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Cartiere, dopo la bozza di accordo: “Evitare desertificazione industriale del comprensorio”

Il giorno dopo l’annuncio della bozza di accordo circa un anno di cassa integrazione straordinaria per i dipendenti della società Giano delle Cartiere Fedrigoni, c’è chi prende posizione, chiede di più e auspica una soluzione per evitare la desertificazione del comprensorio fabrianese. In attesa del vertice ministeriale di lunedì, infatti, la sindaca, Daniela Ghergo, spiega: «La notizia di un possibile accordo con Fedrigoni che garantisca un posticipo di 12 mesi delle decisioni di chiusura della società Giano è ciò che abbiamo chiesto fin dall’inizio, ma non basta. La proprietà – è l’affondo della prima cittadina – deve garantire che Giano continuerà a produrre e che la macchina F3 non sarà fermata. Solo così si potrà lavorare per trovare una soluzione che garantisca il mantenimento dei posti di lavoro che altrimenti saranno persi per sempre». Ghergo, che parteciperà dopodomani al Ministero delle Imprese all’incontro con azienda e sindacati dove dovrebbe essere firmato l’accordo raggiunto giovedì, dice di essere «fiduciosa che Ministero e Regione faranno sentire il proprio peso politico e che l’incontro non certifichi solo il ricorso agli ammortizzatori sociali, ma garantisca le condizioni per tutelare a Fabriano il mantenimento della produzione della carta e delle competenze dei dipendenti di Giano». Secondo la sindaca bisogna trovare una soluzione per evitare «la desertificazione occupazionale».

Nel mondo sindacale si attende l’incontro di Roma. Valerio Monti, Uilcom Marche, dichiara: «In un anno possono succedere tante cose. L’anno di cassa integrazione auspichiamo che sia indispensabile sia per trovare un acquirente e per far in modo che l’azienda trovi alternative alla carta d’ufficio per far funzionare la macchina F3. Serve un nuovo piano industriale. Da capire anche le nuove produzioni su cui dovremmo lavorare nel 2025. Come sindacati abbiamo già chiesto all’azienda di ricollocare tutti i dipendenti (173 a tempo indeterminato) entro il 31 dicembre 2025 e abbiamo respinto ogni trasferimento al Nord. Chi deciderà di andar via dovrà avere un buon incentivo all’esodo. Purtroppo lungo il percorso abbiamo perso i somministrati, 22 lavoratori, che non hanno più il posto di lavoro. L’auspicio è firmare l’accordo lunedì». La Cgil, con il segretario confederale Gesmundo, il segretario generale Marche Santarelli e il segretario Slc, Saccone, attacca: «Il confronto con l’azienda è fondamentale per scongiurare definitivamente i licenziamenti e contrastare gli effetti della scellerata decisione di fermare la produzione della carta per fotocopie, però è indispensabile che l’anno di tempo guadagnato serva per rilanciare il sito». Chieste anche tutele per i lavoratori somministrati e alle istituzioni «di contribuire all’individuazione di un soggetto industriale che sia interessato a rilanciare la produzione e a continuare a scommettere su Fabriano».

Marco Antonini