CSA FABBRI: “NESSUNA RESTRIZIONE ALLA LIBERTA’ – IL REGOLAMENTO DI POLIZIA URBANA E’ DA RITIRARE”

Martedì 15 luglio ore 18:30 concentramento davanti alle poste di Fabriano (Piazzale Giambattista Miliani) Biciclettata collettiva al giardino Violiamo il regolamento, reclamiamo il nostro diritto alla città! Porta bicicletta o cane al guinzaglio. Disobbedisci con noi ai nuovi divieti imposti dal nostro sindaco sceriffo!

Da alcuni giorni è entrato in vigore a Fabriano il nuovo regolamento di polizia urbana e rurale, con cui la giunta comunale della città ha introdotto una serie di regolamentazioni che puntano a limitare le libertà dei cittadini. Il consiglio comunale ha approvato questa disposizione attraverso un voto compatto da parte della maggioranza, nonostante una ferma opposizione all’approvazione del documento da parte di alcuni membri di minoranza. Con questo testo l’amministrazione cittadina ha deciso di sanzionare alcuni fenomeni e comportamenti, adottando multe che vanno da un minimo di 50 ad un massimo di 500 euro.  Questo regolamento tende a disciplinare svariati ambiti della vita di ogni giorno: dalle modalità di fruizione dei giardini pubblici (divieto ai bambini sopra i sei anni di andare in bici, cani al guinzaglio con museruola) ai divieti riguardo l’utilizzo di bicchieri di vetro all’esterno dei locali oltre le ore 22, passando per una notevole riduzione degli orari in cui i musicisti potranno suonare, perfino all’interno delle proprie abitazioni. Vengono inoltre inserite sanzioni riguardo al turpiloquio, ovvero a quelle esternazioni che risulterebbero in grado di offendere un’idea completamente discrezionale di “pubblica morale”. Non mancano inoltre tutta una serie di norme “antiaccattonaggio” che confermano l’intenzione di questa giunta di trattare il problema dell’impoverimento di massa nel nostro territorio come un problema di mero ordine pubblico e di decoro. Una serie di restrizioni che tendono ad interessare anche altri aspetti e che nel loro complesso confermano nuovamente l’incapacità di tale giunta di aprirsi verso nuove normative, di liberare la città da una retorica repressiva di altri tempi e di dare nuova vita a spazi pubblici e luoghi di incontro. Le norme introdotte rientrano in quella serie di restrizioni riconducibili all’ondata regolamentatrice localistica che si sta scatenando da alcuni anni nel nostro paese. Ordinanze e regolamenti comunali sempre più stringenti sono apparsi in tutta la penisola da una decina d’anni a questa parte, grazie alle possibilità di legiferare in materia, introdotta dalla devoluzione dei poteri agli enti locali. Abbiamo quindi assistito ad ordinanze antidegrado che tendono a limitare l’uso dello spazio pubblico, così come a sanzionamenti di comportamenti ritenuti “non decorosi”, tra i quali bere una birra al parco o sedersi in piazza. Gli interventi più gettonati si sono indirizzati verso stringenti regolamentazioni della movida, dell’utilizzo degli spazi pubblici, delle attività musicali e sono perfino giunti a sanzionare comportamenti ritenuti inappropriati dalla “pubblica morale”. Abbiamo quindi assistito a divieti, sanzioni e prescrizioni che hanno riguardato la socialità, intesa nella sua accezione più generale, e al tempo stesso hanno vietato la mendicanza o, in alcuni casi, l’esibizione di artisti di strada senza il pagamento dell’occupazione di suolo pubblico. Un’intensa regolamentazione del vivere quotidiano che sembra prefigurare un determinato ordinamento della città e delle modalità di fruizione sia degli ambiti pubblici che di quelli privati. Queste modalità repressive e sanzionatorie con cui vengono organizzati i comportamenti tendono infatti ad acquisire caratteri liberticidi. Michel Focault a tal proposito parlava di biopolitica, ovvero dell’incontro tra le sfere del potere e quelle della vita quotidiana. Non appare casuale la comparsa di questa serie di provvedimenti proprio nel momento in cui l’economia sta attraversando il passaggio da un modello prevalentemente produttivo-industriale ad una nuova messa a valore del territorio, spesso basata sulla valorizzazione turistica dei luoghi o sul miglioramento dell’attrattività urbana per le classi benestanti. In tal senso potremmo inscrivere tali ordinanze e regolamenti in quel sistema di biopotere che si lega al concetto marxista di dominio reale, ovvero di un capitalismo che tende a creare forme di organizzazione specificamente proprie, allo scopo di sottomettere la vita fisica e sociale ai propri bisogni di valorizzazione. Per protestare contro il regolamento di polizia urbana e rurale e contro una gestione della città sempre meno democratica, scenderemo in piazza martedì 15 luglio alle ore 18 e 30 davanti alle poste di Fabriano. Invitiamo tutti coloro che ritengono il regolamento comunale liberticida a scendere in strada con noi muniti di bicicletta o cane al guinzaglio; l’idea è quella di muoversi verso il giardino e compiere un vero e proprio atto di disobbedienza civile, violando con un’azione collettiva il contestato regolamento comunale. Scenderemo in strada a reclamare il nostro diritto alla città, perchè la città può intendersi come tale solo se organizzata come una costruzione comune in grado di garantire la partecipazione alla vita pubblica di tutte le fasce sociali. La nostra idea di democrazia infatti si situa ben distante dai processi di rappresentanza e chiama in causa un’idea di partecipazione diretta degli abitanti, volta a decidere sulle questioni locali attraverso un ampio utilizzo dello strumento assembleare. Come Laboratorio Sociale Fabbri continueremo a collaborare con quella parte della città che si è trovata sdegnata da questa ondata di restrizioni e lo faremo con ogni mezzo utile al fine di rendere il provvedimento in questione meno lesivo delle libertà personali. Dal nostro punto di vista si tratta di un regolamento che andrebbe ritirato e riformulato sulla base di un processo realmente partecipativo. Le decisioni sulla vita degli abitanti infatti andrebbero formulate con essi nel maggior coinvolgimento possibile, piuttosto che essere imposte alla città intera dai soli membri della maggioranza consiliare.

Laboratorio Sociale Fabbri