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Il caso Beko preoccupa, domani è sciopero a Fabriano

Si preannuncia un autunno caldo nel comprensorio fabrianese con due fronti aperti sotto il punto di vista imprenditoriale e occupazionale e tutte le ricadute, negative, del caso. Beko e Cartiere, infatti, preoccupano per l’incertezza e la possibile riduzione della forza lavoro. E’ degli ultimi giorni la notizia che, a seguito del taglio di 1800 posti di lavoro in Polonia. Sono almeno 30 i dipendenti in forza a Beko Europe a Fabriano a rischio esubero. Tutto ciò a seguito della decisione della nuova società turco-americana di voler procedere con la chiusura di due stabilimenti polacchi, con trasferimento produzione in Turchia e Romania. Domani è sciopero nella città della carta. Dalla segreteria provinciale della Fiom, Pierpaolo Pullini attacca: «Le ricadute sono pesanti anche su Fabriano: sono 14 le funzioni impattate al 100%, alte professionalità tutte dedicate allo sviluppo dei modelli dello stabilimento di Lodz; una forte riduzione del carico di lavoro per un’altra ventina di progettisti, che lavorano cross functional sia sulle piattaforme Dryer che sul lavaggio. Ieri, sulla vicenda, anche le RSU delle sedi impiegatizie di Fabriano hanno preso posizione. «Sono state proclamate due ore di sciopero di gruppo dal coordinamento nazionale di Fim, Fiom e Uilm. Per tutte le sedie impiegatizie di Fabriano, che rischiano di avere ricadute immediate da queste azioni unilaterali, lo sciopero sarà domani, nelle ultime due ore del turno di lavoro. Il Governo deve convocare il tavolo istituzionale e Beko garantire la centralità delle funzioni e delle fabbriche italiane». La sindaca, Daniela Ghergo, è in contatto con l’assessore regionale Aguzzi e con i sindacati per convocare a breve un tavolo sul lavoro che dovrà affrontare, con una certa velocità, le criticità del distretto fabrianese. «E’ necessario un chiarimento e delle esplicite garanzie sulla politica industriale dell’azienda nelle altre unità produttive italiane, in particolare Fabriano» ha detto Ghergo che rincara: «La mancanza di chiarezza dell’azienda e l’assenza di interlocuzione con il Ministero delle Imprese rappresentano segnali che ingenerano preoccupazione. Le ricadute di una crisi aziendale sul nostro territorio sarebbero devastanti». Il presidente del consiglio regionale, Dino Latini: «Chiedo che si possano avere risposte certe entro tempi brevi sul mantenimento del sito produttivo e sulla continuità del lavoro. Fabriano è stata destrutturata in passato nella sua realtà industriale, i lavoratori sono stati già duramente colpiti, la città e l’indotto non possono permettersi di perdere questa occasione data dalla nuova società creatasi in seguito alla fusione con Whirlpool».

Marco Antonini