ENERGIA, BIOMASSE. MALASPINA: ‘MARCHE PIU’ RIGOROSE DEL GOVERNO’

“Per mesi la Regione Marche è stata messa alla gogna per aver varato una normativa – che è stata addirittura impugnata – che prevedeva il limite di appena un megawatt per l’assoggettabilità a Via degli impianti e oggi il Governo nazionale ne vara una che fissa a 50/25 megawatt tale limite. Aspettiamo con grande trepidazione il mea culpa di tutti coloro che per mesi hanno gridato allo scandalo, occupando pagine e pagine di giornale, accusando la Regione di fare scempio del territorio marchigiano. Ma di sicuro aspetteremo invano. Nessun commento arriverà sul fatto che, alla luce del sole, oggi emergono tutte le contraddizioni dello Stato nell’aver impugnato la legge regionale delle Marche per poi emanare una normativa nazionale di gran lunga più “permissiva” rispetto alla nostra in materia di Via per impianti a biomasse”. Lo dice l’assessore regionale all’Ambiente Maura Antonella Malaspina commentando il Decreto del 30/03/2015 del Ministero dell’Ambiente, già entrato in vigore, con cui sono state approvate le Linee guida per la verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale dei progetti di competenza delle Regioni di cui all’allegato IV alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006. Tale Decreto è stato adottato in risposta alla procedura di infrazione 2009/2086 che la Commissione Europea aveva mosso nei confronti dell’Italia per il non corretto recepimento da parte dello Stato della Direttiva Europea in materia di VIA.

“La problematica sollevata dalla Commissione Europea coinvolgeva principalmente lo Stato italiano e solo indirettamente le Regioni che dovevano semplicemente adeguarsi alle norme statali! – aggiunge Malaspina – Lo Stato ha provveduto a superare tale problematica con la costruzione di un lungo iter che ha portato all’adozione delle sopra citate linee guida ministeriali. Con esse il Governo Renzi stabilisce che le soglie dimensionali previste nell’allegato IV alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 in presenza di alcune situazioni devono essere ridotte del 50%. Nel caso delle biomasse, questo significa che la soglia di assoggettabilità a Via è fissata in ben 25 megawatt (addirittura 50 megawatt era il limite prima della procedura d’infrazione dell’Europa) e che quindi non sono necessarie procedure di valutazione ambientale per impianti al di sotto dei 25 megawatt. Ovvero, 25 volte di più di quanto previsto dalla Regione Marche: un solo megawatt. Eppure il Consiglio dei Ministri aveva paradossalmenteimpugnato la nostra legge regionale, ma non quelle fotocopia di altre Regioni, nelle quali vengono rilasciate autorizzazioni per impianti di potenza ben superiore a quelle realizzate nelle Marche. E così la Corte costituzionale, con la sentenza n. 93/2013, ha previsto solo per la Regione Marche un azzeramento di tutte le soglie dimensionali. Ora il decreto ministeriale, già entrato in vigore, reintroduce nei fatti delle soglie dimensionali al di sotto delle quali la procedura di verifica di assoggettabilità non è necessaria. Siamo davvero curiosi di sapere cosa si inventeranno gli esponenti politici che avevano a suo tempo sollevato un polverone contro la Regione, per uscire dal vicolo cieco nel quale si sono infilati”.

cs