UN CAMMINO DI RISCOPERTA PER EVITARE LA SEPARAZIONE DEI CONIUGI

“La separazione non è l’unica soluzione per coniugi in crisi”. Lo ha ribadito il vescovo Stefano Russo l’11 gennaio al teatro San Giovanni Bosco, nella parrocchia della Misericordia, in occasione del nuovo appuntamento con il Mercoledì della fede. In Diocesi sono arrivati Letizia e Massimo Mariangeli dell’associazione Retrouvaille proprio per testimoniare che una strada per uscire dalla crisi tra marito e moglie c’è. E tanti fedeli, provenienti dalle vicarie della Diocesi, hanno apprezzato l’ottimismo e il messaggio di speranza che i due coniugi hanno raccontato non senza commozione. “Retrouvaille” è un servizio esperienziale offerto a coppie sposate o conviventi che soffrono gravi problemi di relazione, che sono in procinto di separarsi o già separate o divorziate, che intendono ricostruire la loro relazione d’amore lavorando per salvare il loro matrimonio in crisi, ferito e lacerato. E’ una parola francese che significa “ritrovarsi”. Opera in tutto il mondo (145.000 le coppie, in tutto il globo, che hanno vissuto questa esperienza), è di ispirazione cattolica, ma aperta a tutte le coppie sposate, senza differenza di affiliazione religiosa, o sposate civilmente o conviventi con figli. “Vogliamo tendere una mano – hanno detto – e offrire un cammino di speranza, per rimettere in moto il “sogno” che li ha accompagnati e fatti credere nel matrimonio e nella famiglia”. Un argomento attuale nel nostro Paese dove la pazienza, il dialogo e l’amore non sono più così importanti come nel passato. Basta, infatti, uno screzio, in molti casi, per mettere la parola fine. “Il nostro programma – hanno raccontato i due rappresentanti dell’associazione – vuole aiutare a scoprire come il processo di ascolto, perdono, comunicazione e dialogo sono strumenti potenti nella riconciliazione tra gli sposi e per recuperare un rapporto di coppia duraturo, anche dopo il tradimento e la separazione.

Il punto di partenza è la condivisione della propria esperienza che conduce alla riconciliazione”. Si è partiti nel mese di ottobre 2002 a Roma. Ad oggi sono 105 i programmi avviati con una media attuale di 12 all’anno. Ai corsi partecipano coppie provenienti da tutta Italia; 60 i sacerdoti che collaborano. Quattro le fasi che compongono il programma. Registrazione-intervista; week end, post week end, continuare la missione. I numeri sembrano dare ragione a Retrouvaille. Dal 2002 sono arrivate più di 10mila telefonate al numero verde con richieste di aiuto; 1.800 le coppie che hanno preso la decisione di partecipare al programma. Di queste: il 98% ha completato il week end; il 93% ha continuato dopo il week end; il 13% ha abbandonato il post week prima della conclusione; il 70% ne ha tratto tangibili benefici; il 12% è attualmente separato; il 9% ha deciso di collaborare con l’associazione. “Dobbiamo sostenere le famiglie in difficoltà e i loro figli – ha detto il presule – e ridare ai coniugi la gioia dello stare insieme. Questo programma offre la possibilità di vivere una esperienza di conversione per cercare e trovare la vita nuova tra marito e moglie. La chiesa è vicina.”

Letizia e Massimo hanno raccontato la loro storia. “Ci siamo innamorati, sono arrivati tre figli, poi sono sorti alcuni problemi – hanno confidato. – Per alcuni anni siamo stati separati. Da giovani non riuscivamo a stare lontani, ma col tempo qualcosa si è spezzato. Sono arrivati i problemi con i figli e tra noi è stato un colpevolizzarci a vicenda”. Poi l’esame di coscienza. “Non riuscivo a capire – ha detto Massimo – la sofferenza di mia moglie.” La strada, improvvisamente, è diventata tutta in salita. “Mi sono sentita abbandonata davanti ai problemi – ha precisato lei – e sono arrivata alla conclusione che la causa della mia infelicità era proprio mio marito”. Poi è arrivato il tradimento e la separazione definita da entrambi “triste, tremenda, con sensi di colpa”. Negli anni del buio tutti e due hanno toccato con mano la felicità momentanea, ma qualcosa mancava. Forse non si sono mai arresi perché il germe di bene e le promesse pronunciate il giorno del matrimonio che sono più forti di ogni tentazione. “Abbiamo scoperto l’associazione, abbiamo partecipato al week end così, senza crederci più di tanto. Quando ci siamo ascoltati abbiamo percepito che c’era in noi il grande bisogno di essere perdonati. Le parole sono entrate nel cuore – hanno detto – ed è tornata la speranza. Dopo otto mesi da quel week end con Retrouvaille abbiamo trascorso un fine settimana da soli”. Ora si guarda al passato con serenità. “Ci siamo perdonati l’uno con l’altro. Viviamo insieme e riusciamo a sostenerci. Non bisogna mai arrendersi – hanno sostenuto al Teatro San Bosco – perché l’amore e la fede sono più forti della solitudine che sgretola tutti i rapporti”. Poi la conclusione di Massimo e Letizia con un messaggio di speranza, così come avevano detto un’ora prima, all’inizio dell’incontro. “La debolezza è un momento di grazia che farà crescere i coniugi che si ritroveranno con un amore rafforzato per tutta la vita”. FOTO ARTECONI FOTO GRAFICA

Marco Antonini