“CASA PER PROFUGHI A SASSOFERRATO, NUOVA SEDE CARITAS A FABRIANO”

Tutti rivolti con gli occhi verso la Cattedrale di San Venanzio chiusa dopo i controlli. Il Giubileo della misericordia indetto dal Papa è stato un anno di grazia straordinario, come straordinaria è stata la location scelta dal vescovo Stefano Russo per la messa di chiusura domenica 13 novembre: il portico del santuario della Madonna del Buon Gesù, con un’unica grande navata a cielo aperto, la piazza Giovanni Paolo II gremita di fedeli. Tra la paura e il disorientamento per un sisma che non intende fermarsi, spazio alla speranza della fede a cui aggrapparsi. E la liturgia di domenica scorsa sembrava scelta proprio a pennello, invece, è stata, ancora una volta, la provvidenza a mandare un segno dal cielo. “Il vangelo che abbiamo ascoltato – ha detto il presule nell’omelia – sembrava per noi, nel suo disegnare scenari apocalittici: <Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenza>. Ma noi sappiamo che non è così, che la vita vera non muore, e non dobbiamo aver paura”. Mons. Russo ha esortato clero e fedeli a non farsi prendere dalla disperazione. “La nostra Porta Santa, quella della Cattedrale, l’abbiamo davanti a noi. Il Signore – ha detto il vescovo – ci stia dicendo che per noi, chiudere la Porta Santa significa “uscire allo scoperto”. Diventare diffusori nel mondo della Buona Notizia. Ricordarsi che siamo chiamati da Lui a percorrere le strade e i vicoli del mondo.” Don Stefano ha invitato i presenti ad andare in missione per i vicoli senza scoraggiarsi. “Non abbiamo paura, portiamo con noi il segreto della vita. E’ il tempo della testimonianza. Diventiamo apostoli, ognuno di noi, della Misericordia di Dio. Ne vale la pena”.

Al termine della celebrazione don Stefano ha elencato le tre opere di misericordia che rimarranno in Diocesi come segno del Giubileo indetto da Papa Francesco: la terza casa per profughi situata a Sassoferrato con due neonati nati nella traversata e ospitati nella struttura che verranno battezzati prossimamente; una nuova sede della Caritas a Fabriano a dimostrazione dell’attenzione della chiesa locale ai bisogni dei poveri e di chi è in crisi per via del lavoro e la Mensa della misericordia promossa a Matelica dalla parrocchia Santa Teresa. La chiesa è inagibile, come San Francesco, e i religiosi sono stati ospitati dalla parrocchia di Regina Pacis che ha aperto il salone agli sfollati. A breve dovrebbe poi riaprire la Concattedrale di Santa Maria. “Sono segni importanti – ha concluso Mons. Russo – che ci indicano la strada: dobbiamo abbattere i muri e gli atteggiamenti di chiusura e aprirci al prossimo”. Il prossimo appuntamento, a livello diocesano, è fissato per il 14 dicembre. Ritornano, infatti, gli incontri del Mercoledì della fede. Ospite, in Cattedrale, Mons. Saulo Scarabattoli, dell’Arcidiocesi di Perugia. E’ uno dei due sacerdoti che hanno partecipato al Sinodo sulla famiglia e sarà interessante ascoltare la sua testimonianza.

Marco Antonini