ACCOGLIENZA E INTEGRAZIONE

Sono 17 immigrati su poco più di 50 residenti. Nel mirino di alcuni abitanti di Coldellanoce, piccola frazione appartenente al Comune di Sassoferrato, le modalità dell’integrazione tanto che alcuni hanno esposto delle bandiere italiane sui balconi in segno di protesta. Il sindaco Pesciarelli segue l’evolversi della situazione e getta acqua sul fuoco: “Nessuna emergenza a Coldellanoce”. Dello stesso avviso il vescovo di Fabriano-Matelica, monsignor Stefano Russo, che difende l’operato della struttura che ha accolto i rifugiati. “La nostra – racconta – è un’opera di misericordia, un frutto dell’Anno Santo indetto da Papa Francesco”. Nei tre appartamenti della parrocchia ci sono 17 migranti, alcuni dei quali neonati. “Qui – spiega il presule – sono ospitate famiglie con bambini in sinergia con la Comunità Papa Giovanni XXIII. Tra educatori e residenti c’è un bel rapporto di collaborazione e gli ospiti hanno apprezzato il lavoro di integrazione fatto in questi mesi”. Poche, secondo sindaco e vescovo, le reazioni negative. Negli ultimi giorni, intanto, alcuni residenti hanno voluto proprio incontrare Pesciarelli e Russo per avere informazioni sul primo e unico centro di accoglienza di Sassoferrato. “I nostri dubbi – riferiscono alcuni residenti – sono nati dall’elevato numero di immigrati presenti a Coldellanoce, circa il 28% dei residenti e dalla lontananza del paese dalla città”. L’Amministrazione comunale spiega che quella in atto è la prima fase del progetto di accoglienza che dura circa 18 mesi. Successivamente i rifugiati verranno ospitati in altri comuni. La delegazione ha chiesto al sindaco Pesciarelli e al vescovo Russo che venga ridotto il numero dei migranti ospitati a Coldellanoce perchè “l’accoglienza va equamente distribuita – riferiscono alcuni abitanti della zona – e non in paesi piccoli lontani dalle città”. Non è escluso, nei prossimi mesi, l’arrivo di altri rifugiati nel comprensorio fabrianese su disposizione della Prefettura.