3.955 DISOCCUPATI A FABRIANO, I DATI DEL CENTRO PER L’IMPIEGO

di Marco Antonini

Nel Fabrianese il lavoro scarseggia, anzi non c’è più. Da anni, ormai più di 10, questo è diventato uno slogan ripetuto in più occasioni. Negli ultimi giorni, con la nuova doccia fredda in casa Jp con 345 esuberi annunciati, una nuova problematica (da molti attesa dopo tanti anni di cassa integrazione) bussa alla porta di una Fabriano già in difficoltà, come tante altre città italiane. A fotografare la realtà dell’entroterra c’ha pensato il Centro per l’Impiego con sede in via Pavoni. Sono 3.955 i disoccupati autocertificati al 31 dicembre 2019. Questo vuol dire che, nell’anno passato, poco meno di 4mila persone hanno raggiungo l’ex Ufficio del lavoro per dichiarare il proprio status di disoccupato e avviare quello che gli impiegati del Ciof chiamano “Patto di servizio personalizzato” nella speranza di canalizzare la ricerca e trovare, si spera, un’occupazione. Di questi 3.955 disoccupati, 2.195 sono donne e 1.760 sono uomini. Il dato, rispetto al 31 dicembre del 2018 è diminuito di 120 unità. Non è detto che corrisponda a 120 persone che abbiano trovato, negli ultimi 12 mesi, lavoro: potrebbero anche essere persone che spontaneamente hanno deciso di non comunicare la proprio disoccupazione al Ciof ( è su base volontaria) in quanto sfiduciati o perché si sono trasferite altrove. Nel 2011 erano 3.294 i disoccupati. La crisi era già iniziata da diversi anni. L’apice si è avuto nel 2016 quando è stata superata, di poco, quota 5mila persone residenti o domiciliate a Fabriano senza lavoro: in quell’anno, nell’ambito della crisi dell’Antonio Merloni, infatti, i dipendenti dalla cassa integrazione passarono alla mobilità. Questo spiega il motivo di così tanti uomini e donne senza occupazione. Quelli che sono in cassa integrazione, infatti, non rientrano nel conteggio delle persone che sono a casa senza lavoro: sono considerati “occupati”. Nel 2012 i disoccupati erano 3.615, nel 2013 sono saliti a 4.078. L’anno dopo sono arrivati a 4.940, quasi lo stesso dato del 2015. Dopo il boom del 2016, invece, sono scesi a 3.906 nel 2.017 e poi saliti a 4.075 nel 2018.

Ambito Territoriale

Se ci allarghiamo all’Ambito Territoriale che comprende, oltre Fabriano, anche Arcevia, Cerreto d’Esi, Genga, Sassoferrato e Serra San Quirico si arriva, sempre al 31 dicembre 2019, a 6.572 disoccupati autocertificati, in lieve calo rispetto a 12 mesi prima. Sono 3.669 donne e 2.903 uomini. Non solo nella città della carta, quindi, a presentarsi presso il Centro per l’Impiego sono più le donne. Nell’Ambito territoriale gli uomini sono 766 in meno. Nel 2011 i disoccupati complessivi erano, in tutti i Comuni che fanno riferimento a Fabriano, 5.485. Sono saliti a 5.984 nel 2012; a 6.633 nel 2013 e a 7.542 nel 2014. Sono addirittura arrivati a toccare quota 8.410 nel 2015; 8.288 nel 2016 per poi scendere a 6.321 nel 2017 e risalire a 6.759 nel 2018. Questi numeri raccontano la realtà di Fabriano e dell’entroterra alle prese con problemi occupazionali ormai da troppi anni. Il lavoro che non c’è è diventato in molte occasioni anche confronto e scontro politico e sindacale, ma di soluzioni certe per ridare speranza a chi non vede un futuro tranquillo per sé e per i propri cari non c’è traccia. La SS 76 ancora non completata nel tratto Serra San Quirico- Borgo Tufico e le criticità dell’ospedale Profili rischiano di dare il colpo di grazia.

24,8 milioni

Quasi 25 milioni di euro (24,8) in tre anni (2019-2021) per il programma di potenziamento dei 13 Centri per l’impiego delle Marche. Il programma, che definisce l’utilizzo delle risorse previste dal Decreto del Ministero del Lavoro n.74, è in pieno svolgimento e “ha numeri importanti” secondo il presidente della Regione, Luca Ceriscioli. Le misure principali riguardano il rafforzamento del personale (11,8 milioni di euro) con 168 nuove assunzioni, su 305 dipendenti attuali, “un aumento del 50% rispetto ad oggi” ha sottolineato Ceriscioli, 8 milioni di euro per arredi, attrezzature e infrastrutture informatiche e 5 milioni di euro per l’adeguamento delle strutture. L’obiettivo è assicurare un sistema uniforme e integrato di servizi erogati in un mercato del lavoro sempre più complesso, potenziando in particolare l’incrocio di domanda e offerta, sia per il neodiplomato che per il cinquantenne. “Una rivoluzione” secondo l’assessore al Lavoro Loretta Bravi.