QUEI FATIDICI ANNI SETTANTA – di Alessandro Moscè

L’iniziativa della scorsa settimana, “Revival 70”, svoltasi a Fabriano, ha aperto una finestra sul controverso decennio del secolo scorso. Gli anni Settanta sono stati assolutamente contraddittori tra loro: la crisi petrolifera, la moda, le radio libere, il terrorismo, il compromesso storico ecc. Nacque la televisione a colori e “La febbre del sabato sera” rese John Travolta un mito. L’Italia seguiva il cinema trash e l’America propinava i serial televisivi. Si fecero strada, nella musica pop, i  Rolling Stones, Bruce Springsteen, Fleetwood Mac, i Carpenters, Elton John, Carly Simon, Carole King, James Taylor, John Denver, gli Eagles, America, Chicago, i Doobie Brothers e il solista Paul McCartney. Il 6 agosto 1978 venne a mancare Papa Paolo VI. Il 26 agosto subentrò Giovanni Paolo I che però morì dopo soli trentatre giorni di pontificato. Il 16 ottobre salì al soglio pontificio il Cardinale polacco Karol Wojtyła, Giovanni Paolo II, che lascerà una traccia profonda nella storia del Novecento con un pontificato lungo ben ventisette anni. Noi amanti del calcio ricordiamo anche lo scudetto del Cagliari di Riva (1970), della Lazio di Chinaglia (1974) e del Torino di Graziani e Pulici (1976). Anni di piombo, durante i quali persero la vita Aldo Moro e Pier Paolo Pasolini in circostanze mai del tutto chiarite. L’uno per mano delle Brigate Rosse, l’altro vittima, probabilmente, di un complotto. Ma gli anni Settanta furono anche caratterizzati  dai figli dei fiori e dalle discoteche. Un decennio di camicie a fiori e minigonne, di jeans a zampa di elefante e caftani etnici, di colori acidi e stampe psichedeliche, di zeppe alte e sandali rasoterra. E ancora lo stile hippie, le camicie tie dye, le blouse messicane, i top ricamati in pizzo crochet. Le ragazze erano molto vivaci e indossavano accessori come girocolli, collari per cani e ornamenti artigianali di legno, conchiglie, pietre, piume, perline indiane e cuoio. Riflettevano perfettamente quel mix di culture, viaggi e contaminazioni esotiche che vari movimenti importati dall’estero rappresentavano. Anni per i quali la nostalgia del passato contagia chi, allora, era giovanissimo. Tutto ciò che non resta ci piace e ci seduce sempre.

Alessandro Moscè