Le radio cittadine fabrianesi in FM si raccontano a LabStoria
Ho accettato con gioia l’invito del collega giornalista ed anche radiofonico Daniele Gattucci a partecipare all’incontro organizzato da LabStoria, lo scorso mercoledì 13 marzo presso la Biblioteca Romualdo Sassi di Fabriano, nell’ambito del progetto dedicato ad un’ora di storia locale. “Fabriano e l’epopea delle Radio libere. Le emittenti radiofoniche della città ieri e oggi”, un titolo accattivante scelto per raccontare un viaggio nel mondo delle radio FM che hanno accompagnato e accompagnano tutt’oggi la nostra quotidianità nella Città della Carta.
La nascita delle “radio libere” nel decennio ’70 ha segnato un passaggio storico nella comunicazione radiofonica mondiale ed anche locale, ha permesso ai giovani dell’epoca di ampliare l’orizzonte attraverso l’etere e per Fabriano di superare l’”effetto conca” per spaziare, attraverso il linguaggio radiofonico, oltre ogni limite geografico e mentale di una cittadina della provincia montana. Dopo il saluto del collega Terenzio Baldoni, a cui va il plauso di aver creato con LabStoria l’occasione per conoscere degli spaccati di vita cittadina da molti spesso dimenticati, e della direttrice della biblioteca dottoressa Francesca Mannucci, che ha portato i saluti dell’Amministrazione Comunale e dell’Assessore alla Bellezza Maura Nataloni abbiamo “parlato di radio”.
In un momento storico in cui siamo invasi dalle immagini, dalla comunicazione social, dall’apparire più che dall’essere, “parlare di radio “è un gesto quasi rivoluzionario. Posso qui trasmettere, per usare un termine radiofonico, quelle che sono state le mie emozioni, che di fatto dovrebbe essere l’essenza di chi fa radio, dove il potere della parola supera ogni gestualità, ogni apparenza e svela ogni possibile inganno. Ho avuto il piacere e l’onore di sedere ad un tavolo insieme a chi ha reso la radio un mezzo di comunicazione potente, sentendo anche
fortemente il peso e la responsabilità di proseguire sulla strada aperta da questi “signori dell’etere”.
Daniele Gattucci ha raccontato la nascita della prima emittente locale Radio Free con sede a Collamato la quale, con mezzi modesti e tecnologie essenziali, ha acceso per la prima volta i microfoni in Città. Con Luciano Robuffo abbiamo ripercorso la storia di Radio Uno Fabriano, poi Radio Uno Effe, con sede in via Serraloggia al Seminario, che aprì le sue trasmissioni con un programma condotto dal compianto Bruno Sassi e dal collega Roberto Becchetti, in arte Andrea Saliari. Radio Uno Effe, la radio “intellettuale” che ha fatto emergere voci come quella di Gian Mario
Spacca, Roberto Sorci, Luigi Viventi e Luciano Antonini, divenuti poi protagonisti anche della vita politica cittadina e regionale. La radio delle trasmissioni dell’Uomo della Notte don Pasquale Merloni con in consolle Mario Petruio, del giovanissimo liceale Giancarlo Sagramola che prima di andare a scuola leggeva in radio l’Oroscopo di Barbablù, la radio di Edgardo Bacchi, Fabrizio Pescatori, Fabrizio Bertin, Romualdo Bartolini, Cesare Ramazzotti, di Carmine Marino e Anna Sandra Agostinelli, di Patrizia Angeli, Monica Venturini, Simona Di Leo e di quelli del “Mucchio Selvaggio” con Luciano Robuffo, Paolo Camertoni, Aldo e Ugo Visconti, Tomassina Silvestrini e tante altre voci ancora.
