SS 76, CICCIOLI: “UN FONDO PER TUTELARE LE IMPRESE”

Fabriano – Ciccioli (FdI) sullo “Sblocca cantieri”: Salviamo le imprese che lavorano in subappalto nella Perugia – Ancona”. Il Portavoce Regionale Carlo Ciccioli ha reso noto che i deputati Francesco Acquaroli ed Emanuele Prisco di FdI hanno proposto l’introduzione di un fondo per tutelare le Piccole e Medie Imprese, “troppo spesso in ostaggio dei general contractor”. L’introduzione di un fondo di garanzia dei pagamenti delle imprese che lavorano in subappalto viene proposto dai deputati attraverso un emendamento al decreto “sblocca cantieri”. E’ quanto si legge in una nota di Fratelli d’Italia. “Questa norma deve essere recuperata mediante un provvedimento urgente. Risolverà la questione delle aziende umbre e marchigiane che hanno subappalti nel Quadrilatero Umbria e Marche lungo la tratta tra Perugia e Ancona, ma soprattutto aiuterà a difendere un pezzo importante del nostro sistema produttivo vale a dire le Pmi troppo spesso ostaggio dei general contractor che ne impediscono la riscossione dei crediti e quindi l’avvio di procedure fallimentari”. Per quanto concerne il tema degli appalti i deputati sollecitano “un intervento organico sul Codice, utile ad avere poche regole ma chiare”: “Il codice degli appalti serve a far lavorare le imprese nel rispetto delle regole e realizzare le opere pubbliche in tempi utili, di certo non a bloccarne attività e opere pubbliche. Chi vuol lavorare nella legalità non deve correre il rischio di rimanere intrappolato nella burocrazia che, di fatto, impedisce la realizzazione delle opere creando disoccupazione. In Italia ci sono circa 150 miliardi di opere finanziate e mai partite.

Secondo alcune stime ci troviamo di fronte a un blocco di due milioni di posti di lavoro, altro che reddito di cittadinanza. Gli onorevoli Acquaroli e Prisco hanno precisato dunque che “l’introduzione del fondo a garanzia dei pagamenti delle imprese subappaltatrici con lo 0,50 dei ribassi dell’asta di affidamento consentirebbe di pagare i fornitori nei casi in cui venisse avviata una procedura fallimentare contro i general contractor e i titolari di grandi appalti pubblici, condizione che fino a questo momento ha fortemente penalizzato numerose imprese umbre e marchigiane”. (CS)