Fabriano – Rubati i fiori per Alessia sulla panchina Lilla del parco comunale
Ignoti hanno rubato il mazzo di fiori a ricordo di Alessia, sulla panchina lilla che è stata inaugurata l’anno scorso al parco comunale Regina Margherita di Fabriano. Un danno, non tanto economico, quanto simbolico ed emotivo, che è stato evidenziato anche dalla mamma della studentessa drammaticamente morta nel 2021 a soli 15 anni. «A chiunque si sia divertito a rubare i fiori della panchina lilla situata ai giardini di Fabriano – dichiara Loredana Garaffa sui social – da mamma dico solo che è ora di iniziare ad avere un po’ di buon senso. La panchina è dedicata ad un’adolescente che tra l’altro potrebbe essere anche vostra figlia. Non è il valore dei fiori perché verranno ricomprati, ma il gesto che viene compiuto che fa capire il perché questo mondo non va avanti per il verso giusto». Solidarietà a mamma Loredana è arrivata dall’intera città. «Iniziamo ad avere un po’ di umanità, a mettere il cuore quando viene compiuto un gesto e anche l’anima quando diciamo qualche parola» l’appello di Loredana Garaffa. I fiori sono da sempre posizionati nella panchina lilla messa al parco comunale di Fabriano per sensibilizzare contro i disturbi del comportamento alimentare. Un simbolo affinché si capisca che si può guarire e che c’è chi può aiutare le famiglie. Sulla panchina una targa con la foto di Alessia e il numero verde 800180969. La mamma è impegnata su più fronti. Ricordiamo, ad esempio, che lo scorso mese si è tenuto, presso l’istituto d’istruzione superiore Morea, il terzo convegno sui disturbi del comportamento alimentare, iniziativa di sensibilizzazione e prevenzione rivolta ai ragazzi delle superiori. In questa occasione è stato annunciato che la città avrà uno sportello dedicato grazie al sostegno dell’Inner Wheel nella chiesa della Misericordia. Le socie, infatti, hanno lavorato mesi per avviare uno sportello di ascolto e consulenza per i disturbi del comportamento alimentare. Lo sportello è aperto alla Misericordia ed è seguito dalla dottoressa Martina Carletti.
Marco Antonini