Cartiere, si attende la convocazione al Ministero
Prosegue lo stato di agitazione dei dipendenti delle Cartiere del gruppo Fedrigoni dopo l’annuncio di 195 esuberi più l’indotto a seguito della chiusura della società Giano per il settore ufficio. La protesta, in questi giorni, si sta allargando fuori regione. La RSU unitaria del Gruppo, fa sapere dallo stabilimento di Arco, in Trentino, che «in merito alla spiacevole situazione dei colleghi di Fabriano è stato indetto il blocco degli straordinari e della flessibilità oraria per tutti gli stabilimenti del Gruppo Fedrigoni». Contemporaneamente anche la Ritrama di Sassoferrato ha attivato lo stato di agitazione con il blocco degli straordinari e la flessibilità oraria. Ricordiamo che nel 2019 Fedrigoni perfezionò l’acquisizione del gruppo Ritrama, multinazionale italiana di prodotti autoadesivi. Nei prossimi giorni verranno pianificate altre proteste da attuare prima dell’incontro azienda-sindacati del 24 ottobre. Si attende la convocazione ministeriale che potrebbe arrivare in questi giorni. Proprio in questa sede si affronterà anche il caso degli eventuali acquirenti stranieri interessati, come anticipato sabato dalla sindaca Ghergo. Le fonti sindacali, in un momento così delicato, non si sbilanciano. «Spetta al Ministero, con l’azienda, trattare eventuali acquirenti, perché la trattativa si deve giocare tutta a Roma» riflettono le parti sociali. Il riferimento è sia a un fondo tedesco, ma anche alle altre strade percorribili, come il Poligrafico o Banca d’Italia o altri Istituti. I sindacati hanno ripetuto più volte il no ai fondi di investimento e ribadiscono che «serve un piano industriale e fare impresa». Intanto sabato il consiglio comunale aperto ha chiesto l’apertura di un tavolo nazionale di confronto per evitare la chiusura delle cartiere e trovare soluzioni per salvaguardare il futuro occupazionale e industriale. Il documento è stato inviato al Presidente del Consiglio, ai ministri delle Imprese, del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell’Economia.
Il vescovo
Il vescovo diocesano, monsignor Francesco Massara: «Chiudere le cartiere significa privare le famiglie della loro dignità, perché il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma un diritto fondamentale». Il presule ha ricordato come la Caritas stia già assistendo un numero crescente di persone in difficoltà e ha espresso preoccupazione per l’aumento della povertà che potrebbe derivare da ulteriori licenziamenti.
Marco Antonini