MATERIALISMO E SPIRITUALITÀ – di Paolo Gionchetti

Un bisogno di ricerca autentica nella conformità spirituale ma non per questo deve esserci un dominio imperante dell’immateriale soggiacendo nella materialità. Il XXI secolo si è rivelato disarmonico per alcune aspettative personali, nelle esigenze interiori ma non per questo bisogna avere un’ottica conservatrice incentrata sull’etica della sacralità. Se si appoggiano le basi su posizioni spirituali assolutistiche, si sovvertiranno in atteggiamenti fondamentalisti. Lo scopo è una pluralità di concezione nella visione della vita, un pluriverso di stimoli per un conseguimento concreto, prendendo corpo il desiderio in qualcosa, negli assiomi che ne determinano la certezza intuitiva. Ernst Jünger (1895-1998), noto scrittore tedesco, in un suo saggio “Foglie e pietre” (Adelphi, 1994) annotava che “Esistono alcuni grandi e immutabili parametri in base ai quali il valore dell’uomo dà la misura di sé”. Sicuramente è un dato di fatto intangibile: la rincorsa nel tentativo di dare un senso all’esistenza individuale, al formativo intento di tessere rapporti con altri individui. Il vivere nello stesso ambiente a volte non determina la comunicazione, perché in quello stesso ambiente c’è dispersione, il dualismo autentico come sintomo corporeo metafisico dell’individuo porta a non “ritrovarsi”. Il materialismo nell’individuo si focalizza su quell’infrastruttura che divengono sintomo di egoismo, isolamento fino a scaturire depressioni. A volte si è inerti di fronte al reale bisogno di qualcosa, il soddisfacimento temporaneo da una richiesta imposta. Si dovrebbe tentare di ridimensionare quel “io” proprio, e rivalutare il “noi” nello stare insieme. Instaurare quei legami autoctoni che non è solo con la famiglia ma è con tutte quelle persone che credono nell’unione e condivisione reciproca non palpabile, che sicuramente è l’amore, la generosità e l’amicizia. Questi quesiti valoriali sono ancora insiti nel nostro io? Siamo disposti ancora ad ascoltare il prossimo e instaurare dei legami solidi d’amicizia? La modernità può sembrare un’anomalia? Una frattura nella civiltà, una dinamica utopica di un pensiero astratto. Innovare la percezione a un nuovo metro morale, non chinando il capo al “tempo della tecnica” ma instaurare un equilibrio interiore d’impatto con la comunità.