Paolo Notari: Vi racconto le Marche al Villaggio del Festival di Sanremo
In corso la 75esima edizione del Festival della Canzone Italiana di Sanremo, un appuntamento imperdibile per un evento che vede anche quest’anno presente a Sanremo il giornalista e conduttore televisivo fabrianese Paolo Notari. La Regione Marche, grazie ad un’iniziativa di Camera di Commercio delle Marche (in collaborazione con ANCI, BIM Tronto, Commissariato Straordinario per la Ricostruzione Sisma 2016, sistema delle Associazioni di Categoria delle Marche e Consorzio Marche Spettacoli), è nella Città dei Fiori per tutta la durata del Festival dal 10 al 15 febbraio. Ne parliamo proprio con Paolo Notari, voce narrante di queste giornate delle Marche al Villaggio del Festival di Sanremo.
Paolo, raccontaci tutto dell’installazione unica realizzata al Villaggio del Festival, all’interno della Casa delle Marche, presso Villa Ormond. Una vera e propria celebrazione del fascino delle antiche osterie marchigiane?
Una grande allestimento- vetrina per le Marche, che non racconta semplicemente, ma fa vivere le eccellenze artistiche e quanto altro con la presenza nella città ligure di protagonisti della vita culturale e porta quindi energia finalizzata alla promozione. Fondamentale che questo evento, che mi coinvolge come conduttore e intervistatore in vari punti del Villaggio per l’intera settimana, pensato e coordinato dalla Camera di Commercio delle Marche nella persona dell’attivissimo Presidente Gino Sabatini nasca, come dicevi, in strettissima e fattiva collaborazione con Regione Marche, Bim del Tronto, Consorzio Marche Spettacolo e molti altri in un sistema di importanti Enti regionali. Credo che questa convivenza organizzativa, per il secondo anno, sia ciò che ha reso possibile la sua incredibile crescita.
Come è strutturato il programma a Villa Ormond e con quali ospiti istituzionali ed artistici?
Dopo la cerimonia di apertura, alla presenza del Presidente Francesco Acquaroli, stiamo raccontando e promuovendo molte realtà marchigiane del mondo artistico e di spettacolo in generale, dai teatri lirici e di prosa che presentano le loro stagioni, ai festival estivi, ai carnevali di tradizione, ai parchi ed attrazioni. Ma anche visibilità per le realtà enogastronomiche. Tutto ciò di fronte ad un alto numero di giornalisti ed intervallato dalla presenza di Big della canzone in gara ed ospiti che sto intervistando.
Come dicevamo, non è la prima volta che la Regione Marche è presente a Sanremo nelle giornate del Festival. Quanto conta per la nostra regione inserirsi nell’ambito di queste manifestazioni di risonanza internazionale per la promozione delle proprie eccellenze?
Da sempre Sanremo, al di là della gara, è una sorta di fiera campionaria dello Spettacolo. A Sanremo in quella settimana si incontrano e scambiano idee e accordi impresari, agenti, discografici, produttori, manager, non solo musicali, ma di ogni espressione artistica. Da qualche anno si è andati oltre, “essere a Sanremo” è un marchio di eccellenza e di qualità per ogni ente, prodotto, azienda. Il popolo che invade Sanremo vive una settimana di business oltre la musica. Importante è sfruttare la visibilità che migliaia di donne e uomini di comunicazione possono dare alle iniziative “in mostra”.
Da tanti anni segui il Festival di Sanremo come inviato, un appuntamento televisivo tanto criticato ma che poi tutti seguono con attenzione. Siamo ormai alla 75esima edizione, come è cambiato il Festival in base alla tua esperienza sul campo?
Amo Sanremo da decenni. Fino a qualche anno fa mi innervosiva molto sentire qualcuno un po’snob, un po’ spocchioso o troppo giovane, che diceva “Io Sanremo non lo vedo“, pur convinto che non era vero, mi disturbava. Oggi siamo tornati a 50 anni fa, quando vedere Sanremo era un privilegio, chi pronuncia quella frase è visto come una minoranza, da rispettare assolutamente, ma da compatire. Il Festival è cambiato in quanto, da un punto di arrivo a fine carriera come lo è stato per anni oggi, grazie ad una selezione di canzoni, è per molti un punto di partenza, o meglio un incredibile acceleratore di carriera. Di questo va dato atto ad Amadeus che negli ultimi cinque anni ha sbagliato davvero poco.
Un nuovo direttore artistico alla guida del Festival, il tuo collega Carlo Conti. Come valuti le scelte artistiche di questa edizione? Si distaccano dalle precedenti guidate da Amadeus?
No, Carlo ha concentrato le scelte proprio sulle canzoni non avendo paura di proporre al fianco di “santoni”, vedi Ranieri e Marcella, nomi potenti nei loro canali social o di nicchia ma pressochè sconosciuti al grande pubblico. La scelta poi di affiancare tanti amici nella conduzione è una scelta moderna. Non esiste più il conduttore padrone alla Pippo Baudo (che resta il più amato da me), ma occorre una condivisione di palcoscenico. Accade anche nei tanti convegni che coordino. Si è passati da una mia moderazione tra tre o quattro relatori, per uno spazio di 120 minuti, ad una passerella di dieci, dodici, quindici relatori nello stesso tempo. Un adeguamento di convegni ed eventi con pubblico in presenza ai ritmi social, dove nulla si può comunicare in più di 90 secondi. Credo comunque che Carlo sappia gestire il palco dell’Ariston e dare ritmo più di ogni altro alle serate.
Sei sempre in giro per l’Italia, che ormai conosci come le tue tasche. Diamo un’anticipazione ai nostri lettori su qualche programma RAI che ti vede protagonista come inviato per il 2025?
Mi sto occupando di Parchi e prossimamente racconterò proprio il meraviglioso Parco marchigiano dei Monti Sibillini, dopo aver già raccontato il Parco del Conero. Tengo stretto questo spazio di Raiuno in “Unomattinainfamiglia”, seguito ogni sabato e domenica da oltre un milione e mezzo di italiani, orgoglioso di lavorare per un monumento della Rai come Michele Guardì. In estate tornerà la mia rubrica “Il Giro d’Italia” di Paolo Notari, all’interno del prestigioso Agorà di Raitre. Senza mai perdere d’occhio la mia Fabriano, la sua Radio Gold da te diretta ed i miei racconti sul mio settimanale diocesano del cuore, L’Azione.
Gigliola Marinelli
Nella foto: Il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli con Paolo Notari
Nella foto: Paolo Notari con il presidente Gino Sabatini e Dario Salvatori