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Cartiere, prossima settimana incontro azienda-sindacati

Si è tenuto ieri, presso il Ministero delle Imprese, a Roma. È stato un tavolo tecnico dedicato alla vertenza delle Cartiere relativamente alla chiusura della società Giano e alla conseguente procedura di licenziamento per 195 dipendenti degli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta e la fine della produzione della carta da fotocopie. All’incontro hanno preso parte i funzionari della regione Marche, del ministero e i rappresentanti del gruppo Fedrigoni. Sul tavolo sono stati affrontati, dopo la convocazione di lunedì pomeriggio con il ministro Urso, gli scenari relativi al futuro delle storiche cartiere. Nonostante nessuno nelle ultime ore abbia preso posizione ufficiale, ognuno sembra rimasto sulla propria idea. Da una parte, quindi, c’è l’azienda che intende chiudere la società Giano il 31 dicembre e ricollocare parte del personale in zona e negli stabilimenti del Nord; dall’altra i sindacati e le istituzioni che chiedono più tempo per vagliare altre strade, come quella dell’acquisizione da parte di possibili altri privati o del Poligrafico dello Stato. Per questo prorogare l’attività di almeno un anno, magari con l’ausilio della cassa integrazione, potrebbe essere utile. La prossima settimana potrebbe essere cruciale. Due gli appuntamenti. Il tavolo del lavoro che verrà convocato nelle prossime ore dalla sindaca Ghergo, a Fabriano, poi il terzo incontro azienda e sindacati che si svolgerà il 14 novembre a Verona. Dai sindacati di categoria resta la preoccupazione, ma pesa il “no” del Gruppo a rivedere la decisione di chiusura della società Giano. Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl hanno già esortato l’Amministratore delegato dell’azienda a esplorare con maggiore attenzione possibili soluzioni alternative alla posizione presa e di non fermare la macchina F3. Anche il vescovo Francesco Massara, dopo l’incontro al Ministero, ha detto con chiarezza: «Ho ribadito che Fabriano non può perdere nessun posto di lavoro». Il presule ha poi messo in guardia sulle conseguenze sociali di una decisione drammatica per tutto l’entroterra. Ha inoltre proposto la possibilità che «la zona del cratere entri nella Zes valutando un intervento del Poligrafico affinché l’azienda congeli questa decisione in attesa di soluzioni che tutelino il sito e i lavoratori».

Marco Antonini