Ho ascoltato con il batticuore gli aneddoti che sono tatuati nella memoria dei protagonisti di quell’avventura fino a giungere a Cristina Gregori che, con la sorella Maurizia, sono state le voci femminili storiche di Radio Stereo Marche. Questa emittente, sempre con sede in via Serraloggia, aveva un’impronta differente da Radio Uno Fabriano. II gruppo era capitanato dallo storico e compianto presidente Roberto Pellegrini, in consolle avevamo Olindo Stroppa “The Voice”, il disc jockey Gianni Spalletti animatore anche delle serate al Formula Uno, la prima discoteca cittadina di Fabriano. E ancora gli indimenticati Roberto Gregori e Ettore Barbarossa, la radio di Giorgio Pellegrini, Bruno Zamparini, Cesare Spuri, Serge Alberti e Mauro Di Leo che disegnò il famoso logo di Stereo Marche con il caratteristico leoncino. Una radio che ha visto muovere i primi passi ad un giovanissimo Paolo Notari approdato poi in Rai e tante altre figure del panorama radiofonico cittadino, chiedo perdono per non riuscire a citarle tutte.
Il racconto del collega Mauro Silvestrini dei suoi 48 anni di radio e della sua Radio Blu, radio attualmente ancora su piazza di impronta regionale e che possiamo considerare a tutti gli effetti un network della città di Fabriano, ci ha permesso di capire come si sia evoluta anche tecnicamente la trasmissione radiofonica. Mauro ci ha illustrato tutti i passaggi dal vinile, al compact disc fino ad approdare alle nuovissime tecnologie informatiche che hanno portato alla digitalizzazione della trasmissione radio. Ho colto comunque nelle parole di Mauro Silvestrini un pizzico di nostalgia nel ripercorrere tutti questi passaggi che hanno gioco forza cambiato anche il modo di fare ed essere radio in un contesto socio economico che oggi rende più difficile mantenere e garantire una programmazione al passo con le richieste del panorama radiofonico attuale.
E’ arrivato il mio turno, in punta di piedi e con rispetto, ho raccontato la” mia” radio Gold, un’emittente che ha desiderato cogliere quello spazio mancante e che ha ripreso quel percorso delle radio libere adattandolo alla realtà di oggi. “La radio la fai tu”, claim scelto nel 2011 da Radio Gold, sintetizza il nostro modo di fare radio, dando voce a chi soprattutto voce non ha. Abbiamo declinato in questi anni il principio di condivisione dell’esperienza radiofonica con un territorio intero, con una presenza giornalistica efficace e basata sull’informazione in tempo reale, abbiamo abbracciato le nuove tecnologie e lo streaming come un’opportunità per diffondere il nostro messaggio radio oltre la barriera della frequenza FM. Il desiderio di guardare “oltre” è stato appagato dalla presenza in radio di una generazione giovane che, attraverso il nostro direttore artistico di soli 24 anni Edoardo Patassi, traghetterà Radio Gold verso il futuro. Dai primi ripetitori, dalle prime antenne arroccate sulle cime del nostro amato appennino fino alle trasmissioni in digitale, che oggi hanno permesso anche la creazione di Radio Gold Web Tv, sono i passaggi necessari che garantiranno una continuità comunicativa in cui le radio del passato e del futuro si coniugheranno in una realtà fatta di ascolto, musica, parole, immagini e di informazione volte alla valorizzazione del territorio e della Città di Fabriano.
Desidero chiudere questa “cronaca” radiofonica con un pensiero scritto dalla collega Cristina Gregori che sintetizza quanto l’amore per la radio sia nei cuori di tutti coloro che hanno vissuto il periodo magico delle radio libere locali e che ancora oggi si impegnano a tener vivo questo mezzo di comunicazione con volontà, determinazione e tanti sacrifici.
