A SCUOLA CON UNA MAGLIETTA NERA, I RAGAZZI RICORDANO LE VITTIME DI CORINALDO

Fabriano ricorda Mattia, il ragazzo morto a Corinaldo. Tanti i ragazzi che questa mattina hanno indossato una maglietta nera ins egno di lutto per tutte le vittime. “Ho notato che i nostri ragazzi – commenta un mamma – sono molto più solidali di noi adulti”.

La foto testimonia un momento di vita scolastica di riflessione sull’accaduto di Corinaldo. I giovani inquadrati, sono ragazzi del V° anno che desiderano organizzare  un’attività ludico-sportiva per ricordare Mattia nel modo che avrebbe sognato il giovane studente.

La riflessione del preside dell’Itis Merloni, la scuola che Mattia frequentava.

di Giancarlo Marcelli

Il tempo è spesso ladro di emozioni e speranze; passa e porta via passioni, sensazioni e affetti. Dopo le delusioni e la tristezza è anche difficile ricominciare, ma per fortuna arrivano gli antidoti, la speranza di un futuro migliore, la pratica delle abitudini professionali e le soddisfazioni. Per chi come me ha la fortuna di passare il tempo con i giovani è una gran fortuna perché le loro presenze annullano ogni amarezza e delusione. Potrei raccontare di amarezze e tristezze, anche recenti, condivise, ma preferisco discutere di futuro e dedicare ai ragazzi i miei pensieri più sinceri. Anni fa lasciai il mondo dell’industria per la scuola e ho sempre pensato di aver fatto una scelta coerente con la mia natura. Grazie alla scuola ho visto tanti giovani passare, con alcuni ho litigato, con altri mi ci sono confrontato e nelle circostanze che si susseguono giornalmente scorrono i volti ma rimangono le più belle abitudini comuni. I professori che ti accompagnano negli apprendimenti, il personale scolastico che ti sostiene nelle difficoltà quotidiane e il preside che è lì a gratificarti o rimproverarti.

Questa è la scuola, una splendida realtà della comunità, che vive di vita propria e cerca ogni anno di avere tanti studenti per restituirne alla vita altrettanti culturalmente preparati e socialmente rispettosi. Fossi un politico vero, ma lo sono stato solo ai margini e per poco tempo, sui giovani scriverei un programma elettorale per far capire come niente può migliorare senza la loro cultura e come tutto più degenerare se di essa i ragazzi sono privi. Il primo capitolo di bilancio lo dedicherei alla scuola, certo che nessuno protesterebbe per risorse destinate al futuro dei propri figli. Nel tempo politico che ho condiviso questo è accaduto diverse volte e anche con successo. Recentemente va tutto a rilento perché sembra che la scuola possa divenire una semplice circostanza, il resto e la quotidianità poi faranno la differenza. Un simile atteggiamento è dannoso e non rende adeguata giustizia a chi manda con speranza i figli a scuola e a chi spera che li, fra i libri, si crei la qualità del futuro.

Alle riflessioni sul ruolo della scuola voglio associare la drammatica tristezza accumulata per il tragico avvenimento di Corinaldo nel quale è morto anche uno studente dell’istituto che dirigo: Mattia un quindicenne dal volto dolce del bambino e la speranza sincera negli occhi di trovare successo nei suoi sogni calcistici. In passato mi è capitato diverse volte di incontrarlo e di rimanere colpito da tanta felicità e gioia mostrata nella sua vita scolastica. Ora che non c’è più mancherà terribilmente ai suoi amici di classe, la IIA, ai docenti e al personale scolastico, ma un po’ anche a me che mi affanno ogni giorno perché siano i sorrisi dei ragazzi a prevalere sui disagi e le disavventure. Farlo senza Mattia sarà un problema, ma doverlo fare per Mattia una necessità.