“Ripensate la rotatoria dell’ospedale”, Fabriano Progressista si appella alla Giunta
Di Lorenzo Armezzani e Vinicio Arteconi, Fabriano Progressista
Questa è una lettera aperta alla Sindaca e all’Assessore ai Lavori Pubblici: per favore, ripensate la rotatoria dell’incrocio dell’Ospedale. Le rotatorie danno l’idea di città che vogliamo soprattutto in un incrocio tutto sommato piccolo e così a ridosso del centro storico e dell’abitato. È vero, sono contrari alla sua realizzazione una minoranza di cittadini persone che vanno a piedi, per scelta o per necessità, che si muovono in bicicletta, chi si muove con una sedia a rotelle o con un passeggino. Siamo pochi ma siamo quelli che vivono la città e le sue strade metro per metro. Mettendo i passaggi pedonali così lontani dalle intersezioni, ci costringete a camminare, spingere la sedia a rotelle e i passeggini per decine di metri in più, avanti e indietro, ogni giorno per tutti i mesi, per tutto l’anno. E tutto questo solo per consentire alle auto di transitare più rapidamente. Ai bisogni di chi stiamo realmente pensando: alle persone o alle macchine? Le rotatorie ci spingono lontano dalle attività commerciali che lì già soffrono per i pochi parcheggi e stanno per subire la tempesta dei nuovi centri commerciali che sorgeranno su via Campo Sportivo. C’è poi il consumo di suolo e le nove maestose piante che saranno abbattute solo, dobbiamo ripeterlo, per far passare le macchine. Gentile Sindaca e gentile Assessore, tutto questo serve davvero? Perché non proviamo a pensarci come una città moderna e farci aiutare dalla tecnologia, dai semafori intelligenti, dall’apportare piccole modifiche alla viabilità, dissuasori di velocità e altre soluzioni innovative?
Perché la politica non tiene mai in conto, come cittadini – partiti – maggioranza che governa, di quanto previsto dal nostro statuto comunale sulla partecipazione? Alla fine, anche se non ci piace l’idea di una rotatoria, è normale che la maggioranza che governa, decida. Ma in scelte, special modo come quelle urbanistiche, che coinvolgono totalmente il ritmo di vita in una città delle persone, avere il coraggio di indire un consiglio comunale aperto, un’assemblea pubblica e poi un referendum cittadino, vuol dire non avere la mente chiusa e accettare la democrazia e costruire insieme l’idea di città che vogliamo. In questi giorni sono comparsi dei cartelli sulle piante che saranno abbattute: un tentativo estremo di abbracciarle perché stanno lì da prima di noi e potrebbero starci ancora dopo di noi. Gentile Sindaca e Assessore, ve lo chiedo a nome di quei pochi che non scrivono, non urlano e non sono contrari per partito preso: prendiamoci un po’ di tempo ancora per riflettere oppure aiutateci a capire che noi che contiamo di meno, saremo comunque protetti e tutelati e che non dovremmo ancora una volta difenderci dalle macchine e ripensare, da vecchi, a come in passato era bella la nostra città.

