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IL FUTURO E’ NELL’ARTIGIANATO – di Alessandro Moscè

La città in crisi tenta la ripresa e lo fa puntando su alcuni settori chiave: turismo, cultura e soprattutto artigianato. La mostra della scorsa settimana, che ha visto protagonista anche Radio Gold direttamente sul posto, ha dimostrato che la grande industria può essere sostituita solo con una costellazione di piccole imprese artigianali. Non più un monopolio, ma un insieme di piccole realtà produttive che ricostruisca, lentamente, il tessuto occupazionale. L’Expo 2014 è stato un evento che ha ospitato i maestri artigiani della nostra storia recente, uno spazio privilegiato dove tradizione e innovazione si sono fuse nella creazione di opere di valore. Abbiamo visto i mestieri delle antiche botteghe e le arti perdute che si riscoprono in un percorso armonico per Fabriano e il comprensorio.La Mostra dell’Artigianato appare ancora il luogo dove vecchia e nuova creatività si sono incontrate e hanno preso forma per diventare esclusività. Pezzi unici plasmati da mani sapienti, dedicati a chi ama distinguersi. Classico, moderno e contemporaneo: quindi una bella vetrina d’occasione. Torniamo all’innovazione. C’è un libro di Stefano Micelli, dal titolo “Futuro artigiano” (Marsilio 2011) che la dice lunga. Cosa unisce le principali griffe italiane all’industria delle macchine di precisione che esportiamo in tutto il mondo? Cosa lega la produzione di pezzi di design in serie limitata e la realizzazione di luna park e grattacieli su misura? Il filo rosso che attraversa il Made in Italy di successo è proprio il lavoro artigiano, un tratto della nostra esperienza cui non diamo il giusto valore. Il saggio descrive il nostro paese dove il saper fare continua ad essere un ingrediente di qualità. Racconta i molti mezzi con i quali è possibile declinare al futuro un’eredità che merita una scala internazionale. E’ un viaggio in un’Italia forse poco nota, ma vitale e sorprendente. La riscoperta del lavoro artigiano, non solo da noi, supera i confini dell’economia. Ci costringe a riflettere su cosa dobbiamo intendere per creatività e meritocrazia, e sulle opportunità di crescita per le nuove generazioni. E’ da chi che bisogna ripartire, perché il lavoro non si cerca più, si crea. L’artigianato va portato immediatamente nel futuro. Oggi molti campioni della moda come Bottega Veneta o Brunello Cucinelli rivendicano la propria artigianalità come valore da promuovere su scala globale. Nel campo del design, grandi gruppi come Molteni prendono atto di un vantaggio competitivo fatto di flessibilità e personalizzazione, entrambe caratteristiche che devono molto al sapere artigianale. Anche nella meccanica si riscopre l’artigianalità: i costruttori di macchine utensili sono consapevoli che la capacità di stare sul mercato dipende dall’abilità di ascoltare i clienti difficili e di tradurre le loro richieste in prodotti su misura. Non ci resta che proseguire sulla direttiva già tracciata, stavolta con la partecipazione attiva e la solidarietà dell’intera Fabriano, troppo spesso colpevole di essere stata solipsista e chiusa in un inspiegabile egoismo.

Alessandro Moscè