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Energie rinnovabili, audizione in Regione

Poco prima di Natale si è tenuta, presso la sede della Regione, un’audizione della terza Commissione permanente sull’Ambiente dedicata alla petizione “Nessuno tocchi l’Appennino” riguardante le rinnovabili. Presenti anche i Comitati riuniti di Fabriano e Sassoferrato, in quanto rappresentanti nelle Marche della coalizione “Transizione Energetica Senza Speculazione”. La petizione, 8mila firme, ricordiamo, è nata per richiamare l’attenzione della Regione sulla necessità di tutela dell’Appennino «dal pericolo di disastro ambientale e per suggerire un percorso di transizione energetica più equilibrato, che sia rispettoso dei territori e che avvenga senza consumo di suolo». Per i Comitati riuniti di Fabriano e Sassoferrato sono intervenuti Simone Vitaletti e Andrea Astracedi. Sono state nuovamente illustrate le ragioni che hanno mosso associazioni e cittadini a presentare la petizione sollecitando la politica regionale a prendere atto «che le progettazioni collegate all’eolico rappresentano un grave pericolo di danno agli equilibri delle comunità che con difficoltà vivono sulle aree dell’Appennino in gran parte ancora in difficili condizioni a causa dell’incompiuta ricostruzione post-sisma». E’ stato poi sottolineato che ci troviamo «in un territorio fragile, geologicamente instabile dove l’ipotetica realizzazione di giganteschi impianti determinerebbe di compromettere la ricchezza oggettiva rappresentata in termini naturali, economici e turistici. Si è parlato anche di «considerare l’opportunità di recuperare le centrali idroelettriche e i rispettivi bacini di accumulo, al momento sotto utilizzati, la cui riqualificazione non solo permetterebbe di concorrere a produrre energia a km 0 senza compromettere ulteriore suolo». Simone Vitaletti, Comitato Fabriano-Sassoferrato, ha evidenziato «le contraddizioni etiche tra i principi che sono alla base delle risorse economiche messe a disposizione dal PNRR per la transizione energetica e il proliferare di un numero sempre più crescente di progetti industriali fortemente impattanti che invece si pongono come una reale minaccia di distruzione di territori naturali ricchi di storia». Ha poi ribadito l’opportunità «di ricorrere al fotovoltaico su aree industriali, sui capannoni delle aziende, sugli edifici privi di rilievo storico architettonico che da solo potrebbe permettere di raggiungere e superare il fabbisogno energetico regionale previsto per il 2030 senza pregiudicare ulteriore territorio». Andrea Astracedi ha puntualizzato che la questione dei progetti proposti non riguarda solo la nostra regione ma anche l’Umbria e la Toscana. Tutti i rappresentanti in modo unanime hanno ribadito l’urgenza di adottare provvedimenti che blocchino l’accoglimento e la realizzazione di tutti i progetti. Si attende la valutazione della Giunta regionale in tema di rinnovabili. Non si escludono nuovi appuntamenti, sia nei territori, per sensibilizzare la cittadinanza, che in regione.

m.a.