“UN LAVORO DI SQUADRA PER IL TURISMO A FABRIANO”, a tu per tu con Francesco Fantini

Turismo, sport, valorizzazione delle eccellenze locali. Fabriano ha riscoperto la passione per lo sport grazie a Martina Centofanti che ha partecipato alle Olimpiadi di Rio con la nazionale di ginnastica ritmica. Era dai tempi del Fabriano Basket in serie A che non si respirava questo clima. Francesco Fantini, storico d’arte, è il figlio di Giancarlo, uno dei fondatori, nel 1966, della squadra che ha dato tante soddisfazioni alla città.

Martina Centofanti alle Olimpiadi e a Fabriano riscopre il tifo come negli anni d’oro del basket… Come è cambiata la città?

Si davvero brava Martina Centofanti, tra l’altro figlia di uno sportivo, suo padre calciatore giocò anche in Serie A con la maglia dell’Inter e in B con Ancona, Genoa e Palermo: coronare il sogno Olimpico a Rio 2016 e raggiungere un notevole quarto posto dà lustro al movimento della Ginnastica Ritmica nazionale e alla scuola fabrianese. Eh si davvero era un periodo d’oro, il Fabriano basket, cui mio padre è stato uno dei fondatori insieme agli altri amici nel lontano settembre del 1966, ha veramente portato Fabriano ai vertici della pallacanestro nazionale, era un’altra Fabriano certo, più tranquilla, che viveva il boom economico, che viveva molto il centro storico, che si appassionava a quella squadra in grado di giocarsela anche con i team più famosi, gli stessi giocatori si trovavano bene in città, vivevano il centro, erano in contatto con i tifosi, nascevano amicizie, c’era una forte simbiosi tra squadra cestistica e città. Durante la settimana, gli stessi allenamenti al Palasport erano seguiti da tanti appassionati, discussioni, aneddoti sui giocatori, commenti, critiche, pronostici, era un appuntamento fisso per tanti concittadini. Fabriano,un piccolo centro che riusciva a farsi conoscere anche per le imprese sportive e non solo per il suo florido distretto industriale legato alla carta e agli elettrodomestici.

Qualcosa però non ha funzionato.

Fabriano ha vissuto un’importante era legata al benessere, frutto della nascita e crescita di un polo industriale di livello internazionale, il centro storico era ricco di attività commerciali, di banche, scuole, cinema, era vivo, Fabriano stava bene, dava maggiori opportunità di lavoro. Bisogna anche dire però che rarissime erano le opportunità per chi si voleva avvicinare ad altri settori meno legati all’industria, settori che ora sono tornati in auge, come il turismo, la cultura, la valorizzazione del patrimonio culturale-storico, settori di cui si parla molto ora, ma che al tempo la stessa città ha sempre trascurato e forse sottovalutato con un po’ di superficialità e scarsa sensibilità e lungimiranza.

Sport e turismo possono diventare occasioni di crescita non solo sociale…

Certamente, lo Sport è importante perché è aggregazione, passione, e fa parte del Dna di questa città che ha vissuto realtà sportive importanti, ha bisogno solo di ritrovarsi e di riemergere dopo anni difficili. Il Turismo è senza dubbio fondamentale, portare gente, attrarre visitatori a conoscere e visitare il vasto patrimonio culturale storico legato all’arte innanzitutto, un patrimonio troppo poco conosciuto e un po’ “nascosto” direi, fatto di grandi artisti come Allegretto Nuzi, il Maestro di Campodonico, il Gentileschi, Salvator Rosa, Gregorio Preti, il Guerrieri, il De Magistris ecc..inoltre la Collezione Ester presso la Pinacoteca che ci permette di rivivere il secolo scorso attraverso le opere dei maggiori artisti del ‘900, poi la storia della Carta, tradizione dell’arte di fabbricare la carta dei Mastri Chartai tramandata dal XIII secolo, cui il Museo della Carta e della Filigrana rappresenta un’importante punto di riferimento. Il Teatro Gentile, gioiello per la sua bellezza e per la sua acustica, l’Accademia dei Musici che ci fa rivivere attraverso il suono degli antichi pianoforti la storia della musica e dei grandi musicisti. Il tutto all’interno di un centro storico accattivante, ricco di scrigni e tesori come gli antichi Oratori, esaltato dalla bellissima piazza del Comune circondata da edifici di vari stili ed epoche, dal Medioevo al Rinascimento. La città è in grado di offrire anche un territorio con un certo appeal paesaggistico, tra abbazie, eremi e località tra le verdi colline della conca solcata dal fiume Giano, fiume ricco di storia per le sue botteghe artigianali,artistiche fiorite nel XIV secolo. Turismo che lega quindi varie attività e discipline: arte, musica, artigianato, gastronomia, ambiente.

La tua passione per l’arte e per Fabriano ti porta a far conoscere la città della carta in tutta Italia. Una ricetta per decollare?

Si, la mia passione è legata fortemente alla storia in primis, e di conseguenza alla storia dell’arte disciplina che è fortemente collegata alla prima, la mia passione fin da ragazzo legata ai viaggi si è sempre orientata a conoscere, capire, osservare, divulgare, a scriverci anche promuovendo le bellezze, le diverse realtà, la loro storia, tutto questo con lo scopo di arricchimento e crescita culturale, lasciare un’emozione, dare input, incuriosire chi vuole conoscere e vuole scoprire nuove realtà. Cosa manca a Fabriano? Purtroppo manca molto, manca secondo me la sensibilità verso tali settori e la decisa volontà di fare sul serio. Ovviamente non ci si inventa città dedita al turismo così, quasi per caso o a sprazzi, è un percorso molto lungo, bisogna lavorarci molto, un percorso lanciato dalla sontuosa Mostra del Gentile e dell’altro Rinascimento del 2006, evento di livello internazionale che portò quasi 100.000 visitatori in città. Valorizzare con cura l’arte e il patrimonio culturale che si ha, permettere la continua fruizione dei luoghi d’interesse culturale, ma anche organizzare eventi come festival, mostre in grado di attrarre un numero importante di turisti, realizzare mostre anche attraverso scambi di opere o prestiti di valore dai depositi dei grandi musei nazionali ed esteri, creare siti e mostre virtuali curate sotto l’aspetto multimediale, rendere più appetibile il centro storico con locali, punti di ristoro, negozi di souvenir, fare promozione turistica, ma soprattutto lavorare sulla strategia, lavoro mediatico si, ma più che altro lavoro sul campo, bisogna stare sul campo, più professionalità attive. Confrontarsi con altre realtà importanti che hanno visto una forte crescita, vedi Matera, Lecce, Val di Noto, Salerno ecc… investire sulle persone, sulle risorse umane, sui ruoli, lasciare spazio a chi può fare, su chi può lavorare davvero bene in questo contesto, cambiare sistema, abbattere i muri, unione organizzativa tra le varie attrattive culturali-turistiche-artistiche-paesaggistiche del territorio, relazioni internazionali e nazionali con una visione che va oltre, stimolata anche dall’appartenere al prestigioso Network Unesco delle Città Creative, sinergie, partenariati, forte convinzione e meno interessi propri, investimento e lungimiranza in un settore in forte crescita, ma solo per chi ci crede davvero. Viaggiare aiuta a capire, conoscere, studiare, e qualche volta anche far proprie le best practises di altre realtà, ma per poter far bene in questi settori ci vogliono conoscenza, freschezza e passione, tanta passione, meno improvvisazione di comodo e più organizzazione meritocratica.

Marco Antonini