FALSO IDEOLOGICO E LA CONDANNA DI PAGLIALUNGA, PARLA STOPPONI

Il caso Paglialunga, dopo la sentenza della Corte di Appello di Ancona, continua a far parlare. Ieri è intervenuto Luciano Stopponi nel corso di una conferenza stampa che aveva convocato lui stesso. “Se non è stato fatto ricorso in Cassazione entro il tempo stabilito per Legge – ha dichiarato – la sentenza è passata in giudicato e quindi l’assessore Mario Paglialunga è ufficialmente un pregiudicato. Devono essere ritirate le deleghe e se il sindaco non lo fa, deve dimettersi lui>. Così Luciano Stopponi che nel 2012 era presente nelle liste dell’Idv per le elezioni comunali come indipendente in quota Partito Repubblicano. Parlando del fatto per cui è stato condannato Paglialunga per falso ideologico, Stopponi ha detto che “la firma sull’accettazione della candidatura era falsa ed ancora non si sa chi l’ha apposta. M auguro che la Procura continui ad indagare.” Poi un appello al sindaco Sagramola. “Il primo cittadino ha detto che bisognava attendere la fine dell’iter giudiziario. Se è effettivamente, così, mi auguro che provveda a ritirare le deleghe all’assessore. Se non dovesse farlo a dimettersi dovrebbe essere Sagramola. Presente in conferenza stampa il capogruppo del Movimento 5 Stelle, Joselito Arcioni. “Sono qui – da detto il consigliere comunale – perché un cittadino ha chiesto di essere ascoltato e noi siamo abituati a comportarci in questo modo. La vicenda giudiziaria, se è vero che si è conclusa, non può passare in cavalleria. Soprattutto perché vorrei ricordare al sindaco che si è preso un impegno pubblico rispetto alla nostra proposta di fuori i condannati dal consiglio comunale. I fatti risalgono ad aprile 2012. Paglialunga, da assessore uscente poi confermato nella giunta Sagramola, ha vestito i panni dell’ufficiale giudiziario per certificare, in vista delle elezioni comunali, la presentazione della lista dell’Italia dei valori, di cui lui stesso faceva parte. Le firme di tutti i candidati sono state giudicate valide, compresa quella di Luciano Stopponi che, però, ha sempre sostenuto di non averla mai messa su quella lista. Da qui la denuncia con la successiva inchiesta della Procura di Ancona che ha portato il perito nominato dalla stessa accusa a stabilire come la firma sia apocrifa, anche se non scritta da Paglialunga.