4 ANNI ALLA SCOPERTA DEL GIANO

il Comitato “Alla Scoperta del Giano”, traccia un primo bilancio a 4 anni dalla costituzione. Il punto su obiettivi e lavori in corso lungo il Giano, alla luce dei recenti sviluppi. Il Comitato non ha esaurito la sua azione, tutto altro, è in piena attività. Tuttavia può tirare un primo bilancio dell’impegno profuso per la città ed il territorio di Fabriano. Un resoconto positivo, con più luci che ombre. Le motivazioni tecniche che la giunta Sorci portò per giustificare una nuova copertura del fiume e il “consolidamento” dei ponti medioevali con una camicia di calcestruzzo e fibre di carbonio si sono dissolte come neve al sole. Non vogliamo mettere in dubbio la buona fede di nessuno, certo è che il Consiglio Comunale dell’epoca non fu messo nelle condizioni di esprimere un voto in scienza e coscienza. Grazie all’impegno di tanti fabrianesi che hanno a cuore la valorizzazione della propria città, oggi quello sciagurato progetto è solo un brutto ricordo. Le due più importanti richieste del Comitato sono state ottenute:

o In primo luogo i ponti medioevali non verranno irrimediabilmente danneggiati da un intervento con calcestruzzo che avrebbe comportato un danno certo a fronte di un improbabile consolidamento.
o In secondo luogo il tratto di fiume a monte del ponte dell’Aèra, dietro il mercato coperto, verrà riaperto completamente e non più “tombato”. La variante che l’ufficio tecnico del comune sta predisponendo prevede un nuovo ponte pedonale di collegamento tra la piazzetta di via Filzi e la piazza del mercato. Una delle zone più caratteristiche della città antica caratterizzata dalla tipologia unica delle antiche conce verrà valorizzata e tolta dalla degradante funzione di autorimessa a cielo aperto. Nella variante discussa con il Comitato è anche prevista la riscoperta dell’antico lavatoio medioevale, qualificante punto di accesso al Giano. Auspichiamo che anche la nostra richiesta di prevedere la possibilità con un sentiero laterale all’alveo del fiume, uno spazio che in caso di piena viene allagato ma in normali condizioni è facilmente percorribile, sia realizzato per consentire a cittadini e turisti la visita di quel formidabile monumento che è il ponte dell’Aèra.

Purtroppo non ci sono solo luci in questo primo bilancio della nostra azione, dobbiamo dire con sincerità che a valle del ponte dell’Aèra molte cose a nostro avviso non vanno. Le altissime sponde in calcestruzzo armato a nostro parere sono inutili, considerato come lo sventolato “rischio esondazione” non esiste. Del resto se si giustificava la copertura del fiume in quanto il ponte dell’Aèra è un restringimento dell’alveo va da se che, a valle, più di quella quantità di acqua non può andare e il livello non può salire più di tanto. Quelle sponde così alte potevano essere evitate così come le balaustre in acciaio corten. Troppo pesanti ed elaborate tanto che impediscono la vista del fiume. Meglio sarebbe stato mantenere il progetto originale del Comune più semplice, lineare e, a parer nostro, molto più appropriato. Uno dei tanti progetti che l’amministrazione ha pagato e messo in un cassetto. Non solo questo non ci piace, troviamo fuori scala e non dialogante con le architetture circostanti la altissima sponda realizzata di lato al piccolo Santuario della Madonna delle Grazie. Un vero e proprio muro di gusto cimiteriale con quel marmoreo rivestimento di pietra bianca che impedisce, totalmente, di vedere il fiume e godere di scorci panoramici unici del nostro centro antico.

Auspichiamo che nell’intervento a monte del ponte dell’Aèra si scelga un profilo progettuale meno complicato, con meno materiali stratificati e balaustre semplici, lineari, che consentano il massimo di contatto visivo con il fiume. Auspichiamo e vigileremo con particolare attenzione al restauro di quell’opera monumentale che è il ponte dell’Aèra, a partire dagli gli scarichi più o meno abusivi che vanno eliminati o nascosti. Per anni questa opera, antica di ottocento anni, è stata sfregiata e vilipesa, ora deve tornare allo splendore che le compete. Auspichiamo in ultimo che con il corso d’acqua che scorre finalmente all’aperto e rigoglioso, possano essere poste le basi per un duraturo recupero del rapporto tra la città e il fiume prevedendo la creazione di un vero e proprio “Parco del Giano”.

cs