LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO

Peter Pan ha paura della sua ombra, gli si scuce spesso di dosso ma ultimamente spaventa se stesso. Il 2016 è appena iniziato e porta con sé già un pesante bagaglio, un fardello che per noi cittadini sarà tristemente tollerabile fino alle elezioni comunali del 2017. Abbiamo già il latte alle ginocchia eppure assistiamo inermi ai primi macchinosi tentativi di confondere le acque, non le idee, perché ahimè ne sono per la maggior parte sprovvisti. I “ragazzi sperduti” pentastellati non faranno alleanze nemmeno se chiamiamo Marcolina e tutto ciò sta generando in Capitan Uncino e Peter Pan ansia da prestazione. Campanellino è volata via, cercano disperatamente una Wendy che con fare materno salvi i ragazzi sperduti dall’Isola che non c’è. Nel frattempo il coccodrillo ricorda a Hook con il suo ticchettio che il tempo sta per scadere. “A mille ce n’è nel mio mondo di fiabe da narrar…” da bambini questo era il famoso intro delle fiabe sonore. Questa città di fiabesco non ha più nulla, non abbiamo più eroi ed eroine, non abbiamo più un padrone da servire, non abbiamo più territori da conquistare. Il popolo, affamato, disilluso e fortemente arrabbiato, grida vendetta e rivoluzione ma non abbiamo più nemmeno i rivoluzionari. Della politica del metal-mezzadro ci sono rimasti solo i forconi che non sappiamo più utilizzare in maniera “creativa”. Ci si chiede di reinventarci creativamente, senza più il becco di un quattrino. E quando nominiamo i quattrini compare la Fata Turchina Fondazione che tutto può e, che ci piaccia o no, quest’anno ci ha salvato il Natale. Però non la dobbiamo nominare: innominata si ma tutti poi a fare l’allegra fila per il pane. In questo delirio universale Noè sta già allestendo la sua Arca: una coppia di tutte le specie viventi, purchè siano accondiscendenti e senza troppe ambizioni sennò,detto in fabrianese, “calate giù”. Noè sembra che stia eseguendo alla lettera i comandi di Dio, ma forse non è il nostro stesso Dio. Ognuno sta pregando un Dio differente: che fine ha fatto il Dio dell’uguaglianza, il Dio della povertà, il Dio della pace e dell’amore, il Dio che elargisce senza chiedere nulla in cambio? Il Dio che ci dice di donare essendo preparati a sopportare l’ingratitudine? Si perché l’uomo è ingrato e finge di farsi comprare. Sta al gioco ma dentro ha una fiamma che brucia, alimentando odio e rancore, pronto a vomitarli alla prima occasione. L’informazione cittadina, che in parte rappresento, in tutto questo brodo primordiale è costretta al ruolo di Biancaneve: candida e pura sfaccenda e ramazza nella sua casa nel bosco in compagnia degli uccellini e di alcuni usignoli che riportano qualche notiziola, giusto per farci tutti contenti. E come i sette nani intenti a scavare nella miniera cercando la notizia preziosa da scrivere prima di tutti, visto che il copia-incolla ai tempi di Biancaneve ancora non era così in uso. Nel frattempo Hansel e Gretel lasciano mollichine di pane tracciando un sentiero nel bosco sperando che qualcuno le raccolga e che si beva le finte notizie che fanno circolare per destare una suspance che ci fa allungare la “solita barba” e farci credere che esista ancora la casina di cioccolata e marzapane. Le fiabe non sono state mai così tristi, nelle fiabe era sempre previsto un lieto fine. Il protagonista batteva sempre sul finale l’antagonista, il bene vinceva sul male, l’amore ha sempre trionfato e le principesse sono sempre state salvate dal principe azzurro sul cavallo bianco. A Fabriano siamo stati così bravi da eliminare anche il rischio di far nascere nuovi principi e principesse: nasceranno tutti a Jesi o a Branca finchè dura. Ci hanno tolto anche la dignità che deriva dal senso di appartenenza ad un territorio, la nostra carta d’identità. Chi di noi sa più chi sono il protagonista e l’antagonista? Andranno insieme a braccetto, magari per confondere le idee, cercando alleanze improbabili con chi di alleanze non vuole nemmeno sentirne la puzza. E allora ronzeranno come mosconi in cerca di “facce nuove” da immolare e a cui regalare una candidatura a sindaco di Fabriano. Bel regalo, credo che qualcuno il secondo giro lo farà nella giostra, la musica sarà sempre quella e Peter Pan continuerà a cercare l’Isola che non c’è, sempre più spaventato dalla sua stessa ombra. Riguardo la sottoscritta mi piace immaginarmi con la Bella Addormentata nel Bosco, con la differenza che ultimamente dormo con un occhio solo: sia mai che il Principe Azzurro non si penta di trovarmi così sveglia e desta???

Gigliola Marinelli