“L’odore era quello di fumo di sigaretta. Sempre. A qualsiasi ora del giorno e della notte. Chi ha vissuto quei momenti sicuramente è legato anche al ricordo degli odori. Per terra c’era un rivestimento in moquette azzurra tranne che nella stanza del tecnico. Alle pareti invece erano appesi i contenitori per le uova che inevitabilmente diventavano grigi a forza di sigarette e fumo. Sui piatti che giravano incessanti, erano adagiati i tondi panni verdi. I mitici panni verdi circolari anch’essi con quell’odore acre di fumo e qualche macchia di caffè che immancabilmente la signora amica ascoltatrice, ci portava tutte le mattine. I sogni e il futuro, la vita davanti a noi insieme agli amori che nascevano e morivano ad ogni calar del sole. La musica e le voci amiche nelle orecchie, sempre con quelle enormi cuffie in testa e il volume che non si regolava mai e se si regolava, era sempre al massimo. Sognavamo si, sognavamo di cambiare il mondo.
Avevamo la voglia e gli strumenti per farlo: la radio. La radio libera. “Buongiorno con due G” e anche D come Donna a a a a con l’eco, c’era pure “Dedicato a te” mitica trasmissione di dediche per la quale facevamo a botte e “radio up” alle sette della sera, poi arrivava il “notturno” con il Revox che partiva sempre dallo stesso pezzo con Lucio Dalla e Anna e Marco. E i mitici lucchetti al telefono della radio libera e si perché arrivavano le bollette stratosferiche della Sip di chi non esitava a rubare ore e ore di amore via cavo. Radio Stereo Marche iniziò le sue trasmissioni nel giugno del 1977 da Fabriano in via Serraloggia 7 una radio come tante in quel periodo, piena di
belle speranze e un megaripetitore che sparava dal monte Cucco. Alla grande!! altro che Radio Subasio odiatissima rivale. Chi legge e ha vissuto quei momenti, non può non riconoscere anche la “propria” di radio diversa dalla mia certo, ma sempre libera e con quell’odore acre di fumo e la sala riunioni e il lucchetto al telefono grigio e l’orario delle pubblicità appeso dietro al mixer. Ore e ore a parlare. Cercavamo di capire come fare per rendere tutti partecipi. Poi c’erano loro: gli Ascoltatori. “Ti ascolto sempre” “mi fai tanta compagnia” erano le frasi ricorrenti e noi eravamo tutti lì tra il fumo e tanta voglia di fare mentre il mondo fuori andava avanti. Non so se
Radio Conero ha avuto gli stessi inizi. Radio Stereo Marche è arrivata dopo. Eravamo nell’entroterra. Dopo le gallerie. All’altro mondo praticamente. Radio Conero, invece, arrivava da Ancona e questo sembrava già un miracolo. Erano tutti bravissimi e facevano una musica strana, avevano i giochi in diretta, un sacco di ascolti e tante belle pubblicità, gli stacchetti, i jingle!!! Che dire: la radio si ascoltava e facendo attenzione si ascoltava anche il battito del cuore dei tanti ragazzi che vivevano quell’avventura con la forza e l’entusiasmo della libertà. La libertà di dire quello che si voleva. Di criticare chiunque. Di parlare di politica, di urlare la passione,
ascoltare Claudio Lolli. Una radio libera, impegnata, romantica che non aveva l’assillo dei dati di ascolto. Quanti anni, quanto tempo, sembra preistoria. Si, preistoria, forse. La storia insegna, ci sono i corsi e i ricorsi. Ora c’è internet e i social ma la nostalgia di ”quelle” radio è forte. La radio che sentivi amica e vicina. La radio che non ti lasciava mai solo. Che batteva nei cuori, ne sentivi le paure e le speranze sempre in diretta con le tue emozioni. Ora ci sono le regie automatiche, i tempi da rispettare. I panni verdi sono spariti e con loro un certo modo di fare la radio ma la passione di chi ama la radio non si spegne mai. In bocca al lupo a Radio Conero che vuole ssere la radio della sua città con la passione di ragazzi “cresciuti”, ragazzi dai capelli grigi ma sempre con le stesse cuffie, sogni, musica e voglia di raccontare e raccontarsi immaginando un mondo migliore”.
Gigliola Marinelli
Nella foto: Cristina e Maurizia Gregori durante una trasmissione di Radio Stereo Marche
Foto di Copertina: Giulio Brega