LA COSTITUZIONE TUTELA IL RISPARMIO

Oratorio della Carità di Fabriano affollato sabato 16 gennaio scorso per il convegno “La truffa del Salvabanche” organizzato dal Movimento 5 Stelle Fabriano. Relatori la deputata fabrianese Patrizia Terzoni, l’eurodeputato Marco Valli e il deputato Alessio Villarosa. In apertura del convegno l’intervento di Elio Lannutti, presidente ADUSBEF(Associazione difesa del consumatore ed utenti bancari, finanziari ed assicurativi) che ha sottolineato l’inopportunità di addossare al pubblico le perdite bancarie e la corresponsabilità degli enti che dovrebbero vigilare sul risparmio quali la Banca d’Italia, la Banca Centrale Europea e la Consob. “Bisogna impedire che l’oligarchia europea, la Troika e la Bce addossino ai popoli i crac ed i dissesti da loro provocati” aggiunge Lannutti “la sovranità dovrebbe appartenere al popolo e noi abbiamo ancora un articolo, che è l’art.47 della Costituzione, che tutela il risparmio. Non è ancora stato abrogato”. Ma cosa c’è da sapere sul decreto Salvabanche? Il decreto è stato emesso dal governo il 23 novembre 2015 per salvare quattro istituti di credito: Banca Popolare dell’Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara e Cari Chieti. Tutte già in liquidazione coatta dal 22 novembre 2015. Le banche in oggetto hanno accumulato in questi anni di “mala gestio” diversi milioni di euro di perdite, assorbiti da azioni e obbligazioni, strumenti di investimento ad alto rischio. A pagare il salvataggio sono stati gli azionisti e chi aveva investito in tali obbligazioni, confidando nel rapporto di fiducia con il proprio istituto bancario. Il decreto del governo di fatto ha azzerato il valore delle azioni subordinate e di conseguenza i risparmi di circa 130 mila famiglie che hanno perso 800 milioni di euro dalla sera alla mattina e parliamo di semplici risparmiatori e non di speculatori. In merito sono intervenuti al convegno anche risparmiatori fabrianesi che sono stati colpiti in prima persona nei loro risparmi da questo salvataggio “lacrime e sangue” che sicuramente grida vendetta. L’onorevole Patrizia Terzoni dichiara: “Abbiamo dovuto imbastire questo incontro nella nostra città perché, d’accordo con i colleghi deputati Daniele Pesco e Alessio Villarosa e con il Movimento 5 Stelle di Fabriano, non vogliamo in alcun modo che la vicenda dei migliaia cittadini privati dei loro risparmi finisca nel dimenticatoio. Il governo Renzi, con la complicità della stampa “amica”, sta addensando tutti i mali del paese nel comune di Quarto proprio per evitare che si parli ancora del Salva Banche , del papà della Boschi e di tutta questa storia che di risvolti torbidi ne ha parecchi. La storia di Banca Marche, ma anche della stessa Banca Etruria, ha troppi pezzi mancanti: di certo c’è che a novembre per mano dell’esecutivo si è messo in atto un esproprio di denaro di tanti cittadini italiani che non navigano nell’oro e che ora attendono risposte. In molti di loro si inizia a scorgere un po’ di rassegnazione: noi non ci arrenderemo e daremo battaglia affinchè il governo trovi una soluzione per porre rimedio a questo pasticcio colossale che vede coinvolti anziani con necessità impellenti e in generale persone che rischiano di finire in stato di pericolosa indigenza. Dire “era l’unica via praticabile è troppo comodo: la verità è che Renzi è più amico delle banche che del cittadino semplice. Noi non ci stiamo: vogliamo chiarezza e i risparmi di queste persone devono tornare al loro posto. Inoltre, va rivisto il sistema dei controlli sull’universo bancario nostrano, al fine di evitare altre situazioni sconcertanti come questa”. Gabriele Santarelli incalza:-“La cosa che mi colpisce di più di tutta questa storia e che forse è emerso poco fino ad ora è che ormai consideriamo normale che una banca possa fallire come fosse un’attività qualsiasi. Ci dimentichiamo che far fallire una banca non è così semplice, soprattutto in questo periodo,  visto i numerosi e continui aiuti che hanno ricevuto dalla Banca Centrale Europea e dal Governo Italiano attraverso numerosi provvedimenti. Uno su tutti l’iniezione di liquidità ad opera della BCE che ha riversato nelle casse degli istituti di credito miliardi di euro a un tasso di interesse irrisorio. Soldi che dovevano servire a rilanciare il settore privato attraverso la concessione di prestiti e mutui e che invece sono andati a finire in investimenti su titoli di Stato e per concedere prestiti per progetti tanto faraonici quanto farlocchi degli amici degli amici. Si diceva che l’Italia nonostante stesse subendo una crisi più profonda e duratura di altri paesi poteva contare su una capacità di risparmio delle famiglie superiore a tutti gli altri. E’ancora vero?” Sicuramente la collettività dei piccoli risparmiatori a seguito di questi eventi dovrà avere maggiore consapevolezza del rischio di certi strumenti finanziari e maggiore attenzione nella selezione delle banche e nella valutazione della solvibilità della stessa, specie con l’entrata in vigore dal 1 gennaio 2016 del meccanismo del bail-in.

Gigliola Marinelli