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‘FRONTE DEL PARTO’: SE IL BUON ANNO SI VEDE DA GENNAIO – di Valerio Mingarelli

Pronti, via. Il 2016, inaugurato dalla Rai 28 secondi prima (in un format di 28 anni prima) si è aperto col saliscendi vorticoso dal carro del vincitore di Checco Zalone, con lo scherno di massa per un ex menestrello (Grignani) apparso in tv strafatto di trebbiano bisolfitico, e con le dita puntate verso una donna (Ilaria Cucchi) che da anni cerca di sapere chi ha spedito il fratello in una bara d’ebano, e che per una foto su Facebook si è beccata una denuncia (!?) nel paese che processa tutti (dai mafiosi ai rubagalline) sui sofà della D’Urso. Ma tant’è, l’Italia che passa il convento è questa: un senatore che scambia Jim Morrison (oddio, non proprio il tamburino della banda comunale di un borgo del Montefeltro) per un borseggiatore plavo suscita più sdegno di un attentato dinamitardo nella fu Costantinopoli o delle mani leste dei palpeggiatori del capodanno crucco. Insomma, la più amata dagli italiani rimane lei: la polemica querula. E Fabriano? Vista da fuori rosica tanto e risica poco, “chiagne e nun fotte”. In compenso, il liquido amniotico della protesta per le prossime esequie del punto nascita del Profili fa da “Bostik” a una comunità storicamente mai coesa. Malcontento legittimo, quello ospedaliero, per una decisione di puro puntiglio politico. Per adesso il “dominus” regionale Ceriscioli ha messo la palla in fallo laterale: l’apertura è a un “dream team” ostetrico unico per Jesi e Fabriano. Una mammana per due: il fronte del parto però non ci sta e resta in trincea, pronto all’assalto alla baionetta del ricorso al Tar. La sommossa ginecologica, pur plausibile, non deve però diventare la pagliuzza che rende miope l’occhio destro impedendo di vedere la trave che acceca quello sinistro. In città ci sono più disoccupati che sampietrini, il foruncolo Veneto Banca al momento è sottopelle ma può sempre fuoriuscire e le disastrate casse del Comune fanno riecheggiare un doloroso “eterno riposo”. Per capirci: i mali che vengono per nuocere si curano al Profili, ma non solo. Insomma, il 2016 com’era prevedibile parte in sordina: se il buongiorno si vede dal mattino, il buon anno si vede da gennaio. L’impressione è che ci toccherà risalire la corrente, un po’ come i salmoni. E sperare, al contrario di essi, di non finire in pezzi in un sushi-bar o in uno fighetto “All you can eat”.

Valerio Mingarelli