Fabriano, al teatro Gentile un’anteprima nazionale apre la nuova stagione
Fabriano – Il Teatro Gentile conferma la sua vocazione di luogo dedicato alla creazione artistica ospitando in questi giorni la residenza di allestimento di Roberto Zucco, nuovo spettacolo di Giorgina Pi, ultima opera del drammaturgo francese Bernard-Marie Koltès, definito dal “Times” «un pioniere di uno stile di scrittura drammatica completamente nuovo», che debutta in anteprima nazionale domenica 20 ottobre. Le residenze artistiche sono una cifra costante della stagione teatrale di Fabriano al via proprio domenica con questo spettacolo fuori abbonamento – nata dalla rinnovata collaborazione tra il Comune di Fabriano e l’AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del MiC – e rappresentano preziose occasioni per la città che ospita le compagnie per periodi più lunghi, favorendo un maggiore indotto economico e culturale. La traduzione del testo è a cura di Francesco Bergamasco, adattamento, regia, scene e video sono di Giorgina Pi, colonna sonora originale di Valerio Vigliar, ambiente sonoro a cura di Collettivo Angelo Mai, interpreti Valentino Mannias con Andrea Argentieri, Flavia Bakiu, Monica Demuru, Gaia Insenga, Giampiero Judica, Dimitri Papavasiliou, Aurora Peres, Alessandro Riceci, Alexia Sarantopoulou. La produzione dello spettacolo è di Teatro Nazionale di Genova, Teatro Metastasio di Prato e RomaEuropa Festival, in collaborazione con Angelo Mai, un progetto di Bluemotion, in accordo con Arcadia & Ricono, per gentile concessione di François Koltès in collaborazione con AMAT, Comune di Fabriano. Informazioni AMAT 071 2072439, biglietteria Teatro Gentile 0732 3644 e circuito vivaticket, anche on line. Inizio spettacolo ore 17.
«Koltès rispetto alla sua scelta di raccontare la storia di un omicida seriale come Roberto Succo disse “c’est la première fois que je m’inspire de ce qu’on appelle un fait divers, mais celui-là ce n’est pas un fait divers”. Zucco – racconta la regista Giorgina Pi – non è un fatto diverso, ma la stessa figurazione del teatro, nella sua essenza, nella sua dimensione politica di raccontare il mondo a partire dal suo scandalo. Non è un fatto diverso, perché per Koltès è “un personaggio mitico, un eroe, come Sansone o Golia, mostri di forza, uccisi infine da un sasso o da una donna”, è un’ispirazione che viene dritta dal reale e dalla letteratura insieme, iscrivendosi in una linea del crimine che li accomuna. Anche per me Zucco non è un fatto diverso: è l’incarnazione contemporanea dell’ossessione della sfida come forma di follia del nostro tempo, incisa in un mondo impari e costitutivamente violento. E quest’asfittica dimensione dell’esistere viene raccontata in questo testo da uno straordinario coro di personaggi intorno, di rara raffinatezza psicologica e capaci di attraversare ulteriori universi oscuri abitati da donne, reietti e corrotti. Questa miriade di volti avvolge Zucco dentro a un ritmo serrato, a un découpage che assomiglia a quello di una sceneggiatura cinematografica».