GIANCARLO CASELLI E PAOLO FLORES D’ARCAIS DIBATTONO A FABRIANO IN ANTEPRIMA NAZIONALE SU: ‘GIUSTIZIA: ANNO ZERO?’

Due personalità di eccezione nel panorama culturale e della giustizia italiani si confronteranno a Fabriano, giovedì 20 novembre alle ore 20.45 presso l’Oratorio della Carità, in un dibattito di straordinaria rilevanza vista l’autorevolezza dei relatori presenti e l’importanza del tema trattato, organizzato dall’Associazione Giuridica Fabrianese ‘Carlo Galli’. Giancarlo Caselli, magistrato, come giudice istruttore del Tribunale di Torino dalla metà degli anni ‘70 alla metà degli anni ‘80 ha trattato reati di terrorismo riguardanti le Brigate Rosse e Prima Linea. E’stato componente del Consiglio Superiore della Magistratura. Subito dopo l’assassinio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino chiede di trasferirsi a Palermo: negli anni delicatissimi che vanno dal 1993 al 1999 ricopre il ruolo Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo ottenendo importantissimi risultati nella lotta alla mafia come l’arresto di boss del calibro di Leoluca Bagarella, Gaspare Spatuzza, Giovanni Brusca. Dopo aver ricoperto il ruolo di Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Torino, nel 2008 viene nominato Procuratore Capo della Repubblica di Torino con voto unanime del Consiglio Superiore della Magistratura. Il 18 dicembre 2013 lascia la magistratura a seguito del pensionamento. Paolo Flores d’Arcais, filosofo, studioso di Albert Camus e Hannah Arendt, è direttore della prestigiosa rivista culturale MicroMega che ha ospitato i dibattiti più importanti degli ultimi decenni in materia giuridica, politica e culturale. L’occasione della presenza di entrambe le personalità a Fabriano è data dalla presentazione, come prima data nazionale, del nuovo numero monografico della rivista MicroMega, interamente dedicato al tema della Giustizia, nel quale figura come autore di uno dei saggi pubblicati anche l’avvocato fabrianese Daniela Ghergo. ‘Un confronto tra le opinioni delle personalità più autorevoli del settore – magistrati, avvocati, giornalisti – dalle quali emerge la denuncia di un sistema giudiziario pensato apposta dalla classe politica per garantire impunità ai potenti. Negli ultimi vent’anni non c’è stato governo che non abbia promesso una “riforma” della giustizia e puntualmente ci siamo ritrovati un sistema sia penale sia civile sempre più lento, ingarbugliato, illogico che offende i sacrosanti princìpi della civiltà giuridica individuati già 250 anni fa da Cesare Beccaria: certezza della pena, tempi rapidi e trattamento umano. Nel nostro paese vige invece una giustizia ‘ingiusta’, forte con i deboli e debole con i forti, in cui chi ha santi in paradiso ha la sostanziale garanzia di farla franca, e chi non può permettersi costose difese rischia di non vedere garantiti i propri diritti. Un ‘garantismo’ all’italiana, a cui orgogliosamente MicroMega oppone un intransigente giustizialismo, ossia la rigorosa osservanza del principio che campeggia in tutte le aule dei tribunali: la legge è uguale per tutti.’