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Pantheon, la grandezza di Roma

L’impatto che si ha quando si arriva a piazza della Rotonda, siamo nel cuore della capitale nei pressi di Campo Marzio, è di puro stupore e ammirazione, l’edificio ben conservato del Pantheon ci si mostra nella sua imponenza e armonia, massima espressione della grandezza e della gloria di Roma nei secoli.

Nel 27 a.C. Marco Vipsanio Agrippa, genero, generale, ammiraglio, statista e architetto, nonché principale collaboratore del primo imperatore Augusto, non dimentichiamo che fu lui a guidare la flotta nella celebre battaglia di Azio, fece costruire questo tempio, dedicandolo alle sette divinità planetarie. Ad esse si deve il nome di Pantheon, che, in greco, τό Πάνθειον (ἱερόν), il tempio di tutti gli dei.

L’edificio venne poi riedificato e risistemato da Adriano sotto il suo impero, la cui costruzione è quella che vediamo tuttora. L’intenzione di Adriano era di edificare il nuovo Pantheon come un tempio per tutte le divinità, dove tutti i cittadini dell’Impero romano, anche quelli che non adoravano i vecchi dei di Roma, potessero pregare.

Adriano, nell’elaborare il nuovo progetto del Pantheon, prese a modello i templi greci e fuse così il classico pronao colonnato con un edificio dalla spazialità nuova, la rotonda
Sul frontone vi è l’iscrizione che possiamo vedere ancora oggi e che ricorda Agrippa come costruttore: “M. AGRIPPA – L.F. – COS – TERTIUM – FECIT”: Marco Agrippa figlio di Lucio, console per la terza volta, edificò.

Nel 609 d.C. l’edificio fu donato dall’Imperatore bizantino Foca a Papa Bonifacio IV. Papa Bonifacio IV consacrò il tempio dedicandolo a Santa Maria ad Martyres, così ribattezzata perché qui vennero trasferite dalle catacombe le spoglie dei martiri. Da tempio per il culto di divinità pagane, diventa così tempio di culto cristiano. Popolarmente la chiesa fu chiamata, per la tipica forma circolare, S. Maria della Rotonda, e comunemente “la Rotonda”, da cui prende il nome anche la piazza adiacente.

Armonia e perfezione architettonica, stato di conservazione quasi perfetto, imponenti le 16 colonne in granito del Pronao, al di là del quale si apre il portale.

La Cupola, tutta in muratura con 43 m di diametro, è la più grande dell’antichità, sulla sommità si apre l’Oculus, un’apertura circolare di 9 metri, da cui filtra la luce, ed è l’unica fonte di ventilazione naturale. Nonostante l’Oculus aperto del Pantheon, l’interno rimane relativamente asciutto anche in caso di forti piogge. Il pavimento in marmo inclinato e il sistema di drenaggio sottostante incanalano l’acqua piovana, impedendo l’allagamento dell’edificio.

Il Pantheon è anche il luogo di sepoltura di personaggi storici. Tra questi, il divin pittore Raffaello Sanzio, che volle farsi seppellire qui, un luogo da lui molto amato. Sopra la sua tomba vi è una scultura di Lorenzetto del Sasso, suo allievo. Qui sono sepolti importanti architetti e artisti del Rinascimento e allievi di Raffaello come Giovanni da Udine, Baldassarre Peruzzi, Perin del Vega, il Vignola, vi è anche il pittore Annibale Carracci che volle stare vicino a Raffaello, lo scultore Vacca, poi il famoso violinista barocco Arcangelo Corelli.
All’interno troviamo anche le tombe dei reali Savoia, il primo re d’Italia Vittorio Emanuele II, Umberto I e la regina Margherita.

Ammirato da tutti gli architetti, per lo spazio circolare e coperto a cupola, influenzerà il genio architettonico di grandi come Andrea Palladio, numerose chiese, università e biblioteche, imiteranno la struttura del portico con annessa la cupola; inoltre, in quanto mausoleo nazionale fu il precursore di numerosi edifici, come il suo omonimo a Parigi o l’Abbazia di Westminster.

Francesco Fantini