoscimento d’eccellenza Tripadvisor  e cinquemila presenze sempre nell’anno che ci siamo da poco lasciati alle spalle e ad oggi, tra Pasqua e Lunedi di Pasqua, più di trecento persone hanno visitato la struttura lasciando nel registro delle partecipazioni commenti entusiasti e di straordinario encomio. Per disattenzione, forse, e quindi a torto le cronache cittadine, per la principale festività del cristianesimo, hanno posto in risalto gli esiti del Museo della Carta, della Grotte di Frasassi e delle altre nostre eccellenze, trascurando però, quelli dela Mostra Biciclette d’Epoca per Antichi Mestieri. Eppure il 12 dicembre 2014  un altro importante obiettivo è stato raggiunto da questo nostro personaggio arrivato agli onori della cronaca nazionale partecipando al programma condotto da Giancarlo Magalli su Rai Due, Piazza Grande e questo senza dimenticare che il nostro concittadino Pellegrini, è stato invitato alla popolare trasmissione Rai nel 2005 e nel 2013 per le forti motivazioni derivanti dalla “Originalità della Mostra”, “La cura espositiva”, “L’itinerario di storia e di vita” e per essere “Bellissima”. Aggettivo ricorrente in ogni pagina dell’album presenze riempito di “complimenti, congratulazioni, bravissimi” dai visitatori della Rassegna che sin dai primi anni d’esordio l’hanno subito molto apprezzata. Questo sin da quando il Consiglio Comunale votò all’unanimità un documento che impegnava la Giunta a destinare fondi nel Bilancio 2007, per proseguire il sostegno alla iniziativa (la Mostra era allestita su due piani e ospitata in via Cialdini 45 con il contributo determinante concesso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana) e sino a quando non venne trovata l’attuale degna sede, in via Gioberti – Galleria delle Arti, tra i locali comunali in ristrutturazione. Una scelta lungimirante, tesa all’incremento del flusso turistico in città, proprio nel cuore del Centro Storico,  fazzoletto d’area urbana che ingloba al suo interno, anche la galleria dedicata a Mannucci, ottenuta grazie all’impegno pubblico e del privato (Pellegrini, ha accordato gratuitamente i suoi oggetti preziosi all’Amministrazione e alla città) che dopo tanti momenti itineranti (è stata ospitata anche Cerreto d’Esi nella bella sala di Palazzo Refi) ha ora una collocazione davvero incantevole dovuta al complesso architettonico e al numero degli esemplari raccolti: dai trentotto iniziali agli attuali ottantadue, tre dei quali acquistati di recente da Pellegrini: parlo di quella appartenuta al capostipite della famiglia Zannella, approntata per la vendita di cravatte e ombrelli, l’altra del fioraio e quella del pianoforte.

Come sappiamo, due ruote d’epoca impiegate per compiere mestieri ed attività commerciali che costituiscono a tutti gli effetti uno autentico trattato di storia italiana che dagli anni Venti arriva agli anni Sessanta. In pratica, con il libro “Mestieri in Bicicletta” edito nel 2012, scritto da Terenzio Baldoni, viene storicizzato su carta un patrimonio di valore e  soprattutto s’è data consona dimora ad un proprietà privata che grazie alla cooperazione con il pubblico è oggi fruibile (insieme alle tante altre potenzialità turistiche di Fabriano) per cittadini, visitatori, turisti, scolaresche, circoli, associazioni e chi più ne ha più ne metta. La nuova Sala Accoglienza, qui i gruppi prima della visita vengono informati su cosa vedranno, dotata di cinquanta posti, allestita in uno dei locali adiacenti ad una delle sale espositive è la prova della strutturazione che con il tempo viene data alla Mostra che “rivela in tutta la sua drammaticità lo sforzo, la fatica della vita quotidiana in quel periodo quando gli italiani ricominciavano a vivere, con il sudore del proprio lavoro, una vita dignitosa dopo gli eventi difficili del dopoguerra della prima e della seconda guerra mondiale”. Sforzo, fatica e passione posta da Luciano Pellegrini nella raccolta di questi pezzi unici in ogni parte d’Italia, una vita spesa a scovare rarità da Nord a Sud del Bel Paese Italia, profondendo risorse a iosa per venirne in possesso. Solo qualche esempio senza andare tanto lontano, il noto personaggio fabrianese, ex campione di pugilato e commerciante, per acquistare il mezzo del bombolaio ha raggiunto San Benedetto del Tronto più volte, perché in questo comune di mare aveva scoperto la bici risalenti al periodo del dopoguerra quando ancora il metano non era arrivato nelle case e le bombole erano il mezzo insostituibile per cucinare. La necessità aguzza l’ingegno e di conseguenza prima dell’avvento dell’Ape Piaggio, i fornitori dei contenitori di gas si erano opportunamente attrezzati con le due ruote. Stesso discorso per il venditore di pesce ambulante, fautore di un banco da portare in vie e piazze. I visitatori d’oggi possono quindi ammirare le biciclette da lavoro del prete, dei venditori di piadina romagnola, dei giocattoli, di mercerie, del cinema, del teatrino siciliano, dello smielatore, dal calderaio, del portapacchi delle poste, del teatro dei burattini, dei pompieri, del barbiere, del burattinaio, del fabbro-maniscalco (ha più di cento anni) del Medico Condotto dotato addirittura di un motore di supporto Mosquito, del Cantastorie dotata di grammofono e pensate del contenitore per offrire le noccioline, del Castagnaro, del Sarto e del Falegname. e tanto, tanto altro ancora.  Si può dunque dire che il primo regalo al comprensorio montano e a diversi milioni d’italiani di Luciano è quello di poter vivere in diretta momenti di svago, d’interesse e stupore per gli occhi e la mente. Il secondo, se vogliamo ancor più qualificante, è l’aspetto culturale. Pellegrini, da innamorato della vita, pieno di passioni ed istinto, ha portato a termine un percorso di ricerca virtuoso e potente che informa sull’attività economiche dei nostri avi, contestualizzandole in uno straordinario mosaico di ben ottantadue reperti storici di gran valore  sociale che ci aiutano a capire chi siamo e da dove veniamo.

Daniele Gattucci