DALLO STALKING ALLA VIOLENZA, SI MUORE PIU’ DI FEMMINICIDIO CHE DI MAFIA

La città di Fabriano e il Liceo Artistico Mannucci per la giornata mondiale contro la violenza sulle donne: presentato il manifesto creato dalla scuola per l’occasione (vedi foto).

Con l’e-book “Femminicidio. Analisi di una strage” (e-letta edizioni digitali, euro 4,99) si potrà esplorare assieme a Grazia Longo (La Stampa) i percorsi della violenza, incubati quasi sempre tra le mura domestiche, in un’escalation che inizia con primi segnali di stalking e che sfocia troppo spesso in violenze, e persino delitti. Parlare di femminicidio, infatti, non può prescindere dallo stalking, dagli studi sugli stalker e dal dilagare del nuovissimo fenomeno del cyber-stalking. Parlano sociologi e criminologi e le associazioni a tutela della donna Telefono Rosa, Differenza Donna, Osservatorio Nazionale Stalking, Osservatorio di Psicologia della Legalità e della Sicurezza. 

Dal primo capitolo: “E allora basta con le botte. Basta con le minacce e i ricatti. Basta con i sogni d’amore dissolti dai soprusi. Basta con la violenza contro le donne che si spinge fino all’ultimo stadio: la morte. Ma basta anche con la definizione «delitto passionale» dettata dalla fretta e dall’esigenza di farsi capire in modo immediato. Con il rischio, però, di creare solo confusione. Perché di passionale, nel senso più profondo e autentico del termine, queste morti assurde non hanno proprio nulla. E lo stesso vale quando la vittima della violenza viene risparmiata dalla morte, perché ci sono aggressioni, sia fisiche sia psicologiche, che incidono drasticamente sulla qualità della vita. Che trasformano una donna nel fantasma di se stessa. Per non parlare poi di chi paga con la vita il diritto a non essere un fantasma. Nel nostro Paese si registra una percentuale da incubo: una vita spezzata ogni due giorni. Neppure la mafia miete tante vittime..”.